Nell'ambito di un vasto Progetto di ricerca sulla valorizzazione e sfruttamento di alcuni minerali industriali in zone di contatto tra rocce carbonatiche e plutoniti erciniche, è stata individuata una prima area nella zona di Monte Tamara (Sardegna meridionale). La prospezione giacimentologica di dettaglio (scala 1:2500) ha permesso di localizzare la mineralizzazione nelle lenti carbonatiche della formazione di Nebida (Cambrico Inf.). Esse sono localmente interessate da una faglia NW-SE, attraverso la quale sarebbero risaliti i fluidi mineralizzanti connessi al magmatismo intrusivo tardo-ercinico. La mineralizzazione, a prevalente tremolite e con subordinati wollastonite-talco, si presenta macroscopicamente come un intreccio di minerali aciculari, da millimetrici a centimetrici, di colore dal bianco a rossiccio, con progressivo impoverimento all'allontanarsi dalla frattura. I campioni sono stati sottoposti ad analisi mediante diffrattometria RX, integrata con analisi alla microsonda elettronica e osservazioni in microscopia ottica su sezioni sottili delle rocce investigate. Per una miglior definizione giaciturale e strutturale della zona mineralizzata è stata effettuata una prospezione geofisica a carattere speditivo con metodo magnetico ed elettromagnetico a bassa frequenza radio (VLF, lungo profili orientati ortogonalmente alla struttura principale (quindi alla zona più intensamente mineralizzata. La composizione in frequenza del segnale elettromagnetico è stata analizzata sottoponendo ad analisi spettrale, mediante il metodo MEM (Maximum Entropy Method) le serie digitali ottenute dal campionamento dei profili. Le osservazioni VLF sono state successivamente filtrate al fine di ottenere la rappresentazione bidimensionale delle anomalie. Lo studio ha messo in evidenza che l'ambiente elettivo per le mineralizzazioni a wollastonite- - Tremolite-Talco sono le assise carbonatiche a immediato contatto con le plutoniti. I minerali che si associano a queste sono la calcite (anche come prodotto di reazione), la dolomite e il quarzo. Il metamorfismo termico sembra essere allochimico in quanto la composizione delle formazioni carbonatiche non può giustificare le trasformazioni avvenute e la quantità, talvolta imponente, di minerali neogenici. La mineralizzazione è addensata attorno a linee di frattura, talvolta con faglie, che hanno consentito la circolazione dei fluidi caldi. Le guide per la prospezione sono le plutoniti e le fratture, quali vie di circolazione dei fluidi che, con buona probabilità, sono anche apportatori di almeno parte delle sostanze chimiche necessarie alle reazioni metamorfiche che localmente hanno interessato le lenti carbonatiche delle alternanze. L'applicazione di metodologie geofisiche si è dimostrata un ottimo ausilio per la determinazione delle linee strutturali e quindi, indirettamente ai fini dell'individuazione delle zone maggiormente mineralizzate.

Contributo alla conoscenza di alcuni minerali industriali: l'associazione tremolite-wollastonite-talco di M.te Tamara (Nuxis-Sardegna meridionale). Ricerche geogiacimentologiche e geofisiche.

PALOMBA M;
1986

Abstract

Nell'ambito di un vasto Progetto di ricerca sulla valorizzazione e sfruttamento di alcuni minerali industriali in zone di contatto tra rocce carbonatiche e plutoniti erciniche, è stata individuata una prima area nella zona di Monte Tamara (Sardegna meridionale). La prospezione giacimentologica di dettaglio (scala 1:2500) ha permesso di localizzare la mineralizzazione nelle lenti carbonatiche della formazione di Nebida (Cambrico Inf.). Esse sono localmente interessate da una faglia NW-SE, attraverso la quale sarebbero risaliti i fluidi mineralizzanti connessi al magmatismo intrusivo tardo-ercinico. La mineralizzazione, a prevalente tremolite e con subordinati wollastonite-talco, si presenta macroscopicamente come un intreccio di minerali aciculari, da millimetrici a centimetrici, di colore dal bianco a rossiccio, con progressivo impoverimento all'allontanarsi dalla frattura. I campioni sono stati sottoposti ad analisi mediante diffrattometria RX, integrata con analisi alla microsonda elettronica e osservazioni in microscopia ottica su sezioni sottili delle rocce investigate. Per una miglior definizione giaciturale e strutturale della zona mineralizzata è stata effettuata una prospezione geofisica a carattere speditivo con metodo magnetico ed elettromagnetico a bassa frequenza radio (VLF, lungo profili orientati ortogonalmente alla struttura principale (quindi alla zona più intensamente mineralizzata. La composizione in frequenza del segnale elettromagnetico è stata analizzata sottoponendo ad analisi spettrale, mediante il metodo MEM (Maximum Entropy Method) le serie digitali ottenute dal campionamento dei profili. Le osservazioni VLF sono state successivamente filtrate al fine di ottenere la rappresentazione bidimensionale delle anomalie. Lo studio ha messo in evidenza che l'ambiente elettivo per le mineralizzazioni a wollastonite- - Tremolite-Talco sono le assise carbonatiche a immediato contatto con le plutoniti. I minerali che si associano a queste sono la calcite (anche come prodotto di reazione), la dolomite e il quarzo. Il metamorfismo termico sembra essere allochimico in quanto la composizione delle formazioni carbonatiche non può giustificare le trasformazioni avvenute e la quantità, talvolta imponente, di minerali neogenici. La mineralizzazione è addensata attorno a linee di frattura, talvolta con faglie, che hanno consentito la circolazione dei fluidi caldi. Le guide per la prospezione sono le plutoniti e le fratture, quali vie di circolazione dei fluidi che, con buona probabilità, sono anche apportatori di almeno parte delle sostanze chimiche necessarie alle reazioni metamorfiche che localmente hanno interessato le lenti carbonatiche delle alternanze. L'applicazione di metodologie geofisiche si è dimostrata un ottimo ausilio per la determinazione delle linee strutturali e quindi, indirettamente ai fini dell'individuazione delle zone maggiormente mineralizzate.
1986
Minerali Industriali
tremolite
wollastonite
talco
M.te Tamara
Sardegna meridionale)
geogiacimentologia
geofisica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/253783
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