Tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento si apre un'intensa stagione di studi nel settore militare. Grazie al duplice ruolo di intellettuali e di tecnici, i trattatisti si occupano della costruzione militare e della meccanica, utilizzando un approccio sistematico e specialistico, pur mantenendo il riferimento ai militaria della tradizione classica. Nel corso del Rinascimento, infatti, proprio il panorama delle auctoritates si sta ampliando grazie alla scoperta o riscoperta di scritti antichi, dovute al prosperare di studi filologici. In questo frangente, un aspetto meno noto della poliorcetica antica, cioè dell'arte dell'assediare ed espugnare città e fortezze, e che riguarda il rapporto tra uomo e acqua nella prassi bellica, continua ad essere al centro delle attenzioni dei trattatisti. Si tratta della cosidetta "strategia dell'acqua", cioé di un corpo codificato di nozioni che abbracciano vari ambiti della tattica militare, illustrando le potenzialità dell'acqua e offrendone le migliori soluzioni per lo sfruttamento e la gestione. Una porzione notevole della "strategia dell'acqua" concerne l'allestimento di presidi, temporanei e permanenti, e delle opere difensive in ambito urbano. Partendo da questa prospettiva, si intende ripercorrere alcune tappe della evoluzione del pensiero militare e, in particolare, della "strategia dell'acqua", in relazione a casi studio selezionati in un arco cronologico che va dal tardo medioevo alla prima età moderna e analizzati in maniera comparativa al caso padovano.
La strategia dell'acqua. Le opere difensive nella teoria e nella pratica tra Medioevo e prima Età Moderna.
Laura Genovese
2013
Abstract
Tra la fine del Trecento e gli inizi del Quattrocento si apre un'intensa stagione di studi nel settore militare. Grazie al duplice ruolo di intellettuali e di tecnici, i trattatisti si occupano della costruzione militare e della meccanica, utilizzando un approccio sistematico e specialistico, pur mantenendo il riferimento ai militaria della tradizione classica. Nel corso del Rinascimento, infatti, proprio il panorama delle auctoritates si sta ampliando grazie alla scoperta o riscoperta di scritti antichi, dovute al prosperare di studi filologici. In questo frangente, un aspetto meno noto della poliorcetica antica, cioè dell'arte dell'assediare ed espugnare città e fortezze, e che riguarda il rapporto tra uomo e acqua nella prassi bellica, continua ad essere al centro delle attenzioni dei trattatisti. Si tratta della cosidetta "strategia dell'acqua", cioé di un corpo codificato di nozioni che abbracciano vari ambiti della tattica militare, illustrando le potenzialità dell'acqua e offrendone le migliori soluzioni per lo sfruttamento e la gestione. Una porzione notevole della "strategia dell'acqua" concerne l'allestimento di presidi, temporanei e permanenti, e delle opere difensive in ambito urbano. Partendo da questa prospettiva, si intende ripercorrere alcune tappe della evoluzione del pensiero militare e, in particolare, della "strategia dell'acqua", in relazione a casi studio selezionati in un arco cronologico che va dal tardo medioevo alla prima età moderna e analizzati in maniera comparativa al caso padovano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.