Il trasporto marittimo e i porti sono importanti per lo sviluppo economico e occupazionale poiché in grado di attirare investimenti e risorse locali e nazionali ma, nel contempo generano rilevanti impatti ambientali. Nell'ambito del progetto "Green Ports" sono stati raccolti nella città di Crotone nel mese di ottobre 2015 campioni giornalieri di PM10, in tre siti: all'interno del porto precisamente sul molo, in un una postazione urbana "G. da Fiore" e in una stazione di monitoraggio dell'ARPA Calabria "Fermi". La caratterizzazione chimica delle polveri atmosferiche ha riguardato gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), gli n-alcani (C19-C36) e alcuni composti organici polari presenti nell'atmosfera (nicotina e cocaina, ftalati). Nel corso di tale attività la concentrazione media degli IPA totali variava da 0.33 ng/m3 calcolata nella stazione Fermi a 1.56 ng/m3 in G. Fiore. Il Benzo[a]pirene non eccedeva mai il valore annuale Europeo guida di 1.0 ng/m3, variando tra 0.03 e 0.09 ng/m3 rappresentando circa il 6% del totale presso la scuola e oltre il 10% al porto e a Fermi. La frazione percentuale dei singoli IPA e i rapporti diagnostici per i tre siti dimostravano distinte fonti di emissioni: industriali, attività portuali e di traffico veicolare. La distribuzione media risultava assai simile a Fermi e al porto ma distinta alla scuola; le differenze divenivano più marcate distinguendo i giorni 13-14 ottobre dagli altri; in tali campioni anche tra il porto e il sito Fermi (vedi figura) erano evidenti differenze di composizione. L'analisi degli alcani confermava, sebbene le concentrazioni totali non variassero nei tre siti, il differente contributo delle emissioni naturali e antropiche. In tutti e tre i casi si osserva la sovrapposizione del modello distributivo a campana (max in C24-C25) tipico degli esausti d'origine petrolifera (antropica), con quello a dente di sega (max in C29 e C31), d'origine vegetale (biogenica). In valore assoluto, le concentrazioni degli n-alcani erano coerenti con quelli misurate in aree poco inquinate (~10 ng/m3 a Fermi, ~13 ng/m3 alla scuola e al porto). Il contributo naturale si rivelava più importante in città e nella periferia (CPI = 5.5) rispetto al porto (CPI = 2.5). La concentrazione totale di ftalati presentava ampie variazioni giornaliere, ma i valori medi e la composizione percentuale non erano dissimili nei tre siti (~10-13 ng/m3). Ciò sembra indicare che, quantunque la circolazione dell'aria tenda a limitare l'accumulo degli inquinanti (valori assoluti simili al centro città), l'impatto delle fonti antropiche (attività portuali) non è trascurabile.
Studio dei composti organici nell'atmosfera di Crotone città e porto
Paola Romagnoli;Catia Balducci;Mattia Perilli;Lucia Paciucci;Angelo Cecinato
2016
Abstract
Il trasporto marittimo e i porti sono importanti per lo sviluppo economico e occupazionale poiché in grado di attirare investimenti e risorse locali e nazionali ma, nel contempo generano rilevanti impatti ambientali. Nell'ambito del progetto "Green Ports" sono stati raccolti nella città di Crotone nel mese di ottobre 2015 campioni giornalieri di PM10, in tre siti: all'interno del porto precisamente sul molo, in un una postazione urbana "G. da Fiore" e in una stazione di monitoraggio dell'ARPA Calabria "Fermi". La caratterizzazione chimica delle polveri atmosferiche ha riguardato gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), gli n-alcani (C19-C36) e alcuni composti organici polari presenti nell'atmosfera (nicotina e cocaina, ftalati). Nel corso di tale attività la concentrazione media degli IPA totali variava da 0.33 ng/m3 calcolata nella stazione Fermi a 1.56 ng/m3 in G. Fiore. Il Benzo[a]pirene non eccedeva mai il valore annuale Europeo guida di 1.0 ng/m3, variando tra 0.03 e 0.09 ng/m3 rappresentando circa il 6% del totale presso la scuola e oltre il 10% al porto e a Fermi. La frazione percentuale dei singoli IPA e i rapporti diagnostici per i tre siti dimostravano distinte fonti di emissioni: industriali, attività portuali e di traffico veicolare. La distribuzione media risultava assai simile a Fermi e al porto ma distinta alla scuola; le differenze divenivano più marcate distinguendo i giorni 13-14 ottobre dagli altri; in tali campioni anche tra il porto e il sito Fermi (vedi figura) erano evidenti differenze di composizione. L'analisi degli alcani confermava, sebbene le concentrazioni totali non variassero nei tre siti, il differente contributo delle emissioni naturali e antropiche. In tutti e tre i casi si osserva la sovrapposizione del modello distributivo a campana (max in C24-C25) tipico degli esausti d'origine petrolifera (antropica), con quello a dente di sega (max in C29 e C31), d'origine vegetale (biogenica). In valore assoluto, le concentrazioni degli n-alcani erano coerenti con quelli misurate in aree poco inquinate (~10 ng/m3 a Fermi, ~13 ng/m3 alla scuola e al porto). Il contributo naturale si rivelava più importante in città e nella periferia (CPI = 5.5) rispetto al porto (CPI = 2.5). La concentrazione totale di ftalati presentava ampie variazioni giornaliere, ma i valori medi e la composizione percentuale non erano dissimili nei tre siti (~10-13 ng/m3). Ciò sembra indicare che, quantunque la circolazione dell'aria tenda a limitare l'accumulo degli inquinanti (valori assoluti simili al centro città), l'impatto delle fonti antropiche (attività portuali) non è trascurabile.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.