I sistemi educativi devono affrontare sfide e problemi che derivano sia dalle mutate esigenze della società attuale sia da insufficienze e bisogni a cui è sempre stato difficile offrire soluzioni efficaci. Il modello di apprendimento su cui si basano, legato all'accumulo di contenuti e competenze, è tradizionalmente perseguito attraverso metodologie e percorsi che risultano oggi insufficienti. Di conseguenza, cresce il bisogno di dare a tutti gli studenti metodi, strumenti e abilità che li mettano in grado di rapportarsi efficacemente con una società sempre più accelerata e complessa a cui le tecnologie digitali, la globalizzazione delle relazioni, lo sviluppo scientifico, il crescere dei flussi migratori, le trasformazioni delle strutture familiari e dei comportamenti sociali, per citare solo alcuni dei fattori principali, pongono nuove sfide e necessità (Collins & Halverson, 2010). Da un lato, quindi, c'è la necessità di far fronte alle nuove necessità educative sviluppando competenze che permettano agli studenti di affrontare con strumenti adeguati una realtà profondamente cambiata, ma, dall'altro, c'è anche la necessità di superare difficoltà che, seppur tradizionalmente presenti nei nostri sistemi educativi, hanno bisogno di essere affrontate con nuovi strumenti e strategie. Si pensi, ad esempio, ai risultati di studi internazionali quali quelli OCSE PISA (Programme for International Student Assessment), IEA TIMSS (Trends in Mathematics and Science Study) o PIRLS (Progress in Reading Literacy Study) che mostrano, in modo quantitativo, i problemi rilevanti che la scuola si trova a dover affrontare in settori fondamentali per la preparazione di tutti gli individui quali la matematica, le scienze, la lingua. Mentre gli sviluppi tecnologici e la rete internet rendono possibile accedere a una grande mole di informazioni e conoscenza, l'accento si pone in misura sempre crescente sulla necessità di sviluppare capacità e competenze che possano essere applicate in situazioni e discipline diverse e che siano legate alla capacità di continuare ad imparare lungo tutto il corso dell'esistenza (lifelong learning), così come è stato messo in evidenza anche a livello comunitario nell'Agenda Digitale per l'Europa (EU, 2010), uno dei sette "pilastri" della strategia di Europe 2020. In questo panorama articolato e complesso si colloca il settore di ricerca delle Tecnologie Didattiche che si pone l'obiettivo di studiare e analizzare il ruolo che le nuove tecnologie possono avere nell'innovazione dei processi di insegnamento e apprendimento. Il fuoco è, però, sempre, l'educazione e non la tecnologia. Infatti, innovazione pedagogica e innovazione tecnologia devono procedere in modo non disgiunto: da un lato, infatti, ha scarso valore pedagogico rendere disponibili strumenti nuovi se non si trasformano le strategie educative e le attività in cui chi insegna e chi apprende sono coinvolti. Dall'altro, l'innovazione pedagogica deve basarsi su un'analisi delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e su come queste cambino sostanzialmente, in modo diretto o indiretto, i bisogni, le modalità e i contenuti stessi delle attività di apprendimento e di insegnamento.

Scuola e società della conoscenza

2014

Abstract

I sistemi educativi devono affrontare sfide e problemi che derivano sia dalle mutate esigenze della società attuale sia da insufficienze e bisogni a cui è sempre stato difficile offrire soluzioni efficaci. Il modello di apprendimento su cui si basano, legato all'accumulo di contenuti e competenze, è tradizionalmente perseguito attraverso metodologie e percorsi che risultano oggi insufficienti. Di conseguenza, cresce il bisogno di dare a tutti gli studenti metodi, strumenti e abilità che li mettano in grado di rapportarsi efficacemente con una società sempre più accelerata e complessa a cui le tecnologie digitali, la globalizzazione delle relazioni, lo sviluppo scientifico, il crescere dei flussi migratori, le trasformazioni delle strutture familiari e dei comportamenti sociali, per citare solo alcuni dei fattori principali, pongono nuove sfide e necessità (Collins & Halverson, 2010). Da un lato, quindi, c'è la necessità di far fronte alle nuove necessità educative sviluppando competenze che permettano agli studenti di affrontare con strumenti adeguati una realtà profondamente cambiata, ma, dall'altro, c'è anche la necessità di superare difficoltà che, seppur tradizionalmente presenti nei nostri sistemi educativi, hanno bisogno di essere affrontate con nuovi strumenti e strategie. Si pensi, ad esempio, ai risultati di studi internazionali quali quelli OCSE PISA (Programme for International Student Assessment), IEA TIMSS (Trends in Mathematics and Science Study) o PIRLS (Progress in Reading Literacy Study) che mostrano, in modo quantitativo, i problemi rilevanti che la scuola si trova a dover affrontare in settori fondamentali per la preparazione di tutti gli individui quali la matematica, le scienze, la lingua. Mentre gli sviluppi tecnologici e la rete internet rendono possibile accedere a una grande mole di informazioni e conoscenza, l'accento si pone in misura sempre crescente sulla necessità di sviluppare capacità e competenze che possano essere applicate in situazioni e discipline diverse e che siano legate alla capacità di continuare ad imparare lungo tutto il corso dell'esistenza (lifelong learning), così come è stato messo in evidenza anche a livello comunitario nell'Agenda Digitale per l'Europa (EU, 2010), uno dei sette "pilastri" della strategia di Europe 2020. In questo panorama articolato e complesso si colloca il settore di ricerca delle Tecnologie Didattiche che si pone l'obiettivo di studiare e analizzare il ruolo che le nuove tecnologie possono avere nell'innovazione dei processi di insegnamento e apprendimento. Il fuoco è, però, sempre, l'educazione e non la tecnologia. Infatti, innovazione pedagogica e innovazione tecnologia devono procedere in modo non disgiunto: da un lato, infatti, ha scarso valore pedagogico rendere disponibili strumenti nuovi se non si trasformano le strategie educative e le attività in cui chi insegna e chi apprende sono coinvolti. Dall'altro, l'innovazione pedagogica deve basarsi su un'analisi delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e su come queste cambino sostanzialmente, in modo diretto o indiretto, i bisogni, le modalità e i contenuti stessi delle attività di apprendimento e di insegnamento.
2014
Istituto per le Tecnologie Didattiche - ITD - Sede Genova
978 88 8080 126 9
scuola
tecnologie didattiche
società della conoscenza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/292875
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