Radio-frequency identification for traceability in the grapevine nursery: pre-and post-grafting trials Radio-frequency identification (RFID) technology can be used to store and retrieve a wide range of information. This technology has application in many fields thanks to the growing demand of product traceability. Also the production chain of grapevine nursery would benefit from a powerful and reliable traceability system. The application of hot water treatment (HWT) against phytoplasmas to propagation materials is among the data which can be profitably stored in an electronic tag. In this trial microchips (0.21 x 1.20 cm) were inserted into the medulla tissue of grapevine cuttings before grafting (A), and of grafted rootlings before vineyard planting (B); both types of propagation material were subjected to HWT. Best results were obtained with the A method: the presence of the microchips did not compromise plant growth, and after three years more than 90% of tags were electronically read using a RFID card flash rea

Da alcuni anni la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) è stata adottata in vari settori per l'identificazione e la tracciabilità delle produzioni. In parallelo all'aumento della sensibilità dell'opinione pubblica verso i temi di sicurezza alimentare e di tutela delle produzioni, anche in campo agroalimentare aumenta la necessità di individuare con certezza l'origine e le caratteristiche dei prodotti immessi sul mercato. Il settore vivaistico-viticolo non sfugge a questa esigenza. La normativa vigente prevede specifiche regole per la produzione del materiale di propagazione viticolo; tra queste, va ricordato che le informazioni di base (cultivar, eventuale clone, portainnesto, categoria, produttore, ecc.) devono essere riportate sugli appositi cartellini che accompagnano il materiale. Tale sistema, semplice ed economico, consente però di riportare un numero limitato di informazioni ed è inoltre potenzialmente soggetto a vari inconvenienti quali smarrimento, manomissione o scolorazione delle scritte. In questo contesto è stata studiata la possibilità di applicazione della tecnologia RFID a barbatelle di vite mediante l'inserimento di microchip. Oltre all'identificazione e all'immagazzinamento nel microchip di un gran numero di dati riguardanti la singola pianta, questa tecnica potrebbe contribuire a certificare l'avvenuta esecuzione del trattamento di termoterapia in acqua, applicato a livello vivaistico allo scopo di diminuire il rischio di trasmissione di fitoplasmosi attraverso il materiale di propagazione. Microchip (0,21 x 1,20 cm) sono stati inseriti nel marzo 2011 in innesti-talea (a) e barbatelle (b), sottoposti o meno a termoterapia in acqua (50°C x 45'). Nella prova (a) i microchip sono stati inseriti nel portinnesto (K5BB e S.O.4) prima dell'innesto con marze di Barbera e Moscato bianco. Nel caso (b) i microchip sono stati inseriti poco sotto il punto di innesto in barbatelle già innestate di Nebbiolo. Un palmare collegato ad un apposito database e dotato di un software di gestione dati ha consentito la gestione (attivazione, inserimento dati e letture) dei microchip. Dopo un anno in vivaio gli innesti-talea (a) sono stati impiantati in vigneto. La resa in vivaio ha fatto registrare una certa variabilità tra le tesi, anche riferibile alla qualità del materiale vegetale, mentre la lettura dei microchip in vigneto è stata in generale molto buona (> 90%). Le barbatelle innestate (b) sono state messe a dimora in vigneto nella primavera 2011 e a fine estate è stata eseguita con successo la lettura dei microchip (oltre il 90%). Nel corso degli anni successivi la lettura è stata ripetuta con una minore % di risposta, indicando che - al di là delle condizioni ambientali - l'inserimento del microchip in barbatelle innestate presenta qualche criticità. La sperimentazione è tutt'ora in corso; al momento, comunque, si valuta nel complesso positivamente la praticabilità tecnica dell'etichettatura elettronica del materiale vivaistico. Restano da superare i problemi legati al costo del microchip, oggi ancora troppo elevato rispetto al valore medio dei materiali vivaistici. A tal proposito, tuttavia, l'etichettatura elettronica potrebbe essere consigliata per il materiale vivaistico di categoria "base", destinato ai vivaisti, avente un maggior valore commerciale.

Etichettatura elettronica delle barbatelle per la tracciabilità nel settore vivaistico-viticolo: prove in pre- e post-innesto

Gribaudo I;Mannini F;
2014

Abstract

Radio-frequency identification for traceability in the grapevine nursery: pre-and post-grafting trials Radio-frequency identification (RFID) technology can be used to store and retrieve a wide range of information. This technology has application in many fields thanks to the growing demand of product traceability. Also the production chain of grapevine nursery would benefit from a powerful and reliable traceability system. The application of hot water treatment (HWT) against phytoplasmas to propagation materials is among the data which can be profitably stored in an electronic tag. In this trial microchips (0.21 x 1.20 cm) were inserted into the medulla tissue of grapevine cuttings before grafting (A), and of grafted rootlings before vineyard planting (B); both types of propagation material were subjected to HWT. Best results were obtained with the A method: the presence of the microchips did not compromise plant growth, and after three years more than 90% of tags were electronically read using a RFID card flash rea
2014
Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante - IPSP
978-88-905628-9-1
Da alcuni anni la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) è stata adottata in vari settori per l'identificazione e la tracciabilità delle produzioni. In parallelo all'aumento della sensibilità dell'opinione pubblica verso i temi di sicurezza alimentare e di tutela delle produzioni, anche in campo agroalimentare aumenta la necessità di individuare con certezza l'origine e le caratteristiche dei prodotti immessi sul mercato. Il settore vivaistico-viticolo non sfugge a questa esigenza. La normativa vigente prevede specifiche regole per la produzione del materiale di propagazione viticolo; tra queste, va ricordato che le informazioni di base (cultivar, eventuale clone, portainnesto, categoria, produttore, ecc.) devono essere riportate sugli appositi cartellini che accompagnano il materiale. Tale sistema, semplice ed economico, consente però di riportare un numero limitato di informazioni ed è inoltre potenzialmente soggetto a vari inconvenienti quali smarrimento, manomissione o scolorazione delle scritte. In questo contesto è stata studiata la possibilità di applicazione della tecnologia RFID a barbatelle di vite mediante l'inserimento di microchip. Oltre all'identificazione e all'immagazzinamento nel microchip di un gran numero di dati riguardanti la singola pianta, questa tecnica potrebbe contribuire a certificare l'avvenuta esecuzione del trattamento di termoterapia in acqua, applicato a livello vivaistico allo scopo di diminuire il rischio di trasmissione di fitoplasmosi attraverso il materiale di propagazione. Microchip (0,21 x 1,20 cm) sono stati inseriti nel marzo 2011 in innesti-talea (a) e barbatelle (b), sottoposti o meno a termoterapia in acqua (50°C x 45'). Nella prova (a) i microchip sono stati inseriti nel portinnesto (K5BB e S.O.4) prima dell'innesto con marze di Barbera e Moscato bianco. Nel caso (b) i microchip sono stati inseriti poco sotto il punto di innesto in barbatelle già innestate di Nebbiolo. Un palmare collegato ad un apposito database e dotato di un software di gestione dati ha consentito la gestione (attivazione, inserimento dati e letture) dei microchip. Dopo un anno in vivaio gli innesti-talea (a) sono stati impiantati in vigneto. La resa in vivaio ha fatto registrare una certa variabilità tra le tesi, anche riferibile alla qualità del materiale vegetale, mentre la lettura dei microchip in vigneto è stata in generale molto buona (> 90%). Le barbatelle innestate (b) sono state messe a dimora in vigneto nella primavera 2011 e a fine estate è stata eseguita con successo la lettura dei microchip (oltre il 90%). Nel corso degli anni successivi la lettura è stata ripetuta con una minore % di risposta, indicando che - al di là delle condizioni ambientali - l'inserimento del microchip in barbatelle innestate presenta qualche criticità. La sperimentazione è tutt'ora in corso; al momento, comunque, si valuta nel complesso positivamente la praticabilità tecnica dell'etichettatura elettronica del materiale vivaistico. Restano da superare i problemi legati al costo del microchip, oggi ancora troppo elevato rispetto al valore medio dei materiali vivaistici. A tal proposito, tuttavia, l'etichettatura elettronica potrebbe essere consigliata per il materiale vivaistico di categoria "base", destinato ai vivaisti, avente un maggior valore commerciale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/299350
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