Il 27 febbraio 2015 segna una data storica all'interno della disputa idrica del bacino del Giordano: Israele e Giordania firmano un accordo bilaterale avente per oggetto uno "scambio" di acqua tra paesi. Il piano prevede la realizzazione di un impianto di dissalazione sul Mar Rosso per produrre acqua potabile e di un canale per trasferire acqua dal Mar Rosso al Mar Morto e tentare di arginare il prosciugamento di quest'ultimo. Il progetto rappresenta la prima fase di un'opera idraulica più vasta, il Progetto del Red-Dead, concepito nel 1994, anno del Trattato di Pace tra Israele e Giordania. La rilevanza del progetto, oltre che nell'elevato valore tecnologico ed economico e nell'importanza degli obiettivi proposti, va ricercata nel suo significato geo-politico. Il Red-Dead che ha alimentato un intenso dibattito a livello internazionale per il suo gravoso impegno finanziario e per i potenziali impatti ambientali, viene presentato come la soluzione più efficace per salvare il Mar Morto e, allo stesso tempo, incrementare la dotazione idrica e la disponibilità energetica dei paesi dell'area. Al fine di cogliere la complessità dei fattori legati al compimento di questa imponente infrastruttura idraulica, è necessario analizzarla all'interno della particolare area geografica in cui si inserisce e, soprattutto, ripercorrere gli sviluppi storici della disputa idrica del bacino del Giordano. La competizione tra i paesi rivieraschi per l'accaparramento delle limitate fonti idriche disponibili può essere considerata non solo la causa principale del progressivo prosciugamento del Mar Morto, ma anche la reale motivazione del progetto. La ricerca e la realizzazione di una soluzione ad elevato contenuto tecnologico permetterebbero, infatti, di incrementare l'offerta idrica regionale bypassando le difficoltà legate al raggiungimento di un'intesa tra i paesi del bacino per un equo sfruttamento delle risorse idriche condivise.

Soluzioni tecniche per scongiurare una guerra per l'acqua: il caso del Red-Dead

2015

Abstract

Il 27 febbraio 2015 segna una data storica all'interno della disputa idrica del bacino del Giordano: Israele e Giordania firmano un accordo bilaterale avente per oggetto uno "scambio" di acqua tra paesi. Il piano prevede la realizzazione di un impianto di dissalazione sul Mar Rosso per produrre acqua potabile e di un canale per trasferire acqua dal Mar Rosso al Mar Morto e tentare di arginare il prosciugamento di quest'ultimo. Il progetto rappresenta la prima fase di un'opera idraulica più vasta, il Progetto del Red-Dead, concepito nel 1994, anno del Trattato di Pace tra Israele e Giordania. La rilevanza del progetto, oltre che nell'elevato valore tecnologico ed economico e nell'importanza degli obiettivi proposti, va ricercata nel suo significato geo-politico. Il Red-Dead che ha alimentato un intenso dibattito a livello internazionale per il suo gravoso impegno finanziario e per i potenziali impatti ambientali, viene presentato come la soluzione più efficace per salvare il Mar Morto e, allo stesso tempo, incrementare la dotazione idrica e la disponibilità energetica dei paesi dell'area. Al fine di cogliere la complessità dei fattori legati al compimento di questa imponente infrastruttura idraulica, è necessario analizzarla all'interno della particolare area geografica in cui si inserisce e, soprattutto, ripercorrere gli sviluppi storici della disputa idrica del bacino del Giordano. La competizione tra i paesi rivieraschi per l'accaparramento delle limitate fonti idriche disponibili può essere considerata non solo la causa principale del progressivo prosciugamento del Mar Morto, ma anche la reale motivazione del progetto. La ricerca e la realizzazione di una soluzione ad elevato contenuto tecnologico permetterebbero, infatti, di incrementare l'offerta idrica regionale bypassando le difficoltà legate al raggiungimento di un'intesa tra i paesi del bacino per un equo sfruttamento delle risorse idriche condivise.
2015
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
acqua
disputa idrica
red-dead
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/319627
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