L'articolo prende in esame la nascita e la diffusione delle "società militari private" (Private Military Companies - PMC), attive soprattutto in Africa sub-sahariana a partire dagli anni 90. Le origini del fenomeno riesiedono nella crescente diffusione delle politiche liberiste, nella riduzione delle prerogative dello stato quale unico soggetto legittimato a detenere il monopolio sull'uso della forza, nella diffusione dei "failed states", nonché nella grande disponibilità di armi leggere con la fine della contrapposizione dei blocchi e la compravendita degli arsenali nazionali. Il contesto di fondo è quello nelle "new wars" nell'accezione di Mary Kaldor, combattute sempre meno tra eserciti nazionali e sempre più spesso da attori non statuali (gruppi terroristici, milizie private, etc.). L'articolo porta il caso della società sudafricana Executive Outcomes (EO) che, con il suo coinvolgimento nei conflitti civili in Angola (1993) e in Sierra Leone (1995), viene considerata uno degli esempi più efficaci di PMC. Questa società di reclutamento di mercenari era operativa sul mercato, ove sfruttava le pieghe di una legislazione nazionale ed internazionale ancora lacunosa in materia, disponibile per chi fosse disponibile a pagarne i costosi servizi. EO, composta da ex soldati dei reparti scelti del Sudafrica dell'apartheid, era disposta ad operare nei contesti di guerra aperta ed era collegata ad un complesso ed oscuro intreccio di società multinazionali attive nell'estrazione e nella commercializzazione di pietre preziose, delle quale finiva per costituire il "braccio armato" sul terreno: la "stabilità" determinata dal suo coinvolgimento nei due case-studies analizzati (Angola e Sierra Leone) finisce per essere strumentale alla ripresa delle attività estrattive e al business delle società occidentali collegate. L'articolo, nelle sue considerazioni finali, ritiene il fenomeno delle PMC strettamento connesso alla diffusione, sino in materia di sicurezza, del "pensiero unico" neo-liberista e dimostra limpossibilità di considerare le PMC - che sul business della guerra proliferano - uno strumento per la risoluzione dei conflitti.
I nuovi mercenari e le compagnie militari private
Adamo A
2002
Abstract
L'articolo prende in esame la nascita e la diffusione delle "società militari private" (Private Military Companies - PMC), attive soprattutto in Africa sub-sahariana a partire dagli anni 90. Le origini del fenomeno riesiedono nella crescente diffusione delle politiche liberiste, nella riduzione delle prerogative dello stato quale unico soggetto legittimato a detenere il monopolio sull'uso della forza, nella diffusione dei "failed states", nonché nella grande disponibilità di armi leggere con la fine della contrapposizione dei blocchi e la compravendita degli arsenali nazionali. Il contesto di fondo è quello nelle "new wars" nell'accezione di Mary Kaldor, combattute sempre meno tra eserciti nazionali e sempre più spesso da attori non statuali (gruppi terroristici, milizie private, etc.). L'articolo porta il caso della società sudafricana Executive Outcomes (EO) che, con il suo coinvolgimento nei conflitti civili in Angola (1993) e in Sierra Leone (1995), viene considerata uno degli esempi più efficaci di PMC. Questa società di reclutamento di mercenari era operativa sul mercato, ove sfruttava le pieghe di una legislazione nazionale ed internazionale ancora lacunosa in materia, disponibile per chi fosse disponibile a pagarne i costosi servizi. EO, composta da ex soldati dei reparti scelti del Sudafrica dell'apartheid, era disposta ad operare nei contesti di guerra aperta ed era collegata ad un complesso ed oscuro intreccio di società multinazionali attive nell'estrazione e nella commercializzazione di pietre preziose, delle quale finiva per costituire il "braccio armato" sul terreno: la "stabilità" determinata dal suo coinvolgimento nei due case-studies analizzati (Angola e Sierra Leone) finisce per essere strumentale alla ripresa delle attività estrattive e al business delle società occidentali collegate. L'articolo, nelle sue considerazioni finali, ritiene il fenomeno delle PMC strettamento connesso alla diffusione, sino in materia di sicurezza, del "pensiero unico" neo-liberista e dimostra limpossibilità di considerare le PMC - che sul business della guerra proliferano - uno strumento per la risoluzione dei conflitti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


