Il 2012 è stato l'anno più pesante della crisi economico-finanziaria e quello in cui un nuovo governo (sorto sul finire del 2011) ha adottato misure di contrasto alla crisi particolarmente impegnative. La consapevolezza da parte delle Regioni della difficoltà generale del Paese è stata ben presente, non solo perché le Regioni hanno intensificato la legislazione rispetto agli anni precedenti, quanto soprattutto perché una buona parte di questa attività normativa è conseguenza della legislazione statale sull'emergenza economico-finanziaria, piuttosto che espressione di un autonomo uso delle competenze concorrenti e residuali delle stesse. Occorre tenere conto che nel 2012 trovano conferma le disposizioni legislative statali di carattere istituzionale che, a partire dal decreto-legge n. 138 del 2011, sono state adottate nell'intento di riformare le istituzioni regionali e locali (in particolare le province) e che non a caso culminano, sul finire dell'anno e poco prima che il governo sorto nel novembre del 2011 entrasse a sua volta in crisi, nel disegno di legge costituzionale (A.S. 3520 - XVI Legislatura) recante "Disposizioni di revisione della Costituzione e altre disposizioni costituzionali in materia di autonomia regionale". Ciò perché, talora si ha l'impressione che le Regioni, le Province e i piccoli Comuni siano considerati i maggiori responsabili della crisi e, di conseguenza, si è inteso procedere nella direzione di concentrare in capo allo Stato i poteri di decisione politica, assemblare i Comuni piccoli (unione o fusione, poco importa), sopprimere le Province e ridimensionare nei poteri le Regioni. Si può notare così che l'idea di fondo era collegata a una gerarchizzazione dei rapporti tra Stato e Regioni, attenuandosi sensibilmente il riparto basato sul canone della competenza. Le riforme sono ancora da fare e appare chiaro che quando il Paese si risolleverà dalla crisi il regionalismo italiano sarà profondamente diverso, in forza del contenimento del principio autonomista.
Il regionalismo tra crisi economica e riforme: verso la riscrittura del modello regionale?
Mangiameli Stelio
2013
Abstract
Il 2012 è stato l'anno più pesante della crisi economico-finanziaria e quello in cui un nuovo governo (sorto sul finire del 2011) ha adottato misure di contrasto alla crisi particolarmente impegnative. La consapevolezza da parte delle Regioni della difficoltà generale del Paese è stata ben presente, non solo perché le Regioni hanno intensificato la legislazione rispetto agli anni precedenti, quanto soprattutto perché una buona parte di questa attività normativa è conseguenza della legislazione statale sull'emergenza economico-finanziaria, piuttosto che espressione di un autonomo uso delle competenze concorrenti e residuali delle stesse. Occorre tenere conto che nel 2012 trovano conferma le disposizioni legislative statali di carattere istituzionale che, a partire dal decreto-legge n. 138 del 2011, sono state adottate nell'intento di riformare le istituzioni regionali e locali (in particolare le province) e che non a caso culminano, sul finire dell'anno e poco prima che il governo sorto nel novembre del 2011 entrasse a sua volta in crisi, nel disegno di legge costituzionale (A.S. 3520 - XVI Legislatura) recante "Disposizioni di revisione della Costituzione e altre disposizioni costituzionali in materia di autonomia regionale". Ciò perché, talora si ha l'impressione che le Regioni, le Province e i piccoli Comuni siano considerati i maggiori responsabili della crisi e, di conseguenza, si è inteso procedere nella direzione di concentrare in capo allo Stato i poteri di decisione politica, assemblare i Comuni piccoli (unione o fusione, poco importa), sopprimere le Province e ridimensionare nei poteri le Regioni. Si può notare così che l'idea di fondo era collegata a una gerarchizzazione dei rapporti tra Stato e Regioni, attenuandosi sensibilmente il riparto basato sul canone della competenza. Le riforme sono ancora da fare e appare chiaro che quando il Paese si risolleverà dalla crisi il regionalismo italiano sarà profondamente diverso, in forza del contenimento del principio autonomista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.