A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, a partire dall'influsso belliano, si sviluppano in area romanesca varie riflessioni sulla grafia che coinvolgono poeti (Alberini, Sindici, Zanazzo) o studiosi (Sabatini). A grafie "scientifiche" come quella belliana (o quella proposta da Augusto Sindici, di fatto mai uscita da un uso più che privato), si contrappone un'opera uniformatrice (o livellatrice) portata avanti da Sabatini e Zanazzo: quest'opera non è, però, un mero sforzo erudito, ma rientra in un progetto che è a un tempo linguistico, culturale e politico. Un progetto, in ultima analisi, che è diretto figlio dell'appena avvenuta unificazione del Paese.
«Scrivo mejo assai de lo stampato»: questioni di grafia nelle 'Voci dell'antico dialetto romanesco'
Giulio Vaccaro
2011
Abstract
A partire dalla seconda metà dell'Ottocento, a partire dall'influsso belliano, si sviluppano in area romanesca varie riflessioni sulla grafia che coinvolgono poeti (Alberini, Sindici, Zanazzo) o studiosi (Sabatini). A grafie "scientifiche" come quella belliana (o quella proposta da Augusto Sindici, di fatto mai uscita da un uso più che privato), si contrappone un'opera uniformatrice (o livellatrice) portata avanti da Sabatini e Zanazzo: quest'opera non è, però, un mero sforzo erudito, ma rientra in un progetto che è a un tempo linguistico, culturale e politico. Un progetto, in ultima analisi, che è diretto figlio dell'appena avvenuta unificazione del Paese.| File | Dimensione | Formato | |
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