Il contesto ambientale, indoor e outdoor, nel quale il bene culturale è inserito configura un processo di interazione caratterizzato da una precisa cinetica. Ogni azione di intervento, tecnologicamente supportata o meno, su di un bene culturale determina un discrimine netto tra un ante e un post. Questi due fattori sono determinanti nel ciclo di vita del bene stesso e impongono una continua e attenta vigilanza che, soprattutto, produca organizzazione di dati eterogenei, registrazione temporale degli stessi e, infine, intelligenza nella loro confrontabilità e nella loro integrazione. Si tratta, in sostanza, di individuare metodologie e tecnologie abilitanti per sistemi smart di monitoraggio, modularmente concepiti, tali da poter essere, in forme semplificate, già strumento di conoscenza e di programmazione per gli stessi restauratori. Orientati su queste finalità, sono state progettate e sperimentate metodologie basate sull'utilizzazione di specifiche tecnologie, tali per cui momenti diversificati nell'approccio dinamico e diacronico dell'analisi sullo stato di conservazione del bene non fossero intesi come fasi separate, anche se propedeutiche le une nei confronti delle altre, ma piuttosto come un unicum processuale. Due momenti fondamentali di questo unicum sono relativi alla acquisizione elaborazione modellazione dei dati geometrici che restituiscono la morfologia del bene (ai livelli di dettaglio congrui con le finalità di studio) e alla gestione, in ambienti appropriati allo scopo, di tali dati interrelati ad altri che restituiscano la "descrizione" dello stato di salute del bene relativamente anche alla caratterizzazione dei materiali costitutivi. Il connotato principale deve essere dato dalla semplicità d'uso, dai costi contenuti e dalla ripetibilità che tali tecnologie, sia sotto il profilo hw che sotto quello sw, devono garantire a fronte di un accurato ed affidabile livello di precisione del dato, acquisito elaborato ed integrato. Sono state sperimentate tecniche multi-immagine basate sui principi della fotogrammetria per l'acquisizione del dato geometrico e tecnologie GIS per l'integrazione di dati eterogenei. Il case-history che viene presentato è relativo ai dipinti murali presenti nelle camere non aperte al pubblico della Catacomba di Domitilla (Roma, III - V sec. d.C.), oggetto di interventi di pulitura mediante ablazione laser nell'ambito di un progetto sviluppato dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Più in generale, il tema è al centro di un progetto in via di sviluppo e che nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza BB.CC.AA. della Regione Valle d'Aosta, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e l'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR.

L'ambiente e gli interventi conservativi sui beni culturali: tecnologie smart per il monitoraggio. Proposte e sperimentazioni verso un progetto

Paolo Salonia
2013

Abstract

Il contesto ambientale, indoor e outdoor, nel quale il bene culturale è inserito configura un processo di interazione caratterizzato da una precisa cinetica. Ogni azione di intervento, tecnologicamente supportata o meno, su di un bene culturale determina un discrimine netto tra un ante e un post. Questi due fattori sono determinanti nel ciclo di vita del bene stesso e impongono una continua e attenta vigilanza che, soprattutto, produca organizzazione di dati eterogenei, registrazione temporale degli stessi e, infine, intelligenza nella loro confrontabilità e nella loro integrazione. Si tratta, in sostanza, di individuare metodologie e tecnologie abilitanti per sistemi smart di monitoraggio, modularmente concepiti, tali da poter essere, in forme semplificate, già strumento di conoscenza e di programmazione per gli stessi restauratori. Orientati su queste finalità, sono state progettate e sperimentate metodologie basate sull'utilizzazione di specifiche tecnologie, tali per cui momenti diversificati nell'approccio dinamico e diacronico dell'analisi sullo stato di conservazione del bene non fossero intesi come fasi separate, anche se propedeutiche le une nei confronti delle altre, ma piuttosto come un unicum processuale. Due momenti fondamentali di questo unicum sono relativi alla acquisizione elaborazione modellazione dei dati geometrici che restituiscono la morfologia del bene (ai livelli di dettaglio congrui con le finalità di studio) e alla gestione, in ambienti appropriati allo scopo, di tali dati interrelati ad altri che restituiscano la "descrizione" dello stato di salute del bene relativamente anche alla caratterizzazione dei materiali costitutivi. Il connotato principale deve essere dato dalla semplicità d'uso, dai costi contenuti e dalla ripetibilità che tali tecnologie, sia sotto il profilo hw che sotto quello sw, devono garantire a fronte di un accurato ed affidabile livello di precisione del dato, acquisito elaborato ed integrato. Sono state sperimentate tecniche multi-immagine basate sui principi della fotogrammetria per l'acquisizione del dato geometrico e tecnologie GIS per l'integrazione di dati eterogenei. Il case-history che viene presentato è relativo ai dipinti murali presenti nelle camere non aperte al pubblico della Catacomba di Domitilla (Roma, III - V sec. d.C.), oggetto di interventi di pulitura mediante ablazione laser nell'ambito di un progetto sviluppato dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Più in generale, il tema è al centro di un progetto in via di sviluppo e che nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza BB.CC.AA. della Regione Valle d'Aosta, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e l'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR.
2013
978-88-6336-202-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/271772
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