Un corretto intervento di conservazione musiva, in situ o in laboratorio, richiede la caratterizzazione dei materiali costituenti il mosaico, l'identificazione dei prodotti e quindi dei processi di degrado, la ricostruzione delle tecniche esecutive, la conoscenza dei parametri ambientali in cui esso è ubicato (e/o di quelli in cui sarà collocato dopo il restauro), oltre che una approfondita documentazione relativa alla storia del manufatto musivo e del sito archeologico o monumento che lo ospita (o ospitava). La conservazione di un mosaico diventa quindi una occasione straordinaria e a volte unica di conoscenza, che dovrebbe coinvolgere in perfetta sinergia diverse professionalità quali: archeometri, architetti, archeologi, storici dell'arte, restauratori, ecc. Lo studio archeometrico-tecnologico di mosaici appartenenti a diversi ambienti di due siti archeologici di epoca romana in Italia centrale: Suasa, AN (versante adriatico) e Torretta Vecchia, LI (versante tirrenico), condotto in concomitanza di due estesi interventi di conservazione in situ, ha consentito di ottenere precise informazioni non solo circa i materiali, le tecniche esecutive e le eventuali modificazioni e restauri subiti nel tempo da ogni singolo mosaico, ma ha fornito utili indicazioni circa la destinazione d'uso dei vani mosaicati e la cronologia delle diverse fasi edilizie dei complessi archeologici. In questo lavoro viene infine riportato un esempio di studio archeometrico-tecnologico a supporto di interventi conservativi effettuati in laboratorio su mosaici provenienti dal sito tardoantico di S.Giusto, FG (Italia sud-orientale), strappati precedentemente dalla pavimentazione della Chiesa "A" e da ambienti della Villa. Nonostante la decontestualizzazione e la presenza assieme alle tessere del solo allettamento e di minime porzioni della malta di sottofondo, è stato possibile effettuare interessanti e puntuali correlazioni tra le pavimentazioni musive dei due edifici.
Conservazione musiva e conoscenza: un binomio imprescindibile. Esempi di interventi in situ e in laboratorio
Michele Macchiarola;
2014
Abstract
Un corretto intervento di conservazione musiva, in situ o in laboratorio, richiede la caratterizzazione dei materiali costituenti il mosaico, l'identificazione dei prodotti e quindi dei processi di degrado, la ricostruzione delle tecniche esecutive, la conoscenza dei parametri ambientali in cui esso è ubicato (e/o di quelli in cui sarà collocato dopo il restauro), oltre che una approfondita documentazione relativa alla storia del manufatto musivo e del sito archeologico o monumento che lo ospita (o ospitava). La conservazione di un mosaico diventa quindi una occasione straordinaria e a volte unica di conoscenza, che dovrebbe coinvolgere in perfetta sinergia diverse professionalità quali: archeometri, architetti, archeologi, storici dell'arte, restauratori, ecc. Lo studio archeometrico-tecnologico di mosaici appartenenti a diversi ambienti di due siti archeologici di epoca romana in Italia centrale: Suasa, AN (versante adriatico) e Torretta Vecchia, LI (versante tirrenico), condotto in concomitanza di due estesi interventi di conservazione in situ, ha consentito di ottenere precise informazioni non solo circa i materiali, le tecniche esecutive e le eventuali modificazioni e restauri subiti nel tempo da ogni singolo mosaico, ma ha fornito utili indicazioni circa la destinazione d'uso dei vani mosaicati e la cronologia delle diverse fasi edilizie dei complessi archeologici. In questo lavoro viene infine riportato un esempio di studio archeometrico-tecnologico a supporto di interventi conservativi effettuati in laboratorio su mosaici provenienti dal sito tardoantico di S.Giusto, FG (Italia sud-orientale), strappati precedentemente dalla pavimentazione della Chiesa "A" e da ambienti della Villa. Nonostante la decontestualizzazione e la presenza assieme alle tessere del solo allettamento e di minime porzioni della malta di sottofondo, è stato possibile effettuare interessanti e puntuali correlazioni tra le pavimentazioni musive dei due edifici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


