In questo paper si presentano i primi risultati di un'indagine sull'uso delle forme figurate e metaforiche nella produzione letteraria in italiano di autori, non italofoni, che hanno scelto l'italiano come lingua della loro espressione artistica. Il fenomeno detto della "letteratura della migrazione", secondo la definizione di Armando Gnisci negli anni Novanta, ha stimolato un ripensamento globale nella critica letteraria e nello studio della lingua. La convivenza di culture e modi di essere diversi, su un territorio di cui si condivide la parola, genera interrelazioni, scambi e influenze reciproche; produce un'ibridazione che arricchisce, modificandola, la lingua locale aggiungendo suggestioni e nuove visioni che impongono nuove descrizioni. Non sempre la lingua autoctona ha a disposizione gli strumenti adatti, perciò, come in passato si è ricorso a prestiti e calchi da lingue vicine, ora si registrano nuove perifrasi o metafore, a volte tradotte (nel senso etimologico del termine = trasportate) e adattate dalla lingua d'origine, altre volte con le caratteristiche di conii originali e nuovi. Obiettivo della ricerca è la descrizione dei diversi aspetti dell'ibridazione linguistica e del processo di evoluzione individuale e collettivo della lingua italiana da lingua seconda o lingua straniera a lingua prima.
"Non abitiamo un paese, ma una lingua". Metafore e nuove visioni nella letteratura della migrazione in italiano
Grazia Biorci
2013
Abstract
In questo paper si presentano i primi risultati di un'indagine sull'uso delle forme figurate e metaforiche nella produzione letteraria in italiano di autori, non italofoni, che hanno scelto l'italiano come lingua della loro espressione artistica. Il fenomeno detto della "letteratura della migrazione", secondo la definizione di Armando Gnisci negli anni Novanta, ha stimolato un ripensamento globale nella critica letteraria e nello studio della lingua. La convivenza di culture e modi di essere diversi, su un territorio di cui si condivide la parola, genera interrelazioni, scambi e influenze reciproche; produce un'ibridazione che arricchisce, modificandola, la lingua locale aggiungendo suggestioni e nuove visioni che impongono nuove descrizioni. Non sempre la lingua autoctona ha a disposizione gli strumenti adatti, perciò, come in passato si è ricorso a prestiti e calchi da lingue vicine, ora si registrano nuove perifrasi o metafore, a volte tradotte (nel senso etimologico del termine = trasportate) e adattate dalla lingua d'origine, altre volte con le caratteristiche di conii originali e nuovi. Obiettivo della ricerca è la descrizione dei diversi aspetti dell'ibridazione linguistica e del processo di evoluzione individuale e collettivo della lingua italiana da lingua seconda o lingua straniera a lingua prima.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.