Le allergopatie occupazionali hanno assunto negli ultimi anni un ruolo significativo rappresentando oggi un problema per la salute pubblica, oltre che un fenomeno di rilevanza sociale ed economica. Negli stabulari il personale che a diverso titolo lavora a stretto contatto con animali da laboratorio risulta esposto ad una miscela complessa di particolato aerodisperso derivante prevalentemente dalle attività di sperimentazione e gestione degli animali. I dati disponibili in letteratura evidenziano che allergeni ed endotossine batteriche rappresentano i principali fattori di rischio per questa tipologia di lavoratori. L'esposizione a peli, saliva, urina e siero può causare asma professionale, dermatite da contatto, orticaria, rinite, congiuntivite, sebbene i componenti delle proteine urinarie di ratti e topi sembrano essere i principali allergeni coinvolti in queste patologie. Nel panorama della letteratura scientifica internazionale emerge una carenza di studi in questo specifico settore lavorativo o una parziale trattazione della problematica che non tiene conto della complessità della relazione esposizione-risposta e della suscettibilità genetica degli individui. L'approfondimento delle problematiche inerenti l'esposizione professionale ad allergeni ed endotossine, anche attraverso la realizzazione di monitoraggi microbiologici ambientali, rappresenta un valido strumento di indagine a complemento dei dati ottenuti dallo studio della risposta immunologica nei confronti di numerosi allergeni e dal profilo immunologico individuale. Negli stabulari il personale non si limita a svolgere una sola mansione durante un turno lavorativo, ma svolge una serie di attività che possono prevedere o meno il contatto con animali e che contribuiscono in varia misura all'esposizione cumulativa. Per tale ragione, le stime di esposizione devono essere quantificate per ogni singolo lavoratore attraverso l'utilizzo di frazionatori di particelle posizionati in prossimità dell'area respiratoria (naso-bocca), in grado di determinare l'effettiva esposizione. Contestualmente, l'elaborazione e la somministrazione di questionari, anche tra loro diversificati, devono acquisire informazioni su: anamnesi personale e familiare; potenziali fonti di esposizione in ambiente di vita e di lavoro; caratteristiche e mansioni lavorative, in modo da rappresentare strumenti necessari per lo studio allergologico attraverso una metodologia integrata. Un approccio multidisciplinare che tenga conto delle caratteristiche strutturali degli ambienti di lavoro, della stima quali-quantitativa di allergeni ed endotossine, della risposta allergologica con metodi anche molecolari risulta di fondamentale importanza al fine di mettere in atto idonee misure di prevenzione e controllo per una adeguata valutazione e gestione del rischio allergologico.

RISCHIO ALLERGOLOGICO NEGLI STABULARI: IL CONTRIBUTO DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE DI ALLERGENI ED ENDOTOSSINE ALLA VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA IMMUNOLOGICA

Riviello MC;
2013

Abstract

Le allergopatie occupazionali hanno assunto negli ultimi anni un ruolo significativo rappresentando oggi un problema per la salute pubblica, oltre che un fenomeno di rilevanza sociale ed economica. Negli stabulari il personale che a diverso titolo lavora a stretto contatto con animali da laboratorio risulta esposto ad una miscela complessa di particolato aerodisperso derivante prevalentemente dalle attività di sperimentazione e gestione degli animali. I dati disponibili in letteratura evidenziano che allergeni ed endotossine batteriche rappresentano i principali fattori di rischio per questa tipologia di lavoratori. L'esposizione a peli, saliva, urina e siero può causare asma professionale, dermatite da contatto, orticaria, rinite, congiuntivite, sebbene i componenti delle proteine urinarie di ratti e topi sembrano essere i principali allergeni coinvolti in queste patologie. Nel panorama della letteratura scientifica internazionale emerge una carenza di studi in questo specifico settore lavorativo o una parziale trattazione della problematica che non tiene conto della complessità della relazione esposizione-risposta e della suscettibilità genetica degli individui. L'approfondimento delle problematiche inerenti l'esposizione professionale ad allergeni ed endotossine, anche attraverso la realizzazione di monitoraggi microbiologici ambientali, rappresenta un valido strumento di indagine a complemento dei dati ottenuti dallo studio della risposta immunologica nei confronti di numerosi allergeni e dal profilo immunologico individuale. Negli stabulari il personale non si limita a svolgere una sola mansione durante un turno lavorativo, ma svolge una serie di attività che possono prevedere o meno il contatto con animali e che contribuiscono in varia misura all'esposizione cumulativa. Per tale ragione, le stime di esposizione devono essere quantificate per ogni singolo lavoratore attraverso l'utilizzo di frazionatori di particelle posizionati in prossimità dell'area respiratoria (naso-bocca), in grado di determinare l'effettiva esposizione. Contestualmente, l'elaborazione e la somministrazione di questionari, anche tra loro diversificati, devono acquisire informazioni su: anamnesi personale e familiare; potenziali fonti di esposizione in ambiente di vita e di lavoro; caratteristiche e mansioni lavorative, in modo da rappresentare strumenti necessari per lo studio allergologico attraverso una metodologia integrata. Un approccio multidisciplinare che tenga conto delle caratteristiche strutturali degli ambienti di lavoro, della stima quali-quantitativa di allergeni ed endotossine, della risposta allergologica con metodi anche molecolari risulta di fondamentale importanza al fine di mettere in atto idonee misure di prevenzione e controllo per una adeguata valutazione e gestione del rischio allergologico.
2013
Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia - IBCN - Sede Monterotondo Scalo
Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare - IBBC
LAA; Allergia da animali da laboratorio
Rischio allergologico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/308487
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