Il presente lavoro cercherà di analizzare lo status di cittadino europeo nella sua duplice estensione di chiara espressione di diritti e meno certa esistenza di doveri, partendo dalla funzione che può essere assegnata nel sistema giuridico dell'Unione Europea alla nozione di status. Nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea, infatti, con il diritto di circolare liberamente circola anche lo status della persona, ovvero circolano tutte le pre-condizioni che sono supposte dalla normativa UE per la sua stessa operatività e soprattutto per la realizzazione dei fini del sistema. Il legislatore dell'Unione Europea, infatti, per la realizzazione del suo mercato e dei suoi obiettivi (art. 2, 3 e 6 TUE) emana atti legislativi ordinandoli secondo la tipologia dei soggetti destinatari, individuando insiemi di vicende economiche attorno alle quali raggruppare la disciplina di ogni sua attività. Questi, pertanto, ha modificato gli status individuali che provengono dalla tradizione civilista (lo status di lavoratore , lo status di cittadino , ma ha anche dato dignità nuova a quegli status definiti «occulti» o indiretti che sono nati per perpetuare discriminazioni -- come quello di omosessuale o convivente di fatto -- eliminandoli ovvero attribuendo a questi la dignità dello status di familiare, di padre o di madre . La normativa richiamata ha creato e crea, inoltre, status nuovi rispetto a quelli che derivano dalla tradizione delle categorie civilistiche, come quegli status economici direttamente connessi alla creazione del mercato interno (es. lo status di consumatore) . Alla luce del diritto UE, la nozione di status trova, inoltre, nuovo vigore nella lettura che realizza la Corte di Giustizia che introduce l'espressione "stato fondamentale" di ciascun cittadino a riguardo della cittadinanza europea .
Concetto di status nel diritto europeo. Doveri inespressi a fronte dei diritti sanciti nel diritto dell'Unione Europea
Valentina Colcelli
2015
Abstract
Il presente lavoro cercherà di analizzare lo status di cittadino europeo nella sua duplice estensione di chiara espressione di diritti e meno certa esistenza di doveri, partendo dalla funzione che può essere assegnata nel sistema giuridico dell'Unione Europea alla nozione di status. Nell'ordinamento giuridico dell'Unione europea, infatti, con il diritto di circolare liberamente circola anche lo status della persona, ovvero circolano tutte le pre-condizioni che sono supposte dalla normativa UE per la sua stessa operatività e soprattutto per la realizzazione dei fini del sistema. Il legislatore dell'Unione Europea, infatti, per la realizzazione del suo mercato e dei suoi obiettivi (art. 2, 3 e 6 TUE) emana atti legislativi ordinandoli secondo la tipologia dei soggetti destinatari, individuando insiemi di vicende economiche attorno alle quali raggruppare la disciplina di ogni sua attività. Questi, pertanto, ha modificato gli status individuali che provengono dalla tradizione civilista (lo status di lavoratore , lo status di cittadino , ma ha anche dato dignità nuova a quegli status definiti «occulti» o indiretti che sono nati per perpetuare discriminazioni -- come quello di omosessuale o convivente di fatto -- eliminandoli ovvero attribuendo a questi la dignità dello status di familiare, di padre o di madre . La normativa richiamata ha creato e crea, inoltre, status nuovi rispetto a quelli che derivano dalla tradizione delle categorie civilistiche, come quegli status economici direttamente connessi alla creazione del mercato interno (es. lo status di consumatore) . Alla luce del diritto UE, la nozione di status trova, inoltre, nuovo vigore nella lettura che realizza la Corte di Giustizia che introduce l'espressione "stato fondamentale" di ciascun cittadino a riguardo della cittadinanza europea .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.