Abstract Lo scopo di questo studio è quello di indagare e ripercorrere le tappe delle significative e progressive trasformazioni ed evoluzione del patrimonio botanico esistente nella Mostra d'Oltremare di Napoli. Con la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare", esposizione voluta dal governo fascista, per divulgare e mettere in "mostra" l'attività del lavoro italiano nelle colonie dell'Africa Orientale; tra il 1938 ed il 1940 si mise in atto una Kermesse progettuale, alla quale parteciparono noti professionisti del panorama nazionale e locale, che diede vita ad uno dei più significativi interventi architettonico urbanisto della Napoli del Novecento. Il parco fieristico della Mostra d'Oltremare, inaugurato il nove maggio del 1940 al cospetto di sua maestà il Re Imperatore Vittorio Emanuele III, sorto nella nuova zona di espansione occidentale della città, ambiva a diventare un fondamentale polo attrattivo per il mosaico paesistico culturale della città di Napoli, le scelte urbanistiche e quelle architettoniche attuate per tale realizzazione tennero conto di molteplici aspetti tra i quali anche quelli ambientali e paesaggistici. La progettazione esecutiva degli spazi verdi fu affidata agli architetti L. Piccinato (1899-1983) e C. Cocchia (1903-1993), che conferirono al verde progettato un'importante ruolo connettivo per l'intero impianto architettonico e urbanistico. I numerosi padiglioni espositivi risultarono immersi in suggestive aree verdi ricche di essenze esotiche, talvolta importate dalle terre d'origine, che riproponevano habitat e flora di ogni una delle colonie d'oltremare. Negli oltre 600.000 mq. destinati originariamente al complesso fieristico furono impiantate 30.000 piante d'alto fusto e circa un milione di piante arbustive ed erbacee. La massa principale del verde era costituita da una variegata e imponente raccolta di palme che conferirono all'ambiente un aspetto mediterraneo e tropicale, abbondanti anche gli esemplari di eucalipti, acacie, pini e magnolie. Il parco arboreo, una sorta di museo botanico a testimonianza del colonialismo italiano, dopo anni di abbandono e degrado dalla fine degli anni '90 grazie a buone pratiche di conservazione del verde, ha conservato esemplari botanici di pregio fino a i giorni nostri. Oggi appare fondamentale adoperarsi per la valorizzazione e conoscenza di quest'importante bene ambientale e culturale.

IL PATRIMONIO BOTANICO IN "MOSTRA" PER I TRIENNALI DELLE TERRE ITALIANE D'OLTREMARE

2015

Abstract

Abstract Lo scopo di questo studio è quello di indagare e ripercorrere le tappe delle significative e progressive trasformazioni ed evoluzione del patrimonio botanico esistente nella Mostra d'Oltremare di Napoli. Con la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare", esposizione voluta dal governo fascista, per divulgare e mettere in "mostra" l'attività del lavoro italiano nelle colonie dell'Africa Orientale; tra il 1938 ed il 1940 si mise in atto una Kermesse progettuale, alla quale parteciparono noti professionisti del panorama nazionale e locale, che diede vita ad uno dei più significativi interventi architettonico urbanisto della Napoli del Novecento. Il parco fieristico della Mostra d'Oltremare, inaugurato il nove maggio del 1940 al cospetto di sua maestà il Re Imperatore Vittorio Emanuele III, sorto nella nuova zona di espansione occidentale della città, ambiva a diventare un fondamentale polo attrattivo per il mosaico paesistico culturale della città di Napoli, le scelte urbanistiche e quelle architettoniche attuate per tale realizzazione tennero conto di molteplici aspetti tra i quali anche quelli ambientali e paesaggistici. La progettazione esecutiva degli spazi verdi fu affidata agli architetti L. Piccinato (1899-1983) e C. Cocchia (1903-1993), che conferirono al verde progettato un'importante ruolo connettivo per l'intero impianto architettonico e urbanistico. I numerosi padiglioni espositivi risultarono immersi in suggestive aree verdi ricche di essenze esotiche, talvolta importate dalle terre d'origine, che riproponevano habitat e flora di ogni una delle colonie d'oltremare. Negli oltre 600.000 mq. destinati originariamente al complesso fieristico furono impiantate 30.000 piante d'alto fusto e circa un milione di piante arbustive ed erbacee. La massa principale del verde era costituita da una variegata e imponente raccolta di palme che conferirono all'ambiente un aspetto mediterraneo e tropicale, abbondanti anche gli esemplari di eucalipti, acacie, pini e magnolie. Il parco arboreo, una sorta di museo botanico a testimonianza del colonialismo italiano, dopo anni di abbandono e degrado dalla fine degli anni '90 grazie a buone pratiche di conservazione del verde, ha conservato esemplari botanici di pregio fino a i giorni nostri. Oggi appare fondamentale adoperarsi per la valorizzazione e conoscenza di quest'importante bene ambientale e culturale.
2015
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
Mostra d'Oltremare-Biodiversità -parco arboreo- Valorizzazione- Conoscenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/291965
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