La razionalità della distribuzione degli ambienti hanno fatto della casa pompeiana un modello per l'Architettura Moderna nell'ambito dello studio della cellula abitativa, come dimostra lo schema della cellula di Le Courbusier utilizzata nell'Immeubles Villas, al cui interno viene introdotto il terrazzo-giardino, proposto come elemento ripetibile in orizzontale e in verticale. L'ispirazione di Le Courbusier trae origine dagli schemi e i ritmi dell'architettura degli spazi aperti della casa pompeiana che si articolano tra colonnati,pergole,canali ed esedre. Quando Le Courbusier (1887-1965) nel 1911 visitò Pompei, cominciava ad apparire la città antica nella sua completezza grazie ai nuovi metodi di scavo adottati dallo Spinazzola (1911-1923) eseguiti secondo le direttrici stradali dell'impianto urbano; le sue osservazioni e i suoi studi incentrati sugli spazi domestici decontestualizzarono la composizione architettonica della casa pompeiana dal sedime archeologico per riproporla, recuperandone il rigore distributivo, la purezza della geometria dei volumi e l'unità tra architettura e natura. Rispetto a questo ultimo punto, la casa pompeiana che offriva un modello di unità abitativa unifamiliare articolata tra la leggerezza delle strutture architettoniche e l'ariosità dei giardini, fu una fonte di forte ispirazione per Le Courbusier. La suggestione della flora dei giardini era provocata dalla vegetazione spontanea che portava un senso di rinascita in tutte i resti archeologici delle case di Pompei. Queste riflessioni furono accolte dagli architetti dell'epoca del calibro di Luigi Piccinato, Luigi Figini, Giulio Pollini, Luigi Cosenza, Marcello Canino che influenzati dalla lettura dell'antico proposta da Le Corbusier, rappresentarono in chiave moderna il rinascimento del classicismo in architettura, inducendo a ripensare e ad attualizzare la domus pompeiana. Il classicismo modernista di Ponti auspicava un ritorno alla composizione architettonica di matrice neoclassica in contrapposizione con l'esuberanza del LibertyPer quanto cenni a singoli giardini risalgano alla fine dell'Ottocento, il primo rilievo sistematico in assoluto dei giardini dell'antica Pompei fu condotto a partire dal 1974 da Wilhemina Jashemsky (1910-2007), che si avvalse di nuove tecniche di indagine: l'areofotogrammetria e la palinologia. Ma per una seconda volta è stato un evento catastrofico a dare una svolta al mosaico-paesistico culturale dell'area vesuviana e questa volta al patrimonio botanico dell'Antica Pompei quando nel 1980 il terremoto dell'Irpinia colpi anche il sito archeologico ; per valutarne i danni furono avviati dei lavori di scerbatura, in occasione dei quali furono recuperati gli antichi piani di campagna, questo consenti ad Annamaria Ciarallo (1948-2013) di dare inizio allo studio dei reperti vegetali raccolti sui piani di campagna che ha consentito di identificare, grazie all'utilizzo di moderne tecniche di indagine, le specie della flora pompeiana permettendo di restaurare e ricostruire filologicamente i giardini delle domus pompeiane. I ritrovamenti archeobotanici sono e sono stati determinanti per la ricostruzione degli spazi verdi delle unità abitative di Pompei; ne è un esempio il più vasto spazio verde privato di Pompei,il "parco" della casa di Octavius Quartio che fu scavata negli anni dallo Spinazzola tra il 1919 e il 1920 ; dalle indagini archeologiche si è stabilito che la domus, prima del terremoto del 62 a.C., occupava l' intera insula ed era organizzata su due atrii e due ingressi. Il «parco», rappresenta il più compiuto esempio nel mondo antico di uso scenografico delle quinte arboree. La restituzione architettonica dei due grandi viali del parco che fiancheggiano la vasca longitudinale (euripo) che attraversa tutto il parco, fu resa possibile dagli approfonditi studi di Vittorio Spinazzola, seguiti da quelli di Amedeo Maiuri e Roberto Pane. Il disseppellimento dei calchi di piante e pali ancora presenti nel giardino e l'analisi dei reperti vegetali e la loro identificazione hanno contribuito alla ricostruzione del verde del parco. Negli anni '40 il parco già fu restaurato e ricostruito filologicamente piantando lungo il muro di cinta un filare di cipressi in sostituzione dei platani, di cui erano in vista i calchi delle radici, cui si succedevano un filare di mandorli e due filari di alberi di cotogni e melograni. Nel restauro del parco realizzato agli inizi degli anni Novanta sono state ripristinate le viti che ombreggiavano la passeggiata lungo l'euripo, al ridosso del quale è stata piantata una bordura di Acanto e di Iris foetidissima, specie ormai rara nell'area vesuviana, ma ancora diffusa nell'area archeologica. Le radici fossili e le buche dei pali di sostegno hanno consentito la ricostruzione dell'assetto botanico e del sistema dei pergolati. Il parco è reso architettonicamente bello non solo dall'euripo adornato da una fontana e da un tempietto, ma soprattutto dalla loggia che ospita l'euripo porticato e il biclinio d'acqua. La casa di Octavius Quartio è un magistrale esempio di come nella domus pompeiana la natura è sempre stata inserita nelle mura domestiche; nonostante il processo di miniaturizzazione degli spazi, la larga terrazza sopraelevata rispetto al parco è caratterizzata dall'architettura del piccolo peristilio, dal viridarium, dalla lunga loggia porticata coperta dal pergolato, dalla vasca d'acqua, dalla fonte posta sotto il tempietto tetrastilo e dai letti triclinari posti alla fine dell'euripo. Questa parte della domus, con la sua articolata architettura contrasta fortemente con la severità e la semplicità dell'atrio..

La valorizzazione del verde urbano tra architettura e archeobotanica:il Parco della casa di Octavius Quartio a Pompei

Clelia Cirillo;Giovanna Acampora;Barbara Bertoli;Marina Russo
2015

Abstract

La razionalità della distribuzione degli ambienti hanno fatto della casa pompeiana un modello per l'Architettura Moderna nell'ambito dello studio della cellula abitativa, come dimostra lo schema della cellula di Le Courbusier utilizzata nell'Immeubles Villas, al cui interno viene introdotto il terrazzo-giardino, proposto come elemento ripetibile in orizzontale e in verticale. L'ispirazione di Le Courbusier trae origine dagli schemi e i ritmi dell'architettura degli spazi aperti della casa pompeiana che si articolano tra colonnati,pergole,canali ed esedre. Quando Le Courbusier (1887-1965) nel 1911 visitò Pompei, cominciava ad apparire la città antica nella sua completezza grazie ai nuovi metodi di scavo adottati dallo Spinazzola (1911-1923) eseguiti secondo le direttrici stradali dell'impianto urbano; le sue osservazioni e i suoi studi incentrati sugli spazi domestici decontestualizzarono la composizione architettonica della casa pompeiana dal sedime archeologico per riproporla, recuperandone il rigore distributivo, la purezza della geometria dei volumi e l'unità tra architettura e natura. Rispetto a questo ultimo punto, la casa pompeiana che offriva un modello di unità abitativa unifamiliare articolata tra la leggerezza delle strutture architettoniche e l'ariosità dei giardini, fu una fonte di forte ispirazione per Le Courbusier. La suggestione della flora dei giardini era provocata dalla vegetazione spontanea che portava un senso di rinascita in tutte i resti archeologici delle case di Pompei. Queste riflessioni furono accolte dagli architetti dell'epoca del calibro di Luigi Piccinato, Luigi Figini, Giulio Pollini, Luigi Cosenza, Marcello Canino che influenzati dalla lettura dell'antico proposta da Le Corbusier, rappresentarono in chiave moderna il rinascimento del classicismo in architettura, inducendo a ripensare e ad attualizzare la domus pompeiana. Il classicismo modernista di Ponti auspicava un ritorno alla composizione architettonica di matrice neoclassica in contrapposizione con l'esuberanza del LibertyPer quanto cenni a singoli giardini risalgano alla fine dell'Ottocento, il primo rilievo sistematico in assoluto dei giardini dell'antica Pompei fu condotto a partire dal 1974 da Wilhemina Jashemsky (1910-2007), che si avvalse di nuove tecniche di indagine: l'areofotogrammetria e la palinologia. Ma per una seconda volta è stato un evento catastrofico a dare una svolta al mosaico-paesistico culturale dell'area vesuviana e questa volta al patrimonio botanico dell'Antica Pompei quando nel 1980 il terremoto dell'Irpinia colpi anche il sito archeologico ; per valutarne i danni furono avviati dei lavori di scerbatura, in occasione dei quali furono recuperati gli antichi piani di campagna, questo consenti ad Annamaria Ciarallo (1948-2013) di dare inizio allo studio dei reperti vegetali raccolti sui piani di campagna che ha consentito di identificare, grazie all'utilizzo di moderne tecniche di indagine, le specie della flora pompeiana permettendo di restaurare e ricostruire filologicamente i giardini delle domus pompeiane. I ritrovamenti archeobotanici sono e sono stati determinanti per la ricostruzione degli spazi verdi delle unità abitative di Pompei; ne è un esempio il più vasto spazio verde privato di Pompei,il "parco" della casa di Octavius Quartio che fu scavata negli anni dallo Spinazzola tra il 1919 e il 1920 ; dalle indagini archeologiche si è stabilito che la domus, prima del terremoto del 62 a.C., occupava l' intera insula ed era organizzata su due atrii e due ingressi. Il «parco», rappresenta il più compiuto esempio nel mondo antico di uso scenografico delle quinte arboree. La restituzione architettonica dei due grandi viali del parco che fiancheggiano la vasca longitudinale (euripo) che attraversa tutto il parco, fu resa possibile dagli approfonditi studi di Vittorio Spinazzola, seguiti da quelli di Amedeo Maiuri e Roberto Pane. Il disseppellimento dei calchi di piante e pali ancora presenti nel giardino e l'analisi dei reperti vegetali e la loro identificazione hanno contribuito alla ricostruzione del verde del parco. Negli anni '40 il parco già fu restaurato e ricostruito filologicamente piantando lungo il muro di cinta un filare di cipressi in sostituzione dei platani, di cui erano in vista i calchi delle radici, cui si succedevano un filare di mandorli e due filari di alberi di cotogni e melograni. Nel restauro del parco realizzato agli inizi degli anni Novanta sono state ripristinate le viti che ombreggiavano la passeggiata lungo l'euripo, al ridosso del quale è stata piantata una bordura di Acanto e di Iris foetidissima, specie ormai rara nell'area vesuviana, ma ancora diffusa nell'area archeologica. Le radici fossili e le buche dei pali di sostegno hanno consentito la ricostruzione dell'assetto botanico e del sistema dei pergolati. Il parco è reso architettonicamente bello non solo dall'euripo adornato da una fontana e da un tempietto, ma soprattutto dalla loggia che ospita l'euripo porticato e il biclinio d'acqua. La casa di Octavius Quartio è un magistrale esempio di come nella domus pompeiana la natura è sempre stata inserita nelle mura domestiche; nonostante il processo di miniaturizzazione degli spazi, la larga terrazza sopraelevata rispetto al parco è caratterizzata dall'architettura del piccolo peristilio, dal viridarium, dalla lunga loggia porticata coperta dal pergolato, dalla vasca d'acqua, dalla fonte posta sotto il tempietto tetrastilo e dai letti triclinari posti alla fine dell'euripo. Questa parte della domus, con la sua articolata architettura contrasta fortemente con la severità e la semplicità dell'atrio..
2015
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
Archeobotanica
Verde Urbano
Pompei Antica
Paesaggio Storico; Domus Pompeiana
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/293980
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact