L'allevamento intensivo del suino e' caratterizzato dall'utilizzo di linee genetiche in grado di garantire incrementi ponderali rapidi, a fronte di una ottimale conversione in proteine muscolari del mangime somministrato, e della produzione di carni che si caratterizzano per un ridotto contenuto in grassi. I contesti economici in cui si sviluppano tali allevamenti, caratterizzati da produzioni in grande scala su cui il guadagno sul singolo animale è minimo, portano alla continua ricerca di un compromesso tra le esigenze produttive e lo stato di benessere degli animali, che si definirebbe meglio come "eu-stress". La sovra-stimolazione dei meccanismi fisiologici di omeostasi favorisce ad esempio, l'insorgenza di uno stato di immunosoppressione, che predispone a sua volta all'insorgenza di malattia, specie in situazioni di elevata densità zootecnica. Questo si traduce a sua volta in una condizione di rischio sanitario e produttivo per gli animali, caratterizzata da frequente insorgenza di patologie multifattoriali, inefficacia dei trattamenti di profilassi vaccinale per lo stato di immuno-depressione, e maggiore ricorso al farmaco veterinario con tutte le problematiche conseguenti di sicurezza alimentare e di impatto ambientale, non da ultimo le farmaco-resistenze. Alla luce di queste considerazioni si sono considerete diverse condizioni ambientali, rappresentate dalla presenza/assenza di arricchimenti ambientali e dalla presenza/assenza di controllo da parte degli animali sulle attività di foraggiamento e/o abbeveraggio. Si sono identificati periodi critici da monitorare durante il ciclo di vita degli animali zootecnici, ed in occasione di tali momenti si sono raccolti dati etologici e biochimici.
Arricchimenti ambientali per suini: impieghi e limitazioni
Manciocco A
2010
Abstract
L'allevamento intensivo del suino e' caratterizzato dall'utilizzo di linee genetiche in grado di garantire incrementi ponderali rapidi, a fronte di una ottimale conversione in proteine muscolari del mangime somministrato, e della produzione di carni che si caratterizzano per un ridotto contenuto in grassi. I contesti economici in cui si sviluppano tali allevamenti, caratterizzati da produzioni in grande scala su cui il guadagno sul singolo animale è minimo, portano alla continua ricerca di un compromesso tra le esigenze produttive e lo stato di benessere degli animali, che si definirebbe meglio come "eu-stress". La sovra-stimolazione dei meccanismi fisiologici di omeostasi favorisce ad esempio, l'insorgenza di uno stato di immunosoppressione, che predispone a sua volta all'insorgenza di malattia, specie in situazioni di elevata densità zootecnica. Questo si traduce a sua volta in una condizione di rischio sanitario e produttivo per gli animali, caratterizzata da frequente insorgenza di patologie multifattoriali, inefficacia dei trattamenti di profilassi vaccinale per lo stato di immuno-depressione, e maggiore ricorso al farmaco veterinario con tutte le problematiche conseguenti di sicurezza alimentare e di impatto ambientale, non da ultimo le farmaco-resistenze. Alla luce di queste considerazioni si sono considerete diverse condizioni ambientali, rappresentate dalla presenza/assenza di arricchimenti ambientali e dalla presenza/assenza di controllo da parte degli animali sulle attività di foraggiamento e/o abbeveraggio. Si sono identificati periodi critici da monitorare durante il ciclo di vita degli animali zootecnici, ed in occasione di tali momenti si sono raccolti dati etologici e biochimici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


