L'ordinamento costituzionale italiano affida alle Regioni la competenza legislativa, sia concorrente che esclusiva, in diverse materie di interesse europeo: il contributo delle Regioni italiane alla fase di formazione del diritto europeo consente quindi di tenere conto delle specificità e delle aspettative dei territori, nonché delle ricadute a livello interno delle politiche europee, nella definizione della posizione nazionale da sostenere in sede europea nel negoziato con gli altri Stati membri. In altre parole, concorre ad assicurare una corretta delimitazione dell'unitario interesse nazionale. Sebbene ormai quasi tutte le Regioni si siano dotate di regole interne per un efficace utilizzo degli strumenti di partecipazione previsti a livello nazionale, solo di recente si iniziano a registrare casi di effettiva partecipazione alla fase di definizione della posizione nazionale, nonché contributi regionali alle procedure previste a livello europeo per la verifica della corretta applicazione del principio di sussidiarietà. I primi casi di effettivo utilizzo degli strumenti di partecipazione, e la conseguente crescente consapevolezza dell'importanza di una partecipazione sistematica delle Regioni alla fase ascendente del processo decisionale europeo, consentono una riflessione sull'efficacia degli strumenti e delle modalità di coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome italiane alla formazione delle politiche e della normativa europea, anche alla luce del nuovo quadro normativo delineato dalla recente legislazione nazionale e dalla legislazione regionale. Alla luce dei dati disponibili, appare utile verificare anzitutto l'incidenza del contributo regionale nella definizione della posizione nazionale; in secondo luogo, tenendo conto della prassi che inizia a delinearsi, individuare possibili strumenti per favorire la definizione di una posizione comune sui progetti di atti europei di interesse regionale, per una maggiore efficacia del contributo regionale, particolarmente utile nel contesto storico contemporaneo per le ragioni già illustrate. A tal fine, dopo una preliminare ricostruzione del quadro normativo di riferimento, a livello nazionale e regionale, si procederà ad una comparazione dei modelli organizzativi regionali, al fine di verificarne l'omogeneità; quindi, si fermerà l'attenzione sull'efficacia degli strumenti di partecipazione nella prassi. Sulla base dei risultati ottenuti, si tenterà di individuare possibili strumenti per il potenziamento della partecipazione regionale alla definizione della posizione nazionale e per il coordinamento delle posizioni delle Regioni e delle Province autonome.
Consonanze e dissonanze nei modelli organizzaivi delle Regioni italiane per la partecipazione alla formazione del diritto europeo
A Iacoviello
2014
Abstract
L'ordinamento costituzionale italiano affida alle Regioni la competenza legislativa, sia concorrente che esclusiva, in diverse materie di interesse europeo: il contributo delle Regioni italiane alla fase di formazione del diritto europeo consente quindi di tenere conto delle specificità e delle aspettative dei territori, nonché delle ricadute a livello interno delle politiche europee, nella definizione della posizione nazionale da sostenere in sede europea nel negoziato con gli altri Stati membri. In altre parole, concorre ad assicurare una corretta delimitazione dell'unitario interesse nazionale. Sebbene ormai quasi tutte le Regioni si siano dotate di regole interne per un efficace utilizzo degli strumenti di partecipazione previsti a livello nazionale, solo di recente si iniziano a registrare casi di effettiva partecipazione alla fase di definizione della posizione nazionale, nonché contributi regionali alle procedure previste a livello europeo per la verifica della corretta applicazione del principio di sussidiarietà. I primi casi di effettivo utilizzo degli strumenti di partecipazione, e la conseguente crescente consapevolezza dell'importanza di una partecipazione sistematica delle Regioni alla fase ascendente del processo decisionale europeo, consentono una riflessione sull'efficacia degli strumenti e delle modalità di coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome italiane alla formazione delle politiche e della normativa europea, anche alla luce del nuovo quadro normativo delineato dalla recente legislazione nazionale e dalla legislazione regionale. Alla luce dei dati disponibili, appare utile verificare anzitutto l'incidenza del contributo regionale nella definizione della posizione nazionale; in secondo luogo, tenendo conto della prassi che inizia a delinearsi, individuare possibili strumenti per favorire la definizione di una posizione comune sui progetti di atti europei di interesse regionale, per una maggiore efficacia del contributo regionale, particolarmente utile nel contesto storico contemporaneo per le ragioni già illustrate. A tal fine, dopo una preliminare ricostruzione del quadro normativo di riferimento, a livello nazionale e regionale, si procederà ad una comparazione dei modelli organizzativi regionali, al fine di verificarne l'omogeneità; quindi, si fermerà l'attenzione sull'efficacia degli strumenti di partecipazione nella prassi. Sulla base dei risultati ottenuti, si tenterà di individuare possibili strumenti per il potenziamento della partecipazione regionale alla definizione della posizione nazionale e per il coordinamento delle posizioni delle Regioni e delle Province autonome.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.