Per tutta la prima metà dell'Ottocento, quando si parla di lingua non si parla mai di lingua del popolo: anzi, il mondo dei letterati pare ancora tutto immerso nel pregiudizio di Pietro Bembo, che reputava l'accostare la lingua alla favella del popolo rischioso e nocivo. Italiano e toscano non sono, dunque, due poli in cui il primo rappresenta la lingua dei letterati e il secondo la lingua viva. Sono, al contrario, due poli ideologici ma squisitamente letterari, il primo dei quali marcato in senso moderatamente innovatore, il secondo in senso archeologico e puristico. Ma i termini sono, in ultima analisi, sinonimi. Il toscano (naturalmente il toscano letterario) è innanzitutto un'opzione ideologica e militante: l'ultima fortezza in cui si poteva arroccare un'idea di nazione che, persa ogni possibilità di competere con le altre sul campo della politica, non aveva altra scelta che rinchiudersi nella più stretta e serrata cerchia della tradizione. Con il mutare delle prospettive sull'Unità (dunque all'altezza dei tardi anni Cinquanta) cambia anche la prospettiva sulla questione della lingua, che diviene socialmente costruttiva, politicamente propositiva, assimilando sempre maggiori istanze educative». Che la lingua italiana fosse la lingua di una minoranza era certamente risaputo: ma non che la minoranza fosse tanto esigua, e tanto grande invece la maggioranza di analfabeti (circa l'80% al censimento del 1861), esclusi dal - quando non direttamente ostili al - processo unitario.
Una preoccupazione della storia. Il toscano e l'italiano di fronte all'Unità
Giulio Vaccaro
2014
Abstract
Per tutta la prima metà dell'Ottocento, quando si parla di lingua non si parla mai di lingua del popolo: anzi, il mondo dei letterati pare ancora tutto immerso nel pregiudizio di Pietro Bembo, che reputava l'accostare la lingua alla favella del popolo rischioso e nocivo. Italiano e toscano non sono, dunque, due poli in cui il primo rappresenta la lingua dei letterati e il secondo la lingua viva. Sono, al contrario, due poli ideologici ma squisitamente letterari, il primo dei quali marcato in senso moderatamente innovatore, il secondo in senso archeologico e puristico. Ma i termini sono, in ultima analisi, sinonimi. Il toscano (naturalmente il toscano letterario) è innanzitutto un'opzione ideologica e militante: l'ultima fortezza in cui si poteva arroccare un'idea di nazione che, persa ogni possibilità di competere con le altre sul campo della politica, non aveva altra scelta che rinchiudersi nella più stretta e serrata cerchia della tradizione. Con il mutare delle prospettive sull'Unità (dunque all'altezza dei tardi anni Cinquanta) cambia anche la prospettiva sulla questione della lingua, che diviene socialmente costruttiva, politicamente propositiva, assimilando sempre maggiori istanze educative». Che la lingua italiana fosse la lingua di una minoranza era certamente risaputo: ma non che la minoranza fosse tanto esigua, e tanto grande invece la maggioranza di analfabeti (circa l'80% al censimento del 1861), esclusi dal - quando non direttamente ostili al - processo unitario.| File | Dimensione | Formato | |
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