Il monitoraggio delle coperture nevose in aree polari, può essere effettuato immagini multi spettrali e dati nivometrici ma i tempi di rivisitazioni dei satelliti e le repentine variazioni di nuvolosità in tali aree rappresentano ancora un ostacolo nel seguire il metamorfismo della neve nella fase di fusione primaverile Per monitorare in continuo tale fenomeno è stato predisposto un apparato sperimentale presso la stazione artica Climate Change Tower del CNR di NyAlesund (Svalbard) costituito da uno spettroradiometro, montato a circa 8m di altezza, in grado di misurare l'irradianza spettrale nell'intervallo 350-2550nm, associato ad una webcam. Radiometro e webcam, in funzione dal maggio 2014, sono stati montati su un sistema rotante per riprendere alternativamente misure del cielo e del terreno ad intervalli di 15minuti, in un'area interdetta all'accesso. Le immagini della webcam sono state elaborate, con un'apposita procedura semi-automatica, per stimare la copertura nuvolosa e l'estensione areale della neve. I dati radiometrici, integrati con misure di radiazione totale e dati meteo climatici registrati alla CC Tower hanno permesso di monitorare in continuo l'albedo spettrale e di calcolare l'indice di neve considerando le bande 4 (545-565 nm) e 6 (1628-1652 nm) del MODIS. Per il periodo considerato l'albedo spettrale ha mostrato un andamento piuttosto regolare variando da 0.9 a 0.5 per poi scendere repentinamente a 0.2 durante il processo di fusione della neve. I valori del NDSI hanno avuto un andamento meno regolare passando da 0.8 per neve fresca, appena deposta, a circa 0.6 per neve rimaneggiata dal vento, con picchi di 0.9 in caso di forti nevicate. In particolare l'analisi del NDSI suggerisce l' efficacia di questo indice nel descrivere non solo l'estensione delle coperture nevose ma anche le caratteristiche microfisiche dello strato di neve superficiale, fornendo una chiave di interpretazione importante per dati MODIS e Landsat
Monitoraggio continuo delle proprietà spettrali della copertura nevosa a Ny-Ålesund
Rosamaria Salvatori;Roberto Salzano;Christian Lanconelli
2016
Abstract
Il monitoraggio delle coperture nevose in aree polari, può essere effettuato immagini multi spettrali e dati nivometrici ma i tempi di rivisitazioni dei satelliti e le repentine variazioni di nuvolosità in tali aree rappresentano ancora un ostacolo nel seguire il metamorfismo della neve nella fase di fusione primaverile Per monitorare in continuo tale fenomeno è stato predisposto un apparato sperimentale presso la stazione artica Climate Change Tower del CNR di NyAlesund (Svalbard) costituito da uno spettroradiometro, montato a circa 8m di altezza, in grado di misurare l'irradianza spettrale nell'intervallo 350-2550nm, associato ad una webcam. Radiometro e webcam, in funzione dal maggio 2014, sono stati montati su un sistema rotante per riprendere alternativamente misure del cielo e del terreno ad intervalli di 15minuti, in un'area interdetta all'accesso. Le immagini della webcam sono state elaborate, con un'apposita procedura semi-automatica, per stimare la copertura nuvolosa e l'estensione areale della neve. I dati radiometrici, integrati con misure di radiazione totale e dati meteo climatici registrati alla CC Tower hanno permesso di monitorare in continuo l'albedo spettrale e di calcolare l'indice di neve considerando le bande 4 (545-565 nm) e 6 (1628-1652 nm) del MODIS. Per il periodo considerato l'albedo spettrale ha mostrato un andamento piuttosto regolare variando da 0.9 a 0.5 per poi scendere repentinamente a 0.2 durante il processo di fusione della neve. I valori del NDSI hanno avuto un andamento meno regolare passando da 0.8 per neve fresca, appena deposta, a circa 0.6 per neve rimaneggiata dal vento, con picchi di 0.9 in caso di forti nevicate. In particolare l'analisi del NDSI suggerisce l' efficacia di questo indice nel descrivere non solo l'estensione delle coperture nevose ma anche le caratteristiche microfisiche dello strato di neve superficiale, fornendo una chiave di interpretazione importante per dati MODIS e LandsatI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.