Il contributo illustra i risultati di una sperimentazione condotta dal 2005 al 2012 presso l'Università degli Studi di Napoli sull'applicazione delle strategie di e-learning nella didattica accademica sulla archeologia virtuale, e ne propone una più estensiva applicazione ad ulteriori ambiti disciplinari affini sui beni culturali. Le innovazioni nei metodi, tecniche e processi della ricerca archeologica, definite complessivamente "archeologia virtuale", infatti, investono in maniera sempre più evidente anche gli aspetti didattici della disciplina. in particolare anche nelle facoltà umanistiche e dei beni culturali si riscontra negli ultimi anni una crescente, seppure disomogenea, diffusione in ambito accademico delle metodologie dell'e-learning e con la conseguente affermazione di modelli di e-learning 2.0, secondo i quali l'informazione didattica non è più solo erogata dal docente e fruita dai discenti, ma viene creata, gestita, riusata e riassemblata in maniera condivisa da comunità di apprendimento. Tra le diverse soluzioni, presso l'Università degli Studi di Napoli nel settore archeologico si è scelto di sperimentare strategie didattiche di tipo blended, in cui le lezioni in aula sono completate dalla interazione on line. Dal punto di vista tecnologico è stato possibile avvalersi da un lato del supporto della piattaforma di servizi didattici di ateneo Campus, dall'altro del software IDEA per la realizzazione di course-ware (materiali didattici altamente strutturati). E' stata dunque incoraggiata la creazione di comunità di apprendimento, riunite nella creazione di materiali didattici di tipologia e formato differenziati, con obiettivi didattici comuni. Tra i materiali strutturati è stato realizzato e testato un modulo e-learning di Laboratorio di Informatica e Beni Culturali Archeologici realizzato attraverso il software IDEA e erogato attraverso la piattaforma Campus
Archeologia Virtuale in Blended Learning
Cantone F
2013
Abstract
Il contributo illustra i risultati di una sperimentazione condotta dal 2005 al 2012 presso l'Università degli Studi di Napoli sull'applicazione delle strategie di e-learning nella didattica accademica sulla archeologia virtuale, e ne propone una più estensiva applicazione ad ulteriori ambiti disciplinari affini sui beni culturali. Le innovazioni nei metodi, tecniche e processi della ricerca archeologica, definite complessivamente "archeologia virtuale", infatti, investono in maniera sempre più evidente anche gli aspetti didattici della disciplina. in particolare anche nelle facoltà umanistiche e dei beni culturali si riscontra negli ultimi anni una crescente, seppure disomogenea, diffusione in ambito accademico delle metodologie dell'e-learning e con la conseguente affermazione di modelli di e-learning 2.0, secondo i quali l'informazione didattica non è più solo erogata dal docente e fruita dai discenti, ma viene creata, gestita, riusata e riassemblata in maniera condivisa da comunità di apprendimento. Tra le diverse soluzioni, presso l'Università degli Studi di Napoli nel settore archeologico si è scelto di sperimentare strategie didattiche di tipo blended, in cui le lezioni in aula sono completate dalla interazione on line. Dal punto di vista tecnologico è stato possibile avvalersi da un lato del supporto della piattaforma di servizi didattici di ateneo Campus, dall'altro del software IDEA per la realizzazione di course-ware (materiali didattici altamente strutturati). E' stata dunque incoraggiata la creazione di comunità di apprendimento, riunite nella creazione di materiali didattici di tipologia e formato differenziati, con obiettivi didattici comuni. Tra i materiali strutturati è stato realizzato e testato un modulo e-learning di Laboratorio di Informatica e Beni Culturali Archeologici realizzato attraverso il software IDEA e erogato attraverso la piattaforma CampusI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


