La disponibilità del ferro (Fe) nel suolo molto spesso può essere inferiore rispetto ai fabbisogni nutrizionali delle specie coltivate. Per far fronte a tale limitazione, le piante, tra le diverse strategie adottate, attivano un processo di rilascio di sostanze organiche ed inorganiche alla rizosfera per mobilizzare il Fe dalle fonti scarsamente disponibili. Relativamente a questo aspetto, ad oggi ancora poco si conosce delle dinamiche di rilascio radicale dei diversi (per natura e proprietà) composti e degli effetti di questi essudati radicali sui processi biogeochimici del suolo.L´obiettivo del presente lavoro è quello di confrontare il pattern qualiquantitativo degli essudati radicali rilasciati da piante di orzo, pomodoro e cetriolo e di valutare la loro diversa efficienza nel mobilizzare il Fe da un suolo calcareo considerando anche l'effetto sulla mineralogica. A tale scopo, le piante, allevate in soluzioni nutritive prive di Fe fino alla comparsa dei primi sintomi fogliari della carenza, sono state messe a contatto con un suolo calcareo per 6 giorni mediante il metodo RHIZO-test. Gli essudati radicali raccolti in idroponica ed estratti dal suolo sono stati quindi analizzati mediante HPLC e metodi colorimetrici. L´effetto degli essudati sui minerali del suolo è stato valutato tramite XRD e SEM-EDX. Infine il contenuto dei nutrienti nei tessuti vegetali è stato misurato mediante ICP-OES. I risultati hanno mostrato che il pattern quali-quantitativo del rilascio di essudati non dipende esclusivamente dalla carenza nutrizionale e dalla specie considerata, ma è fortemente influenzato dal substrato di crescita (suolo vs. idroponica). Inoltre, l'efficienza di mobilizzazione del Fe risultava marcatamente più elevata (+140%) nel caso delle piante di orzo rispetto alle altre due specie vegetali considerate. Relativamente alle alterazioni mineralogiche conseguenti al rilascio degli essudati, queste hanno interessato soprattutto la fase argillosa, carbonatica e amorfa.
Ruolo degli essudati radicali nella mobilizzazione del Fe da un suolo calcareo: effetto carenza, substrato e specie vegetale
Medici Luca;
2014
Abstract
La disponibilità del ferro (Fe) nel suolo molto spesso può essere inferiore rispetto ai fabbisogni nutrizionali delle specie coltivate. Per far fronte a tale limitazione, le piante, tra le diverse strategie adottate, attivano un processo di rilascio di sostanze organiche ed inorganiche alla rizosfera per mobilizzare il Fe dalle fonti scarsamente disponibili. Relativamente a questo aspetto, ad oggi ancora poco si conosce delle dinamiche di rilascio radicale dei diversi (per natura e proprietà) composti e degli effetti di questi essudati radicali sui processi biogeochimici del suolo.L´obiettivo del presente lavoro è quello di confrontare il pattern qualiquantitativo degli essudati radicali rilasciati da piante di orzo, pomodoro e cetriolo e di valutare la loro diversa efficienza nel mobilizzare il Fe da un suolo calcareo considerando anche l'effetto sulla mineralogica. A tale scopo, le piante, allevate in soluzioni nutritive prive di Fe fino alla comparsa dei primi sintomi fogliari della carenza, sono state messe a contatto con un suolo calcareo per 6 giorni mediante il metodo RHIZO-test. Gli essudati radicali raccolti in idroponica ed estratti dal suolo sono stati quindi analizzati mediante HPLC e metodi colorimetrici. L´effetto degli essudati sui minerali del suolo è stato valutato tramite XRD e SEM-EDX. Infine il contenuto dei nutrienti nei tessuti vegetali è stato misurato mediante ICP-OES. I risultati hanno mostrato che il pattern quali-quantitativo del rilascio di essudati non dipende esclusivamente dalla carenza nutrizionale e dalla specie considerata, ma è fortemente influenzato dal substrato di crescita (suolo vs. idroponica). Inoltre, l'efficienza di mobilizzazione del Fe risultava marcatamente più elevata (+140%) nel caso delle piante di orzo rispetto alle altre due specie vegetali considerate. Relativamente alle alterazioni mineralogiche conseguenti al rilascio degli essudati, queste hanno interessato soprattutto la fase argillosa, carbonatica e amorfa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


