In un popolamento di 22 anni di pino marittimo originato da incendio, senza mai essere stato sottoposto a sfollamento o a diradamento, sono state delimitate 3 aree di 5000 m² ciascuna dove è stata ridotta la densità a 2000, 2000 e 4000 piante a ettaro. In ogni particella sono stati eseguiti diradamenti selettivi, misti, di forte intensità, rilasciando le piante meglio conformate e più vigorose, con chioma più sviluppata, con rapporto iposodiametrico più basso. Interventi di forte intensità sono giustificati, in questo caso, per l'alta frequenza delle piante morte e di quelle dominate il cui accrescimento è, da oltre 6 anni, "stagnante". Il diradamento è stato eseguito sperimentando sistemi di lavoro diversi. Il sistema più efficiente è risultato quello che prevedeva l'abbattimento con motosega montata su telaio, il concentramento ed esbosco con minitrattore cingolato e la sminuzzatura integrale all'imposto. I costi dell'intervento sono risultati molto contenuti, grazie all'impiego di macchine adatte, di personale altamente qualificato e di una valida rete viabile. Nessuno dei sistemi sperimentali ha arrecato danni significativi al suolo e alle piante in piedi. Le analisi sulla ripartizione e sulle caratteristiche della biomassa epigea sono state effettuate raggruppando le piante sia in classi sociali sia in classi diametriche. In entrambi i casi sono emerse notevoli diversità tra le piante, imputabili alla modalità di affermazione e di sviluppo del popolamento. L'intervento di diradamento eseguito ha fornito materiale che, date le sue caratteristiche, può essere destinato alla sola triturazione. Tuttavia, tra i vari effetti positivi dello intervento, è da prevedere un miglioramento delle proprietà tecnologiche del materiale ottenibile in futuro, in relazione ad un più ampio campo di destinazione d'impiego.
Prove sperimentali di primo diradamento in un soprassuolo di pino marittimo originato da incendio: aspetti selvicolturali, utilizzazione e caratteristiche della biomassa
Spinelli R
1989
Abstract
In un popolamento di 22 anni di pino marittimo originato da incendio, senza mai essere stato sottoposto a sfollamento o a diradamento, sono state delimitate 3 aree di 5000 m² ciascuna dove è stata ridotta la densità a 2000, 2000 e 4000 piante a ettaro. In ogni particella sono stati eseguiti diradamenti selettivi, misti, di forte intensità, rilasciando le piante meglio conformate e più vigorose, con chioma più sviluppata, con rapporto iposodiametrico più basso. Interventi di forte intensità sono giustificati, in questo caso, per l'alta frequenza delle piante morte e di quelle dominate il cui accrescimento è, da oltre 6 anni, "stagnante". Il diradamento è stato eseguito sperimentando sistemi di lavoro diversi. Il sistema più efficiente è risultato quello che prevedeva l'abbattimento con motosega montata su telaio, il concentramento ed esbosco con minitrattore cingolato e la sminuzzatura integrale all'imposto. I costi dell'intervento sono risultati molto contenuti, grazie all'impiego di macchine adatte, di personale altamente qualificato e di una valida rete viabile. Nessuno dei sistemi sperimentali ha arrecato danni significativi al suolo e alle piante in piedi. Le analisi sulla ripartizione e sulle caratteristiche della biomassa epigea sono state effettuate raggruppando le piante sia in classi sociali sia in classi diametriche. In entrambi i casi sono emerse notevoli diversità tra le piante, imputabili alla modalità di affermazione e di sviluppo del popolamento. L'intervento di diradamento eseguito ha fornito materiale che, date le sue caratteristiche, può essere destinato alla sola triturazione. Tuttavia, tra i vari effetti positivi dello intervento, è da prevedere un miglioramento delle proprietà tecnologiche del materiale ottenibile in futuro, in relazione ad un più ampio campo di destinazione d'impiego.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


