L'impiego dell'elemento liquido in funzione di barriera difensiva o come medium di conquista territoriale, l'acqua come fonte di approvvigionamento e insieme come insidia naturale da cui prendere le distanze, sono solo alcuni degli aspetti della convivenza tra uomo e acqua presi in considerazione dalla tradizione trattatistica militare. Tra epoca romana e medievale, infatti, una lunga serie di scritti tramanda norme che, classificando le potenzialità e le insidie dell'habitat naturale, dettano le migliori soluzioni per lo sfruttamento e la gestione. Si può parlare di una vera e propria "strategia dell'acqua", cioè un corpo codificato di norme, frutto del sedimentarsi di conoscenze empiriche di meccanica, di idrologia, di idraulica ecc. messe al servizio dello stratega ideale. Se ne deduce una visione piuttosto chiara degli equilibri tra insediamento e zone umide e un certo pragmatismo nella soluzione dei problemi posti dalla convivenza. L'esistenza di questa "strategia dell'acqua" appare tanto più intrigante quanto più numerosi sono i casi documentati dalla storiografia e dall'archeologia dell'applicazione delle sue norme alla realtà fattuale, a conferma non solo della fortuna letteraria dei praecepta, ma soprattutto della loro efficacia, al punto da risultare validi fino ai giorni nostri. In un ambito cronologico che abbraccia tardo antico e medioevo, il contributo intende offrire, da un lato, una panoramica dei contenuti della trattatistica militare in merito alla convivenza tra uomo e habitat liquido, dall'altro, sostanziare con casi studio specifici, selezionati nell'Italia meridionale, l'impatto che le teorizzazioni hanno avuto nella geografia insediativa.

La strategia dell'acqua: la gestione dell'habitat liquido nella prassi militare tra antichità e medioevo

Laura Genovese
2014

Abstract

L'impiego dell'elemento liquido in funzione di barriera difensiva o come medium di conquista territoriale, l'acqua come fonte di approvvigionamento e insieme come insidia naturale da cui prendere le distanze, sono solo alcuni degli aspetti della convivenza tra uomo e acqua presi in considerazione dalla tradizione trattatistica militare. Tra epoca romana e medievale, infatti, una lunga serie di scritti tramanda norme che, classificando le potenzialità e le insidie dell'habitat naturale, dettano le migliori soluzioni per lo sfruttamento e la gestione. Si può parlare di una vera e propria "strategia dell'acqua", cioè un corpo codificato di norme, frutto del sedimentarsi di conoscenze empiriche di meccanica, di idrologia, di idraulica ecc. messe al servizio dello stratega ideale. Se ne deduce una visione piuttosto chiara degli equilibri tra insediamento e zone umide e un certo pragmatismo nella soluzione dei problemi posti dalla convivenza. L'esistenza di questa "strategia dell'acqua" appare tanto più intrigante quanto più numerosi sono i casi documentati dalla storiografia e dall'archeologia dell'applicazione delle sue norme alla realtà fattuale, a conferma non solo della fortuna letteraria dei praecepta, ma soprattutto della loro efficacia, al punto da risultare validi fino ai giorni nostri. In un ambito cronologico che abbraccia tardo antico e medioevo, il contributo intende offrire, da un lato, una panoramica dei contenuti della trattatistica militare in merito alla convivenza tra uomo e habitat liquido, dall'altro, sostanziare con casi studio specifici, selezionati nell'Italia meridionale, l'impatto che le teorizzazioni hanno avuto nella geografia insediativa.
2014
Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali - ICVBC - Sede Sesto Fiorentino
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
978-88-97385-94-3
acqua
guerra
gestione
habitat liquido
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/289234
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