Nel volume ci sono vari saggi su popolazione, comunicazioni via terra e via mare, uso del suolo, agricoltura, industria, commercio estero, credito, istruzione, assistenza, prezzi e salari del Mezzogiorno nell'Ottocento, fino al 1861, sono gli argomenti del volume, che si propone di fornire una visione dell'economia del Mezzogiorno, prima dell'Unità. A questi temi, la storiografia ha dedicato grande attenzione negli ultimi decenni. Il volume ripercorre i vari aspetti della storia del Mezzogiorno e permette di porre in una prospettiva più ampia i temi della crescita dell'economia italiana e delle differenze di sviluppo del Nord e del Sud. Ciascun contributo è diviso in due parti. La prima analizza l'argomento, la seconda raccoglie i dati statistici più significativi. Scopo principale del volume è di raccogliere, elaborare, mettere a disposizione degli studiosi una serie di dati quantitativi sull'economia del Mezzogiorno prima dell'Unità.

In questo saggio si analizza la beneficenza e la condizione delle opere pie nel Regno delle Due Sicilie nell'Ottocento pre-unitario fino alla Statistica sulle opere pie del 1861. Gli antichi enti di beneficenza avevano compiti molto eterogenei e si occupavano di previdenza, assistenza, formazione, istruzione, sanità, culto e credito. Nella legge borbonica del 1820, poco dissimile da quella emanata all'epoca dell'occupazione francese del 1812, si ritrova sia l'elenco delle opere pie, controllate a partire dal 1806 dal ministero degli Interni, sia gli obiettivi che tali enti si prefiggevano. Si precisa, infatti, che erano addette al sollievo degli infermi, degli indigenti e dei proietti: ospedali, orfanotrofi, conservatori, ritiri, monti di pegni, di maritaggi o di elemosine, monti frumentari, arciconfraternite e congregazioni, cappelle laicali e ogni altra istituzione, legato, e opera pia. Erano così annoverati in un'unica categoria, quella della beneficenza, sia gli istituti impegnati nell'aiuto, nel soccorso gratuito, nella formazione e nell'istruzione (conservatori, ospizi, convitti) nell'elargizione dell'elemosine e delle doti (monti di maritaggio), sia i monti frumentari e di pegno, chiamati a sostenere non gratuitamente le necessità dei poveri congiunturali, ovvero gli artigiani, i contadini o gli impiegati pubblici. La questione dei poveri e della beneficenza "pubblica" (dove pubblica non significa statale), della carità legale e privata, non interessava solo il regno: in tutta Europa nel corso dell'Ottocento furono, infatti, pubblicati all'incirca 10.000 volumi relativi a tale questione. Nella prima parte del saggio (par.1) si prenderanno in esame le misure adottate dal governo borbonico dal 1815 al 1861 per: a) controllare e contenere il numero dei poveri e mendicanti; b) conoscere il numero degli istituti pii laicali e il loro patrimonio; c) incrementare i fondi dedicati alla beneficenza. L'attenzione prestata alla riorganizzazione della beneficenza sia all'epoca dell'occupazione francese (1806-1815), sia dai Borbone fino al 1861 consentirà al governo dell'Italia Unita di disporre di dati, per la compilazione della Statistica sulle Opere Pie del 1861, contemplata nella legge n.753 del 3 agosto 1862. Ai risultati della prima indagine nazionale sui luoghi pii di beneficenza e sul loro patrimonio sarà dedicata la seconda parte del saggio (par.2), dove oltre a un confronto nord-sud, s'individueranno le peculiarità della beneficenza nei 5 compartimenti regionali del Mezzogiorno al momento dell'Unità.

L'assistenza

Raffaella Salvemini
2013

Abstract

In questo saggio si analizza la beneficenza e la condizione delle opere pie nel Regno delle Due Sicilie nell'Ottocento pre-unitario fino alla Statistica sulle opere pie del 1861. Gli antichi enti di beneficenza avevano compiti molto eterogenei e si occupavano di previdenza, assistenza, formazione, istruzione, sanità, culto e credito. Nella legge borbonica del 1820, poco dissimile da quella emanata all'epoca dell'occupazione francese del 1812, si ritrova sia l'elenco delle opere pie, controllate a partire dal 1806 dal ministero degli Interni, sia gli obiettivi che tali enti si prefiggevano. Si precisa, infatti, che erano addette al sollievo degli infermi, degli indigenti e dei proietti: ospedali, orfanotrofi, conservatori, ritiri, monti di pegni, di maritaggi o di elemosine, monti frumentari, arciconfraternite e congregazioni, cappelle laicali e ogni altra istituzione, legato, e opera pia. Erano così annoverati in un'unica categoria, quella della beneficenza, sia gli istituti impegnati nell'aiuto, nel soccorso gratuito, nella formazione e nell'istruzione (conservatori, ospizi, convitti) nell'elargizione dell'elemosine e delle doti (monti di maritaggio), sia i monti frumentari e di pegno, chiamati a sostenere non gratuitamente le necessità dei poveri congiunturali, ovvero gli artigiani, i contadini o gli impiegati pubblici. La questione dei poveri e della beneficenza "pubblica" (dove pubblica non significa statale), della carità legale e privata, non interessava solo il regno: in tutta Europa nel corso dell'Ottocento furono, infatti, pubblicati all'incirca 10.000 volumi relativi a tale questione. Nella prima parte del saggio (par.1) si prenderanno in esame le misure adottate dal governo borbonico dal 1815 al 1861 per: a) controllare e contenere il numero dei poveri e mendicanti; b) conoscere il numero degli istituti pii laicali e il loro patrimonio; c) incrementare i fondi dedicati alla beneficenza. L'attenzione prestata alla riorganizzazione della beneficenza sia all'epoca dell'occupazione francese (1806-1815), sia dai Borbone fino al 1861 consentirà al governo dell'Italia Unita di disporre di dati, per la compilazione della Statistica sulle Opere Pie del 1861, contemplata nella legge n.753 del 3 agosto 1862. Ai risultati della prima indagine nazionale sui luoghi pii di beneficenza e sul loro patrimonio sarà dedicata la seconda parte del saggio (par.2), dove oltre a un confronto nord-sud, s'individueranno le peculiarità della beneficenza nei 5 compartimenti regionali del Mezzogiorno al momento dell'Unità.
2013
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
978-88-498-3763-6
Nel volume ci sono vari saggi su popolazione, comunicazioni via terra e via mare, uso del suolo, agricoltura, industria, commercio estero, credito, istruzione, assistenza, prezzi e salari del Mezzogiorno nell'Ottocento, fino al 1861, sono gli argomenti del volume, che si propone di fornire una visione dell'economia del Mezzogiorno, prima dell'Unità. A questi temi, la storiografia ha dedicato grande attenzione negli ultimi decenni. Il volume ripercorre i vari aspetti della storia del Mezzogiorno e permette di porre in una prospettiva più ampia i temi della crescita dell'economia italiana e delle differenze di sviluppo del Nord e del Sud. Ciascun contributo è diviso in due parti. La prima analizza l'argomento, la seconda raccoglie i dati statistici più significativi. Scopo principale del volume è di raccogliere, elaborare, mettere a disposizione degli studiosi una serie di dati quantitativi sull'economia del Mezzogiorno prima dell'Unità.
assistenza
beneficenza
welfare
Mezzogiorno
Ottocento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/299270
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