Electrification of Sardinia begins with a fortuitous concomitance. Between the late nineteenth and early twentieth century four scientists (Alberto La Marmora, geographer, Quintino Sella, mining engineer, Antonio Pacinotti, physicist and inventor of homonymous ring, Angelo Omodeo, hydraulic engineer) realised that the Sardinian coal (for its excessive content of sulfur) could not be used in the rising steel industry and that the Sardinian rivers, for their torrential character, could not be usable to transport goods; two mighty but unusable energy sources. The four erudite persons understood, however, that coal and rivers could be used to produce electricity. The first power plant using thermal energy, for industrial and civil purposes, was built in 1914 (Cagliari); the first power plant using water power was realized in 1923 (Oristano). Throughout the twentieth century, these two main power sources have alternated at the top of production of electricity. The nationalization of electric power industries (1962) permitted, through the first submarine power line (1968), the connection of the Sardinian electric network to the Italian and Corsican electrical grids. Since 2000s years, several aerogenerators and photovoltaic generators, installed in the Island, have contributed for about 20 % to the production of electricity in Sardinia.

La storia dell'elettrificazione della Sardegna inizia con una concomitanza fortuita: nei primi anni della seconda metà dell'Ottocento, Alberto La Marmora, generale e geografo, Quintino Sella, ingegnere minerario e ministro del Regno, Antonio Pacinotti, docente di fisica e inventore dell'omonimo anello, operarono quasi contemporaneamente in Sardegna prendendo coscienza del fatto che il carbone sardo, per l'eccessivo contenuto di zolfo, non poteva essere usato per la nascente industria siderurgica e che i fiumi sardi, per il loro carattere torrentizio, non erano utilizzabili per il trasporto dei prodotti: due fonti energetiche imponenti ma inutili. I tre studiosi capirono però che il carbone e i fiumi potevano essere utilizzati per produrre la nuova forma di energia: l'elettricità. Così anche la Sardegna partecipò alla Guerra delle Correnti (fine XIX secolo) pur mantenendosi possibilista sull'impiego della Corrente sia Continua sia Alternata. Altrettanto oscillante è stata, per tutto il XX secolo, nel preferire l'una o l'altra delle due fonti principali per la produzione elettrica: quella idrica e quella termica, che, nel tempo, si sono alternate al vertice della produzione. A questo dualismo possiamo associarne un secondo: la produzione nell'entroterra, idrica, e la produzione costiera, termica. Il motivo è intuibile: gli sbarramenti sui fiumi sono all'interno, mentre il bacino carbonifero del Sulcis, principale fonte di carbone nazionale per tutto il Novecento, è sulla costa sud-occidentale dell'Isola. La nazionalizzazione delle imprese elettriche (1962) ha permesso, tramite il primo elettrodotto sottomarino (1968), la connessione della rete sarda alla rete italiana e corsa. Ciò ha prodotto lo sviluppo dell'industria chimica sarda, localizzata prevalentemente lungo le coste: Porto Torres, Portovesme, Cagliari, ecc. In conseguenza di ciò la produzione elettrica costiera, ovvero da fonte termica, ha assunto decisamente il primo posto, che si è consolidato negli anni Duemila con gli innumerevoli generatori eolici e fotovoltaici installati prevalentemente sulle coste dell'Isola.

Elettrificazione della Sardegna

Matteo De Vincenzi;Gianni Fasano
2016

Abstract

Electrification of Sardinia begins with a fortuitous concomitance. Between the late nineteenth and early twentieth century four scientists (Alberto La Marmora, geographer, Quintino Sella, mining engineer, Antonio Pacinotti, physicist and inventor of homonymous ring, Angelo Omodeo, hydraulic engineer) realised that the Sardinian coal (for its excessive content of sulfur) could not be used in the rising steel industry and that the Sardinian rivers, for their torrential character, could not be usable to transport goods; two mighty but unusable energy sources. The four erudite persons understood, however, that coal and rivers could be used to produce electricity. The first power plant using thermal energy, for industrial and civil purposes, was built in 1914 (Cagliari); the first power plant using water power was realized in 1923 (Oristano). Throughout the twentieth century, these two main power sources have alternated at the top of production of electricity. The nationalization of electric power industries (1962) permitted, through the first submarine power line (1968), the connection of the Sardinian electric network to the Italian and Corsican electrical grids. Since 2000s years, several aerogenerators and photovoltaic generators, installed in the Island, have contributed for about 20 % to the production of electricity in Sardinia.
2016
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
978-88-86638-33-3
La storia dell'elettrificazione della Sardegna inizia con una concomitanza fortuita: nei primi anni della seconda metà dell'Ottocento, Alberto La Marmora, generale e geografo, Quintino Sella, ingegnere minerario e ministro del Regno, Antonio Pacinotti, docente di fisica e inventore dell'omonimo anello, operarono quasi contemporaneamente in Sardegna prendendo coscienza del fatto che il carbone sardo, per l'eccessivo contenuto di zolfo, non poteva essere usato per la nascente industria siderurgica e che i fiumi sardi, per il loro carattere torrentizio, non erano utilizzabili per il trasporto dei prodotti: due fonti energetiche imponenti ma inutili. I tre studiosi capirono però che il carbone e i fiumi potevano essere utilizzati per produrre la nuova forma di energia: l'elettricità. Così anche la Sardegna partecipò alla Guerra delle Correnti (fine XIX secolo) pur mantenendosi possibilista sull'impiego della Corrente sia Continua sia Alternata. Altrettanto oscillante è stata, per tutto il XX secolo, nel preferire l'una o l'altra delle due fonti principali per la produzione elettrica: quella idrica e quella termica, che, nel tempo, si sono alternate al vertice della produzione. A questo dualismo possiamo associarne un secondo: la produzione nell'entroterra, idrica, e la produzione costiera, termica. Il motivo è intuibile: gli sbarramenti sui fiumi sono all'interno, mentre il bacino carbonifero del Sulcis, principale fonte di carbone nazionale per tutto il Novecento, è sulla costa sud-occidentale dell'Isola. La nazionalizzazione delle imprese elettriche (1962) ha permesso, tramite il primo elettrodotto sottomarino (1968), la connessione della rete sarda alla rete italiana e corsa. Ciò ha prodotto lo sviluppo dell'industria chimica sarda, localizzata prevalentemente lungo le coste: Porto Torres, Portovesme, Cagliari, ecc. In conseguenza di ciò la produzione elettrica costiera, ovvero da fonte termica, ha assunto decisamente il primo posto, che si è consolidato negli anni Duemila con gli innumerevoli generatori eolici e fotovoltaici installati prevalentemente sulle coste dell'Isola.
storia elettrificazione
produzione elettrica
Sardegna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/323042
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