La storia dell'Istituto di Pallanza, le persone e le sue attività vengono presentate nel contesto del 75° Anniversario della sua fondazione. Ho sentito spesso dire che l'Istituto ha rappresentato una scuola per gli studi limnologici; credo fosse proprio così, spero sia ancora così, poi altre realtà sparse un po' qui un po' là, nelle università o istituti del CNR hanno a loro volta fatto scuola nelle varie e specifiche discipline ambientali. Sorprendentemente le prime ricerche condotte a Pallanza erano dirette agli aspetti genetici e di biofisica (un recente libro di Francesco Cassata, "L'Italia Intelligente" ne riporta ampie pagine sul gruppo di ricercatori). Fin da subito però lo studio dei laghi è stato l'oggetto principale delle attività dei primi tecnici e ricercatori, anche perché Marco De Marchi è stato il primo a volgere l'attenzione al Lago Maggiore con i suoi primi risultati sullo zooplancton. Singolarmente, i primi ambienti studiati sono stati i laghi alpini, non solo quelli del bacino imbrifero del Lago Maggiore ma anche quelli di altre zone delle Alpi, e qui mi riferisco agli studi per quell'epoca eccezionalmente dettagliati e completi, sul famoso lago rosso, il Tovel. L'amore per la montagna, una certa intuizione a studiare ambienti relativamente più semplici, altri motivi, pura curiosità, va a sapere perché... Insomma sembra che l'idrobiologia in Italia nasca in alta quota. I temi affrontati sono sempre stati quelli di maggior spicco nel momento storico in cui i problemi e fenomeni si sono accaduti: Eutrofizzazione, acidificazione, inquinamento industriale e agricolo, cambiamenti climatici, biodiversità, il problema delle specie invasive e i blooms di cianobatteri. A questo proposito è giusto menzionare le lunghe serie storiche dell'istituto sia per le variabili meteorologiche che per quelle limnologiche. Il coordinatore in Italia di questo importante settore, quello che oggi prende il nome di LTER è uno di noi ed a tutti voi noto. Da 11 anni l'istituto Italiano di idrobiologia è diventato CNR-ISE. Ora si può dire che l'Istituto è più completo, più importante perché raccoglie più competenze, non solo quelle legate all'Ecologia Acquatica, ma anche a quelle relative all'ecosistema terrestre, dai rapporti pianta-suolo, alla bonifica di aree contaminate, alle acquee sotterranee, con molti aspetti di tipo applicativo nel settore dell'energia. Insomma, lo spettro delle competenze si è ampliato e consolidato attraverso apporti qualificati di colleghi esperti nelle varie discipline ambientali.
L'Istituto di Pallanza: un pezzo di storia della limnologia Italiana
Piero Guilizzoni
2013
Abstract
La storia dell'Istituto di Pallanza, le persone e le sue attività vengono presentate nel contesto del 75° Anniversario della sua fondazione. Ho sentito spesso dire che l'Istituto ha rappresentato una scuola per gli studi limnologici; credo fosse proprio così, spero sia ancora così, poi altre realtà sparse un po' qui un po' là, nelle università o istituti del CNR hanno a loro volta fatto scuola nelle varie e specifiche discipline ambientali. Sorprendentemente le prime ricerche condotte a Pallanza erano dirette agli aspetti genetici e di biofisica (un recente libro di Francesco Cassata, "L'Italia Intelligente" ne riporta ampie pagine sul gruppo di ricercatori). Fin da subito però lo studio dei laghi è stato l'oggetto principale delle attività dei primi tecnici e ricercatori, anche perché Marco De Marchi è stato il primo a volgere l'attenzione al Lago Maggiore con i suoi primi risultati sullo zooplancton. Singolarmente, i primi ambienti studiati sono stati i laghi alpini, non solo quelli del bacino imbrifero del Lago Maggiore ma anche quelli di altre zone delle Alpi, e qui mi riferisco agli studi per quell'epoca eccezionalmente dettagliati e completi, sul famoso lago rosso, il Tovel. L'amore per la montagna, una certa intuizione a studiare ambienti relativamente più semplici, altri motivi, pura curiosità, va a sapere perché... Insomma sembra che l'idrobiologia in Italia nasca in alta quota. I temi affrontati sono sempre stati quelli di maggior spicco nel momento storico in cui i problemi e fenomeni si sono accaduti: Eutrofizzazione, acidificazione, inquinamento industriale e agricolo, cambiamenti climatici, biodiversità, il problema delle specie invasive e i blooms di cianobatteri. A questo proposito è giusto menzionare le lunghe serie storiche dell'istituto sia per le variabili meteorologiche che per quelle limnologiche. Il coordinatore in Italia di questo importante settore, quello che oggi prende il nome di LTER è uno di noi ed a tutti voi noto. Da 11 anni l'istituto Italiano di idrobiologia è diventato CNR-ISE. Ora si può dire che l'Istituto è più completo, più importante perché raccoglie più competenze, non solo quelle legate all'Ecologia Acquatica, ma anche a quelle relative all'ecosistema terrestre, dai rapporti pianta-suolo, alla bonifica di aree contaminate, alle acquee sotterranee, con molti aspetti di tipo applicativo nel settore dell'energia. Insomma, lo spettro delle competenze si è ampliato e consolidato attraverso apporti qualificati di colleghi esperti nelle varie discipline ambientali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.