Le politiche pubbliche hanno generalmente l'obiettivo di correggere i fallimenti del sistema socio-economico, ovvero i casi in cui esso non è autonomamente in grado di far fronte a situazioni di difficoltà. Gli individui, i gruppi sociali, le imprese e i loro dipendenti, oppure ancora interi territori divengono target di interventi, in quanto caratterizzati da situazioni temporanee o strutturali di debolezza e poiché non dispongono delle risorse necessarie per fronteggiarle. Risulta dunque evidente che la capacità di individuare, descrivere e misurare le situazioni di svantaggio (sia in ingesso, sia negli outcome) sia rilevante a tutti i livelli di intervento: -Nella fase di pianificazione, per meglio disegnare la politica; -Durante la programmazione di dettaglio, per poter identificare correttamente e in modo equo i destinatari eleggibili per l'intervento; -Durante l'implementazione, per tarare al meglio le azioni portate avanti; -A valle dell'erogazione della politica, per poterne correttamente valutare il valore aggiunto ed eventualmente riprogrammare più efficacemente l'intervento. Eppure lo "svantaggio" è un concetto che, seppur palpabile per chi agisce concretamente nei campi dell'inclusione sociale o della promozione dello sviluppo, risulta sfuggente alle definizioni e alla misura. Questo perché esso è il risultato di una stratificazione di cause, per cui la multidimensionalità dei fenomeni rende complessa l'identificazione di indicatori significativi, mentre la delicatezza delle tematiche in gioco rende difficile la loro quantificazione. Questo contributo attinge da un'esperienza pluriennale di valutazione controfattuale del placement delle politiche formative in Regione Piemonte, di cui il CNR-IRCrES (ex CNR-Ceris) è valutatore indipendente per il periodo di programmazione 2007-2013. Analizzando i tre rapporti annuali già realizzati (ed il quarto in corso di realizzazione) si coglie un cambiamento dell'utenza nel tempo e, conseguentemente, degli esiti della politica: una riduzione delle risorse disponibili e una rilevanza sempre maggiore degli esiti di follow-up in sede di (ri)finanziamento degli enti sembrerebbero aver messo in atto meccanismi di selezione all'iscrizione, che escludono di fatto dalla formazione gli individui più deboli e svantaggiati. Lo svantaggio osservato per particolari target di utenza nei primi due rapporti non si riscontra successivamente. Il contributo vuole tracciare una lettura critica del fenomeno osservato, ricercandone le cause nel cambiamento delle caratteristiche dell'utenza, negli esiti occupazionali ex-post e nei risultati sulla stima degli impatti netti delle azioni formative valutate. In particolare, rilevando gli esiti longitudinali delle misure, si vuole riflettere sulla capacità degli specifici metodi di analisi adottati (analisi descrittive, analisi dei differenziali occupazionali, modelli multivariati con disegno controfattuale) di misurare adeguatamente lo svantaggio in ingresso dell'utenza e le caratteristiche del successivo inserimento lavorativo. Si insisterà soprattutto sul tema della multidimensionalità dello svantaggio e sulla sua misurazione. Infine, si proporrà l'utilizzo di nuovi strumenti di ricerca e analisi (modelli ad equazioni strutturali) per rilevare adeguatamente la multidimensionalità dei fenomeni di interesse e, conseguentemente, per migliorare la qualità dell'analisi di impatto e la sua capacità di descrivere gli esiti delle politiche in esame. L'applicazione al caso concreto delle politiche formative in Piemonte consentirà di effettuare alcune considerazioni concrete sulla fattibilità di un disegno valutativo studiato per la modellistica ad equazioni strutturali, con i relativi pro e contro (Quali concetti sono rilevanti? Quali variabili sono significative? Quali tecniche di indagine sono più adeguate e quali fonti di dati possono essere di ausilio? Quali metodi permettono di far emergere in modo adeguato un concetto latente e non osservabile direttamente?).

Capire lo svantaggio per valutare le politiche: un riesame retrospettivo della programmazione delle politiche formative in Piemonte alla luce delle valutazioni di placement

Benati;Lamonica;Ragazzi;Sella
2015

Abstract

Le politiche pubbliche hanno generalmente l'obiettivo di correggere i fallimenti del sistema socio-economico, ovvero i casi in cui esso non è autonomamente in grado di far fronte a situazioni di difficoltà. Gli individui, i gruppi sociali, le imprese e i loro dipendenti, oppure ancora interi territori divengono target di interventi, in quanto caratterizzati da situazioni temporanee o strutturali di debolezza e poiché non dispongono delle risorse necessarie per fronteggiarle. Risulta dunque evidente che la capacità di individuare, descrivere e misurare le situazioni di svantaggio (sia in ingesso, sia negli outcome) sia rilevante a tutti i livelli di intervento: -Nella fase di pianificazione, per meglio disegnare la politica; -Durante la programmazione di dettaglio, per poter identificare correttamente e in modo equo i destinatari eleggibili per l'intervento; -Durante l'implementazione, per tarare al meglio le azioni portate avanti; -A valle dell'erogazione della politica, per poterne correttamente valutare il valore aggiunto ed eventualmente riprogrammare più efficacemente l'intervento. Eppure lo "svantaggio" è un concetto che, seppur palpabile per chi agisce concretamente nei campi dell'inclusione sociale o della promozione dello sviluppo, risulta sfuggente alle definizioni e alla misura. Questo perché esso è il risultato di una stratificazione di cause, per cui la multidimensionalità dei fenomeni rende complessa l'identificazione di indicatori significativi, mentre la delicatezza delle tematiche in gioco rende difficile la loro quantificazione. Questo contributo attinge da un'esperienza pluriennale di valutazione controfattuale del placement delle politiche formative in Regione Piemonte, di cui il CNR-IRCrES (ex CNR-Ceris) è valutatore indipendente per il periodo di programmazione 2007-2013. Analizzando i tre rapporti annuali già realizzati (ed il quarto in corso di realizzazione) si coglie un cambiamento dell'utenza nel tempo e, conseguentemente, degli esiti della politica: una riduzione delle risorse disponibili e una rilevanza sempre maggiore degli esiti di follow-up in sede di (ri)finanziamento degli enti sembrerebbero aver messo in atto meccanismi di selezione all'iscrizione, che escludono di fatto dalla formazione gli individui più deboli e svantaggiati. Lo svantaggio osservato per particolari target di utenza nei primi due rapporti non si riscontra successivamente. Il contributo vuole tracciare una lettura critica del fenomeno osservato, ricercandone le cause nel cambiamento delle caratteristiche dell'utenza, negli esiti occupazionali ex-post e nei risultati sulla stima degli impatti netti delle azioni formative valutate. In particolare, rilevando gli esiti longitudinali delle misure, si vuole riflettere sulla capacità degli specifici metodi di analisi adottati (analisi descrittive, analisi dei differenziali occupazionali, modelli multivariati con disegno controfattuale) di misurare adeguatamente lo svantaggio in ingresso dell'utenza e le caratteristiche del successivo inserimento lavorativo. Si insisterà soprattutto sul tema della multidimensionalità dello svantaggio e sulla sua misurazione. Infine, si proporrà l'utilizzo di nuovi strumenti di ricerca e analisi (modelli ad equazioni strutturali) per rilevare adeguatamente la multidimensionalità dei fenomeni di interesse e, conseguentemente, per migliorare la qualità dell'analisi di impatto e la sua capacità di descrivere gli esiti delle politiche in esame. L'applicazione al caso concreto delle politiche formative in Piemonte consentirà di effettuare alcune considerazioni concrete sulla fattibilità di un disegno valutativo studiato per la modellistica ad equazioni strutturali, con i relativi pro e contro (Quali concetti sono rilevanti? Quali variabili sono significative? Quali tecniche di indagine sono più adeguate e quali fonti di dati possono essere di ausilio? Quali metodi permettono di far emergere in modo adeguato un concetto latente e non osservabile direttamente?).
2015
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
valutazione delle politiche pubbliche
politiche formative
analisi diacronica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/301371
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