L’impatto sulla prognosi a medio e lungo termine delle procedure di rivascolarizzazione nei pazienti con disfunzione sistolica cronica del ventricolo sinistro dovuta a malattia coronarica è tuttora incerto. L’identificazione di segmenti di miocardio disfunzionali con vitalità residua che può migliorare dopo la rivascolarizzazione è fondamentale per la gestione successiva di questi pazienti. Il miocardio ibernato (cioè tessuto cronicamente disfunzionale ma ancora vitale) può essere identificato con la tomografia ad emissione di positroni e la risonanza magnetica cardiaca e la sua presenza ed estensione possono predire il recupero funzionale dopo la rivascolarizzazione. Prima che i betabloccanti fossero introdotti come trattamento standard per lo scompenso cardiaco, la rivascolarizzazione chirurgica sembrava migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Oggi, nuove terapie farmacologiche e dispositivi per la terapia di resincronizzazione e la defibrillazione hanno migliorato la prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco e il loro utilizzo è supportato da una serie di studi clinici. Lo studio STICH (Surgical Treatment for Ischemic Heart Failure), appena concluso, ha valutato il beneficio prognostico aggiuntivo della rivascolarizzazione nei pazienti con dis­funzione ischemica del ventricolo sinistro. In questa rassegna verranno presentati i meccanismi fisiopatologici, i principali studi clinici e le metanalisi che si sono occupate di questo argomento negli ultimi quattro decenni. Inoltre verrà brevemente esposta la proposta di uno studio randomizzato per valutare l’effetto della rivascolarizzazione del miocardio ibernato.

Rivascolarizzazione del miocardio ibernato: un problema clinico ancora irrisolto

2012

Abstract

L’impatto sulla prognosi a medio e lungo termine delle procedure di rivascolarizzazione nei pazienti con disfunzione sistolica cronica del ventricolo sinistro dovuta a malattia coronarica è tuttora incerto. L’identificazione di segmenti di miocardio disfunzionali con vitalità residua che può migliorare dopo la rivascolarizzazione è fondamentale per la gestione successiva di questi pazienti. Il miocardio ibernato (cioè tessuto cronicamente disfunzionale ma ancora vitale) può essere identificato con la tomografia ad emissione di positroni e la risonanza magnetica cardiaca e la sua presenza ed estensione possono predire il recupero funzionale dopo la rivascolarizzazione. Prima che i betabloccanti fossero introdotti come trattamento standard per lo scompenso cardiaco, la rivascolarizzazione chirurgica sembrava migliorare la sopravvivenza in questi pazienti. Oggi, nuove terapie farmacologiche e dispositivi per la terapia di resincronizzazione e la defibrillazione hanno migliorato la prognosi dei pazienti con scompenso cardiaco e il loro utilizzo è supportato da una serie di studi clinici. Lo studio STICH (Surgical Treatment for Ischemic Heart Failure), appena concluso, ha valutato il beneficio prognostico aggiuntivo della rivascolarizzazione nei pazienti con dis­funzione ischemica del ventricolo sinistro. In questa rassegna verranno presentati i meccanismi fisiopatologici, i principali studi clinici e le metanalisi che si sono occupate di questo argomento negli ultimi quattro decenni. Inoltre verrà brevemente esposta la proposta di uno studio randomizzato per valutare l’effetto della rivascolarizzazione del miocardio ibernato.
2012
Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare - IBFM
Malattia coronarica
Miocardio ibernato
Rivascolarizzazione miocardica
Tessuto vitale
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/27704
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact