Nell'articolo si discute l'uso delle fonti diplomatiche tardoantiche e medievali in latino come serbatoio di informazioni linguistiche, discutendo una serie di tratti volgari riscontrabili nelle carte del Codice diplomatico longobardo di L. Schiaparelli (1929-1933) e in edizioni di carte di di epoca più recente. Dopo aver discusso il grado di aderenza della lingua delle carte alla lingua parlata e adottato la distinzione di F. Sabatini parti di formulario e «parti libere» si affronta le modalità di resa grafica delle vocali toniche e della lenizione delle sorde intervocaliche in posizione tra vocali e in nessi occlusiva + liquida. In fine, si mette in guardia contro la tendenza di pensare che tutto ciò che si discosta dalla norma classica del latino provenga dalla lingua volgare.
Tra linguistica e fonti diplomatiche: quello che le carte dicono e non dicono
Larson;
2000
Abstract
Nell'articolo si discute l'uso delle fonti diplomatiche tardoantiche e medievali in latino come serbatoio di informazioni linguistiche, discutendo una serie di tratti volgari riscontrabili nelle carte del Codice diplomatico longobardo di L. Schiaparelli (1929-1933) e in edizioni di carte di di epoca più recente. Dopo aver discusso il grado di aderenza della lingua delle carte alla lingua parlata e adottato la distinzione di F. Sabatini parti di formulario e «parti libere» si affronta le modalità di resa grafica delle vocali toniche e della lenizione delle sorde intervocaliche in posizione tra vocali e in nessi occlusiva + liquida. In fine, si mette in guardia contro la tendenza di pensare che tutto ciò che si discosta dalla norma classica del latino provenga dalla lingua volgare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


