Tra i vari meccanismi di difesa collettiva messi in atto dalle api mellifere, un comportamento ancora poco studiato è la raccolta delle resine e il relativo uso in alveare della propoli, la quale possiede diverse proprietà antimicrobiche e antiparassitarie. Nel presente lavoro abbiamo indagato sulla raccolta delle resine in alveari esposti all'acaro Varroa destructor, ipotizzando una differenza, in termini quantitativi e qualitativi, in colonie aventi diversi livelli d'infestazione. Per verificare la nostra ipotesi abbiamo effettuato, in una postazione sperimentale di 18 colonie, delle osservazioni comportamentali (all occurrences sampling method), totalizzando 145 h di registrazione video tra maggio e ottobre 2014. Per ogni alveare è stato conteggiato il numero di raccoglitrici di resina e di polline (controllo dell'attività di foraggiamento generale) nonché il numero di compagne morte rimosse dal nido (controllo all'interno del sistema d'immunità sociale) ed è stata stimata la dimensione della colonia (numero di api adulte ed estensione della covata opercolata) e il livello d'infestazione di Varroa delle api adulte. Inoltre, nel periodo post osservazioni è stata campionata la propoli di nuova produzione tramite la posa di reti all'interno dell'alveare, sempre in famiglie aventi diversi livelli d'infestazione. Su tali campioni sono state eseguite delle analisi chimiche per stabilire il contenuto totale di polifenoli, di flavonidi e la capacità antiossidante. I risultati comportamentali hanno evidenziato un incremento significativo nella raccolta delle resine all'aumentare del livello d'infestazione, mentre non sono state osservate variazioni in funzione della dimensione della colonia. Al contrario, la raccolta del polline ha subito un incremento significativo all'aumentare della dimensione della colonia, ma è risultata indipendente dal loro livello d'infestazione. Infine, la rimozione di adulti dal nido non ha subito variazioni significative per nessuno dei parametri presi in considerazione. Le analisi chimiche non hanno messo in luce un incremento nelle componenti bioattive della propoli con l'aumentare del livello d'infestazione. Considerando i risultati finora acquisiti e i già evidenziati effetti acaricidi della propoli nonché quelli positivi sulla longevità delle api adulte, in linea con i criteri proposti da Clayton & Wolfe nel 1993, riteniamo che l'uso di questa sostanza in Apis mellifera nei confronti della Varroa possa configurarsi come un comportamento di automedicazione.
RACCOLTA DI RESINE IN COLONIE DI APIS MELLIFERA LIGUSTICA INFESTATE DA VARROA DESTRUCTOR.
2015
Abstract
Tra i vari meccanismi di difesa collettiva messi in atto dalle api mellifere, un comportamento ancora poco studiato è la raccolta delle resine e il relativo uso in alveare della propoli, la quale possiede diverse proprietà antimicrobiche e antiparassitarie. Nel presente lavoro abbiamo indagato sulla raccolta delle resine in alveari esposti all'acaro Varroa destructor, ipotizzando una differenza, in termini quantitativi e qualitativi, in colonie aventi diversi livelli d'infestazione. Per verificare la nostra ipotesi abbiamo effettuato, in una postazione sperimentale di 18 colonie, delle osservazioni comportamentali (all occurrences sampling method), totalizzando 145 h di registrazione video tra maggio e ottobre 2014. Per ogni alveare è stato conteggiato il numero di raccoglitrici di resina e di polline (controllo dell'attività di foraggiamento generale) nonché il numero di compagne morte rimosse dal nido (controllo all'interno del sistema d'immunità sociale) ed è stata stimata la dimensione della colonia (numero di api adulte ed estensione della covata opercolata) e il livello d'infestazione di Varroa delle api adulte. Inoltre, nel periodo post osservazioni è stata campionata la propoli di nuova produzione tramite la posa di reti all'interno dell'alveare, sempre in famiglie aventi diversi livelli d'infestazione. Su tali campioni sono state eseguite delle analisi chimiche per stabilire il contenuto totale di polifenoli, di flavonidi e la capacità antiossidante. I risultati comportamentali hanno evidenziato un incremento significativo nella raccolta delle resine all'aumentare del livello d'infestazione, mentre non sono state osservate variazioni in funzione della dimensione della colonia. Al contrario, la raccolta del polline ha subito un incremento significativo all'aumentare della dimensione della colonia, ma è risultata indipendente dal loro livello d'infestazione. Infine, la rimozione di adulti dal nido non ha subito variazioni significative per nessuno dei parametri presi in considerazione. Le analisi chimiche non hanno messo in luce un incremento nelle componenti bioattive della propoli con l'aumentare del livello d'infestazione. Considerando i risultati finora acquisiti e i già evidenziati effetti acaricidi della propoli nonché quelli positivi sulla longevità delle api adulte, in linea con i criteri proposti da Clayton & Wolfe nel 1993, riteniamo che l'uso di questa sostanza in Apis mellifera nei confronti della Varroa possa configurarsi come un comportamento di automedicazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.