The essay offers an impartial evaluation from an international law viewpoint, of the improvements in the monitoring system of the New York Convention on the Rights of the Child (CRC, 1989) that can be reasonably expected from adoption by the UN General Assembly of the Optional Protocol on a Communications Procedure, in December 2011. It is structured in an introduction and three parts. Introductory notes explain why international control over implementation by States parties is necessary, especially as far economic, social and cultural rights of children are concerned (para. 1). In-depth examination of the composition, competences and powers of the CRC Committee follows, as these are established under the CRC and the two Optional Protocols of 2000 that complement the CRC substantive provisions. This part of the work contains also many references to the monitoring practice of the CRC Committe and the other human rights treaty bodies. The author has no doubts that a monitoring system relying, merely, on state self-reporting is not enough (para. 2). In the second part, the drafting history and the contents of the Protocol of 2011 are commented, in relation to: individual communications (para. 3), inter-state claims and the inquiry procedure (para. 4). Sadly, efforts from some States, human rights institutions and NGOs to further introduce a collective complaint procedure were unsuccessful (para. 5). Conclusive remarks in the third part (para. 6) concentrate on perspectives for the 2011 Protocol implementation, with regard to: a) its relationship with the CRC and the 2000 Protocols, bearing in mind that the scope of application 'ratione personarum' of all these treaties does not coincide, and b) the clause on reservations, whose consistency with the International Law Commission relevant guidelines and the very purposes of the 2011 Protocol cannot be assessed if not in the light of the future State practice.

Questo saggio è un contributo ai due volumi in omaggio alla Professoressa Maria Rita Saulle, eminente giurista italiana tra i maggiori esperti di diritti umani e uno dei 'padri fondatori' della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (CRC) del 1989. Esso propone un'analisi imparziale dei miglioramenti che è lecito attendersi nel funzionamento del meccanismo di controllo della Convenzione, dopo l'adozione del nuovo Protocollo facoltativo del 2011. Come noto, esso ha introdotto una procedura di comunicazione e altre procedure di controllo attivabili davanti al Comitato dei diritti del fanciullo. Il saggio è strutturato in una introduzione e tre parti. Le osservazioni introduttive riguardano le ragioni dell'istituzione di un meccanismo di controllo sull'applicazione della Convenzione da parte degli Stati, specie in relazione ai diritti economici, sociali e culturali dei minori (par. 1). Segue l'esame della composizione, delle competenze e dei poteri del Comitato, quali stabiliti dalle pertinenti disposizioni della Convenzione e dei due Protocolli facoltativi del 2000: se ne ricava l'insufficienza di un sistema di monitoraggio fondato esclusivamente sull'esame di rapporti statali (para. 2). La seconda parte è incentrata sulla valutazione dei lavori preparatori e delle norme poi racchiuse nel testo finale del Protocollo, con riguardo alle comunicazioni individuali (par. 3), ai ricorsi inter-statali e alla procedura d'inchiesta (par. 4), nonché alla deludente assenza di norme relative a comunicazioni collettive (par. 5). La terza e ultima parte riguarda le prospettive di applicazione del Protocollo per due importanti aspetti. Il primo è quello delle sue relazioni con la Convenzione e con i due Protocolli del 2000 relativamente alla sfera di efficacia soggettiva, che non è coincidente. Il secondo attiene alle riserve come disciplinate nel Protocollo e ad alcune questioni dubbie che ne discendono rispetto alle linee guida elaborate in materia dalla Commissione del Diritto internazionale e alle stesse finalità del Protocollo, questioni che solo la prassi pertinente degli Stati potrà chiarire.

Ricorsi individuali (ma non collettivi) al Comitato per i diritti del bambino nel Protocollo del 2011 alla Convenzione di New York

Ferrajolo;Ornella
2014

Abstract

The essay offers an impartial evaluation from an international law viewpoint, of the improvements in the monitoring system of the New York Convention on the Rights of the Child (CRC, 1989) that can be reasonably expected from adoption by the UN General Assembly of the Optional Protocol on a Communications Procedure, in December 2011. It is structured in an introduction and three parts. Introductory notes explain why international control over implementation by States parties is necessary, especially as far economic, social and cultural rights of children are concerned (para. 1). In-depth examination of the composition, competences and powers of the CRC Committee follows, as these are established under the CRC and the two Optional Protocols of 2000 that complement the CRC substantive provisions. This part of the work contains also many references to the monitoring practice of the CRC Committe and the other human rights treaty bodies. The author has no doubts that a monitoring system relying, merely, on state self-reporting is not enough (para. 2). In the second part, the drafting history and the contents of the Protocol of 2011 are commented, in relation to: individual communications (para. 3), inter-state claims and the inquiry procedure (para. 4). Sadly, efforts from some States, human rights institutions and NGOs to further introduce a collective complaint procedure were unsuccessful (para. 5). Conclusive remarks in the third part (para. 6) concentrate on perspectives for the 2011 Protocol implementation, with regard to: a) its relationship with the CRC and the 2000 Protocols, bearing in mind that the scope of application 'ratione personarum' of all these treaties does not coincide, and b) the clause on reservations, whose consistency with the International Law Commission relevant guidelines and the very purposes of the 2011 Protocol cannot be assessed if not in the light of the future State practice.
2014
Istituto di Studi Giuridici Internazionali - ISGI
978-88-6342-652-6
Questo saggio è un contributo ai due volumi in omaggio alla Professoressa Maria Rita Saulle, eminente giurista italiana tra i maggiori esperti di diritti umani e uno dei 'padri fondatori' della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo (CRC) del 1989. Esso propone un'analisi imparziale dei miglioramenti che è lecito attendersi nel funzionamento del meccanismo di controllo della Convenzione, dopo l'adozione del nuovo Protocollo facoltativo del 2011. Come noto, esso ha introdotto una procedura di comunicazione e altre procedure di controllo attivabili davanti al Comitato dei diritti del fanciullo. Il saggio è strutturato in una introduzione e tre parti. Le osservazioni introduttive riguardano le ragioni dell'istituzione di un meccanismo di controllo sull'applicazione della Convenzione da parte degli Stati, specie in relazione ai diritti economici, sociali e culturali dei minori (par. 1). Segue l'esame della composizione, delle competenze e dei poteri del Comitato, quali stabiliti dalle pertinenti disposizioni della Convenzione e dei due Protocolli facoltativi del 2000: se ne ricava l'insufficienza di un sistema di monitoraggio fondato esclusivamente sull'esame di rapporti statali (para. 2). La seconda parte è incentrata sulla valutazione dei lavori preparatori e delle norme poi racchiuse nel testo finale del Protocollo, con riguardo alle comunicazioni individuali (par. 3), ai ricorsi inter-statali e alla procedura d'inchiesta (par. 4), nonché alla deludente assenza di norme relative a comunicazioni collettive (par. 5). La terza e ultima parte riguarda le prospettive di applicazione del Protocollo per due importanti aspetti. Il primo è quello delle sue relazioni con la Convenzione e con i due Protocolli del 2000 relativamente alla sfera di efficacia soggettiva, che non è coincidente. Il secondo attiene alle riserve come disciplinate nel Protocollo e ad alcune questioni dubbie che ne discendono rispetto alle linee guida elaborate in materia dalla Commissione del Diritto internazionale e alle stesse finalità del Protocollo, questioni che solo la prassi pertinente degli Stati potrà chiarire.
diritti dei minori
trattati internazionali
meccanismi internazionali di controllo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/265431
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