L'industria del turismo continua ad attraversare un periodo di intenso sviluppo. Secondo le stime dell'UNWTO, il 2013 ha fatto registrare un anno da record per quanto riguarda gli arrivi internazionali, in quanto attestatisi all'impressionante cifra di 1 miliardo e 87 milioni, circa il 5% in più rispetto all'anno precedente. Anche le recenti stime per il 2014 sono in linea con questa tendenza. Si parla di un ulteriore incremento rispetto al 2013 tra il 4 ed il 4,5%. Se queste cifre fossero confermate si registrerebbe una crescita addirittura superiore alle previsioni di lungo termine e stimate al 3,8%. Non a caso l'attuale segretario generale dell'UNWTO Taleb Rifai ha dichiarato che "i risultati positivi del 2013 e la ripresa economica attesa per il 2014 lasciano intravedere un altro anno positivo per il turismo internazionale. In uno scenario del genere, l'UNWTO invita i governi nazionali a mettere in campo strategie di supporto al settore e a mantenere gli impegni presi in favore di una crescita equa e sostenibile" . Se si guarda alle performance continentali, Asia e Pacifico fanno registrare i migliori risultati su scala mondiale (+6%), seguiti dall'Africa (+5.6%) e dalle Americhe (+3,6%). Ottime le performance dell'Europa che fanno registrare una crescita del +5,4%, generata principalmente dalle aree Centro-orientale (+6,9%) e Meridionale/Mediterranea (+6,1%), nonostante le aree dell'Europa occidentale (+4,2%) e Settentrionale (+4,1%) si attestino su valori comunque elevati. In quest'ambito, l'Italia si posiziona a metà classifica nel rating delle 10 destinazioni internazionali, potendo contare su 46 milioni di arrivi internazionali - preceduta dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Spagna - e su un ritorno di spesa turistica internazionale di circa 41 miliardi di dollari. L'industria turistica italiana conferma, nel 2013, il suo ruolo di importante motore dell'economia del Paese : il contributo totale del turismo all'economia italiana nel 2013 è stato pari a 159,6 miliardi di euro, corrispondente al 10,3% del PIL. Rispetto al 2012, si registra una live flessione, ma le previsioni per il 2014 indicano un ritorno alla crescita, grazie a un incremento del 2,1% che dovrebbe portare il valore economico del settore a 163 miliardi di euro. Il valore dell'industria turistica per l'economia italiana è superiore a quello registrato con riferimento alla media europea: il 9,5% contro e l'8,7%. Nonostante ciò, i livelli di crescita del turismo italiano non sono al passo con i trend più generali: nel 2014, si prevede una crescita del 4,3% del contributo al PIL dell'industria turistica mondiale e del 2,9% per l'industria turistica europea. Secondo i risultati del Travel & Tourism Competitiveness Report con cui il World Economic Forum misura la competitività turistica di 140 paesi del mondo, l'Italia è penultima fra i paesi dell'Europa occidentale. L'inestimabile patrimonio artistico e culturale e una buona dotazione di risorse per l'accessibilità e l'accoglienza, non sono sufficienti per garantire che l'Italia si posizioni tra le migliori destinazioni al mondo. Il nostro Paese risente della mancanza di un adeguato sistema di leggi e politiche capaci di supportare un reale sviluppo del turismo. Rapporti qualità/prezzo superiori alla media, elevata stagionalità dei flussi, scarsa attenzione alla sicurezza ed alla sostenibilità ambientale, basso livello di formazione del personale, inefficacia delle azioni di marketing turistico, difficoltà nella predisposizione all'accoglienza verso i visitatori stranieri, sono solo alcune delle cause che influenzano negativamente sulla competitività turistica della destinazione Italia. Partendo da queste considerazioni il contributo è finalizzato ad indagare le componenti da cui scaturisce il posizionamento competitivo di un territorio, mediante l'applicazione del modello concettuale elaborato nelle precedenti edizioni (Lo Presti, Maggiore, Micera, 2011; Crouch, 2010) ad una delle destinazioni turistiche che negli ultimi tre anni è apparsa la più dinamica nell'evoluzione dei flussi di turisti che si sono generati. La scelta è avvenuta mediante un attento lavoro di mappatura che ha permesso prima di stilare una classifica delle "destinazioni turistiche diffuse" e successivamente quelle che hanno fatto registrare negli ultimi anni tassi di crescita delle presenze positivi, in cui quella qui analizzata figura ai primi posti . In questa direzione saranno individuati ed analizzati i fattori rappresentativi della forza competitiva della destinazione, fornendo un'interpretazione critica delle motivazioni che hanno determinato una migliore dinamica di sviluppo rispetto ad altre destinazioni italiane. Si forniranno, inoltre, indicazioni circa la formulazione di strategie di sviluppo finalizzate a differenziare l'offerta turistica per rafforzare l'identità e l'immagine di questo territorio a livello internazionale.
La competitività dei territori. (La Sicilia Costa Meridionale)
Micera R
2013
Abstract
L'industria del turismo continua ad attraversare un periodo di intenso sviluppo. Secondo le stime dell'UNWTO, il 2013 ha fatto registrare un anno da record per quanto riguarda gli arrivi internazionali, in quanto attestatisi all'impressionante cifra di 1 miliardo e 87 milioni, circa il 5% in più rispetto all'anno precedente. Anche le recenti stime per il 2014 sono in linea con questa tendenza. Si parla di un ulteriore incremento rispetto al 2013 tra il 4 ed il 4,5%. Se queste cifre fossero confermate si registrerebbe una crescita addirittura superiore alle previsioni di lungo termine e stimate al 3,8%. Non a caso l'attuale segretario generale dell'UNWTO Taleb Rifai ha dichiarato che "i risultati positivi del 2013 e la ripresa economica attesa per il 2014 lasciano intravedere un altro anno positivo per il turismo internazionale. In uno scenario del genere, l'UNWTO invita i governi nazionali a mettere in campo strategie di supporto al settore e a mantenere gli impegni presi in favore di una crescita equa e sostenibile" . Se si guarda alle performance continentali, Asia e Pacifico fanno registrare i migliori risultati su scala mondiale (+6%), seguiti dall'Africa (+5.6%) e dalle Americhe (+3,6%). Ottime le performance dell'Europa che fanno registrare una crescita del +5,4%, generata principalmente dalle aree Centro-orientale (+6,9%) e Meridionale/Mediterranea (+6,1%), nonostante le aree dell'Europa occidentale (+4,2%) e Settentrionale (+4,1%) si attestino su valori comunque elevati. In quest'ambito, l'Italia si posiziona a metà classifica nel rating delle 10 destinazioni internazionali, potendo contare su 46 milioni di arrivi internazionali - preceduta dalla Francia, dagli Stati Uniti, dalla Cina e dalla Spagna - e su un ritorno di spesa turistica internazionale di circa 41 miliardi di dollari. L'industria turistica italiana conferma, nel 2013, il suo ruolo di importante motore dell'economia del Paese : il contributo totale del turismo all'economia italiana nel 2013 è stato pari a 159,6 miliardi di euro, corrispondente al 10,3% del PIL. Rispetto al 2012, si registra una live flessione, ma le previsioni per il 2014 indicano un ritorno alla crescita, grazie a un incremento del 2,1% che dovrebbe portare il valore economico del settore a 163 miliardi di euro. Il valore dell'industria turistica per l'economia italiana è superiore a quello registrato con riferimento alla media europea: il 9,5% contro e l'8,7%. Nonostante ciò, i livelli di crescita del turismo italiano non sono al passo con i trend più generali: nel 2014, si prevede una crescita del 4,3% del contributo al PIL dell'industria turistica mondiale e del 2,9% per l'industria turistica europea. Secondo i risultati del Travel & Tourism Competitiveness Report con cui il World Economic Forum misura la competitività turistica di 140 paesi del mondo, l'Italia è penultima fra i paesi dell'Europa occidentale. L'inestimabile patrimonio artistico e culturale e una buona dotazione di risorse per l'accessibilità e l'accoglienza, non sono sufficienti per garantire che l'Italia si posizioni tra le migliori destinazioni al mondo. Il nostro Paese risente della mancanza di un adeguato sistema di leggi e politiche capaci di supportare un reale sviluppo del turismo. Rapporti qualità/prezzo superiori alla media, elevata stagionalità dei flussi, scarsa attenzione alla sicurezza ed alla sostenibilità ambientale, basso livello di formazione del personale, inefficacia delle azioni di marketing turistico, difficoltà nella predisposizione all'accoglienza verso i visitatori stranieri, sono solo alcune delle cause che influenzano negativamente sulla competitività turistica della destinazione Italia. Partendo da queste considerazioni il contributo è finalizzato ad indagare le componenti da cui scaturisce il posizionamento competitivo di un territorio, mediante l'applicazione del modello concettuale elaborato nelle precedenti edizioni (Lo Presti, Maggiore, Micera, 2011; Crouch, 2010) ad una delle destinazioni turistiche che negli ultimi tre anni è apparsa la più dinamica nell'evoluzione dei flussi di turisti che si sono generati. La scelta è avvenuta mediante un attento lavoro di mappatura che ha permesso prima di stilare una classifica delle "destinazioni turistiche diffuse" e successivamente quelle che hanno fatto registrare negli ultimi anni tassi di crescita delle presenze positivi, in cui quella qui analizzata figura ai primi posti . In questa direzione saranno individuati ed analizzati i fattori rappresentativi della forza competitiva della destinazione, fornendo un'interpretazione critica delle motivazioni che hanno determinato una migliore dinamica di sviluppo rispetto ad altre destinazioni italiane. Si forniranno, inoltre, indicazioni circa la formulazione di strategie di sviluppo finalizzate a differenziare l'offerta turistica per rafforzare l'identità e l'immagine di questo territorio a livello internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.