In apertura, alcune riflessioni di carattere storiografico e interpretativo che sottolineano il carattere relativamente recente del dibattito sulla disoccupazione nel Mediterraneo. Tale dibattito, incentrato fino agli anni '90 sui paesi europei mediterranei, solo in seguito vede l'Europa guardare al fenomeno alla scala regionale, come problema alla base dei movimenti migratori e della crescente instabilità politica che investe l'area. La lettura dei dati mostra un quadro articolato nel contesto mediterraneo. Tra i paesi che tra il 2010 e il 2013 hanno pagato in modo più salato - in termini di aumento della disoccupazione - il prezzo della crisi, ci sono due paesi dell'Unione europea (Spagna e Grecia. I dati relativi alla Grecia sono pesantissimi: dal 2010 al 2013 il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato. Tra i paesi che hanno registrato un aumento significativo della disoccupazione troviamo, inoltre, due Stati membri della Ue (Italia e Slovenia), al fianco di Serbia ed Egitto. La tendenza generale degli ultimi anni è notevolmente sbilanciata verso un aumento complessivo del tasso di disoccupazione. I dati forniti dalla Banca Mondiale mostrano un deterioramento della situazione occupazionale molto più evidente nell'Europa mediterranea, in Grecia e in Turchia rispetto al Nord Africa e al Medio Oriente. Nella seconda parte del capitolo gli autori si soffermano sulla definizione e sui metodi di rilevazione della disoccupazione in Italia e sui risultati di alcune evidenze empiriche dal 1977 in poi. Dai dati disponibili emergono anche per l'Italia alcuni elementi già richiamati nelle analisi sulla disoccupazione nei paesi della riva Sud ed Est del Mediterraneo. I differenziali di disoccupazione tra uomini e donne si sono ridotti negli ultimi anni, pur essendo ancora presenti differenze di genere nel mercato del lavoro italiano (solo due punti percentuali nel 2013). La crisi economica ha provocato un impennata del fenomeno della disoccupazione giovanile e un forte aumento dei divari occupazionali tra il Nord ed il Sud del paese. La recente crisi ha aggravato i divari territoriali. Tra il 2007 e il 2013 il divario fra il tasso di disoccupazione del Sud e quello del Nord è passato da 7,5 a 11,3 punti percentuali.
La disoccupazione
Michele Colucci
2015
Abstract
In apertura, alcune riflessioni di carattere storiografico e interpretativo che sottolineano il carattere relativamente recente del dibattito sulla disoccupazione nel Mediterraneo. Tale dibattito, incentrato fino agli anni '90 sui paesi europei mediterranei, solo in seguito vede l'Europa guardare al fenomeno alla scala regionale, come problema alla base dei movimenti migratori e della crescente instabilità politica che investe l'area. La lettura dei dati mostra un quadro articolato nel contesto mediterraneo. Tra i paesi che tra il 2010 e il 2013 hanno pagato in modo più salato - in termini di aumento della disoccupazione - il prezzo della crisi, ci sono due paesi dell'Unione europea (Spagna e Grecia. I dati relativi alla Grecia sono pesantissimi: dal 2010 al 2013 il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato. Tra i paesi che hanno registrato un aumento significativo della disoccupazione troviamo, inoltre, due Stati membri della Ue (Italia e Slovenia), al fianco di Serbia ed Egitto. La tendenza generale degli ultimi anni è notevolmente sbilanciata verso un aumento complessivo del tasso di disoccupazione. I dati forniti dalla Banca Mondiale mostrano un deterioramento della situazione occupazionale molto più evidente nell'Europa mediterranea, in Grecia e in Turchia rispetto al Nord Africa e al Medio Oriente. Nella seconda parte del capitolo gli autori si soffermano sulla definizione e sui metodi di rilevazione della disoccupazione in Italia e sui risultati di alcune evidenze empiriche dal 1977 in poi. Dai dati disponibili emergono anche per l'Italia alcuni elementi già richiamati nelle analisi sulla disoccupazione nei paesi della riva Sud ed Est del Mediterraneo. I differenziali di disoccupazione tra uomini e donne si sono ridotti negli ultimi anni, pur essendo ancora presenti differenze di genere nel mercato del lavoro italiano (solo due punti percentuali nel 2013). La crisi economica ha provocato un impennata del fenomeno della disoccupazione giovanile e un forte aumento dei divari occupazionali tra il Nord ed il Sud del paese. La recente crisi ha aggravato i divari territoriali. Tra il 2007 e il 2013 il divario fra il tasso di disoccupazione del Sud e quello del Nord è passato da 7,5 a 11,3 punti percentuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.