Cosa vuol dire apprendere le forme flesse di un verbo in una lingua come l'italiano? Attraverso quali processi mentali e quali strutture cognitive un parlante è in grado di memorizzare, strutturare ed estendere a parole mai ascoltate prima i dati morfologici cui è esposto nel corso dell'apprendimento? Quali risposte sono disponibili allo stato attuale delle ricerche, e quanto sono soddisfacenti? E infine, che cosa ci insegnano queste ricerche riguardo al modo in cui la mente umana associa forma e contenuto nel linguaggio? Questo libro cerca di affrontare buona parte di questi problemi attraverso l'analisi di tre fonti primarie di dati. La prima riguarda l'evidenza del sistema verbale dell'italiano, la sua variabilità dal punto di vista formale, e l'apparentemente caotico pullulare di eccezioni e sacche di sotto-regolarità. Considereremo con attenzione come questi dati sono analizzati in morfologia teorica e con quali strumenti formali. In secondo luogo guarderemo ai dati psicolinguistici relativi all'apprendimento delle parole da parte del bambino, ai suoi errori, alle sue generalizzazioni e alle sue difficoltà, per poi confrontare questi dati sia con i modelli della linguistica teorica che con i modelli computazionali di elaborazione e di apprendimento del linguaggio ad oggi disponibili. Infine, daremo uno sguardo al cambiamento linguistico dal punto di vista diacronico, e in particolare alle direzioni che il sistema verbale dell'italiano ha preso nella sua progressiva deriva dal verbo latino attraverso il tempo.
Paradigmi in morfologia. Un approccio interdisciplinare alla flessione verbale dell'italiano
Vito Pirrelli
2000
Abstract
Cosa vuol dire apprendere le forme flesse di un verbo in una lingua come l'italiano? Attraverso quali processi mentali e quali strutture cognitive un parlante è in grado di memorizzare, strutturare ed estendere a parole mai ascoltate prima i dati morfologici cui è esposto nel corso dell'apprendimento? Quali risposte sono disponibili allo stato attuale delle ricerche, e quanto sono soddisfacenti? E infine, che cosa ci insegnano queste ricerche riguardo al modo in cui la mente umana associa forma e contenuto nel linguaggio? Questo libro cerca di affrontare buona parte di questi problemi attraverso l'analisi di tre fonti primarie di dati. La prima riguarda l'evidenza del sistema verbale dell'italiano, la sua variabilità dal punto di vista formale, e l'apparentemente caotico pullulare di eccezioni e sacche di sotto-regolarità. Considereremo con attenzione come questi dati sono analizzati in morfologia teorica e con quali strumenti formali. In secondo luogo guarderemo ai dati psicolinguistici relativi all'apprendimento delle parole da parte del bambino, ai suoi errori, alle sue generalizzazioni e alle sue difficoltà, per poi confrontare questi dati sia con i modelli della linguistica teorica che con i modelli computazionali di elaborazione e di apprendimento del linguaggio ad oggi disponibili. Infine, daremo uno sguardo al cambiamento linguistico dal punto di vista diacronico, e in particolare alle direzioni che il sistema verbale dell'italiano ha preso nella sua progressiva deriva dal verbo latino attraverso il tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


