Come è noto la politica dell'immigrazione, ovvero la materia riguardante la regolazione degli accessi, la permanenza, il soggiorno e la cittadinanza degli stranieri in Italia, tradizionalmente (e storicamente) gestita a livello centrale, si è evoluta parallelamente con quella per i migranti, gli interventi cioè che hanno a cuore i destinatari dell'integrazione, ma che invece sono stati per lo più gestiti a livello territoriale/locale. In particolare la riflessione che si intende avviare riguarda gli interventi su base territoriale che norme internazionali e direttive europee sottoscritte dai Governi italiani, hanno in un certo "imposto" procedure e sistemi di accoglienza non negoziabili per categorie di migranti, tra le quali ci sono i protetti internazionali (richiedenti asilo, rifugiati, protetti sussidiari, protetti umanitari). La riflessione si vuole concentrare soprattutto sull'analisi degli effetti che i flussi di protetti pongono nella dimensione territoriale dell'amministrazione del fenomeno. In particolare la gestione dell'esperienza ENA 2011 e le nuove prospettive di implementazione del Sistema SPRAR rappresentano due occasioni che messe a confronto evidenziano un insieme di vuoti e di pieni, all'interno dei quali generalmente la funzione fondamentale degli operatori dei Centri di Accoglienza. Partendo da un'indagine di campo condotta nel 2013 incentrata sulle condizioni di lavoro degli operatori sociali dei Centri ENA 2011, si intende presentare i risultati di una recente analisi relativa alla progettazione SPRAR nei Centri, articolata per tipi differenti di Centri e per tipi differenti di operatori sociali coinvolti.
Impatti sul sistema di accoglienza dei richiedenti/titolari di protezione internazionale a Roma: operatori, interventi e politiche sociali.
Marco Accorinti;Antonio Sanguinetti
2014
Abstract
Come è noto la politica dell'immigrazione, ovvero la materia riguardante la regolazione degli accessi, la permanenza, il soggiorno e la cittadinanza degli stranieri in Italia, tradizionalmente (e storicamente) gestita a livello centrale, si è evoluta parallelamente con quella per i migranti, gli interventi cioè che hanno a cuore i destinatari dell'integrazione, ma che invece sono stati per lo più gestiti a livello territoriale/locale. In particolare la riflessione che si intende avviare riguarda gli interventi su base territoriale che norme internazionali e direttive europee sottoscritte dai Governi italiani, hanno in un certo "imposto" procedure e sistemi di accoglienza non negoziabili per categorie di migranti, tra le quali ci sono i protetti internazionali (richiedenti asilo, rifugiati, protetti sussidiari, protetti umanitari). La riflessione si vuole concentrare soprattutto sull'analisi degli effetti che i flussi di protetti pongono nella dimensione territoriale dell'amministrazione del fenomeno. In particolare la gestione dell'esperienza ENA 2011 e le nuove prospettive di implementazione del Sistema SPRAR rappresentano due occasioni che messe a confronto evidenziano un insieme di vuoti e di pieni, all'interno dei quali generalmente la funzione fondamentale degli operatori dei Centri di Accoglienza. Partendo da un'indagine di campo condotta nel 2013 incentrata sulle condizioni di lavoro degli operatori sociali dei Centri ENA 2011, si intende presentare i risultati di una recente analisi relativa alla progettazione SPRAR nei Centri, articolata per tipi differenti di Centri e per tipi differenti di operatori sociali coinvolti.| File | Dimensione | Formato | |
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