Il comparto lattiero caseario italiano rappresenta il primo comparto alimentare nazionale, dominato da consorzi di fondamentale importanza per il marchio Made in Italy: Mozzarella di Bufala DOP, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Nonostante questo, la produzione del latte in Italia attraversa una fase di grave crisi dovuta in gran parte ai minori costi negli altri Paesi dell'UE, per cui l'industria lattiero-casearia nazionale si rivolge sempre più all'importazione. Per fronteggiare la crisi è necessario apportare nuove conoscenze e tecnologie innovative puntando sulle produzioni lattiero- casearie di elevata qualità come la varietà di formaggi tradizionali e tipici "Made in Italy" che, pur avendo costi maggiori, sono molto richiesti dai mercati internazionali, per non parlare delle nicchie di mercato come l'ovi-caprino. La progressiva ed inevitabile adozione dei sistemi basati sull'autocontrollo e l'analisi dei pericoli e punti critici di controllo (HACCP) sin dalla produzione primaria e dai mangimi ("from farm to fork"), nonché la responsabilità legale per la tutela e gestione della sicurezza dei prodotti a carico degli operatori economici lungo tutta la filiera, sono fra le novità introdotte dalla Strategia Europea per la Sicurezza Alimentare (White Paper, 2000) e applicate dal "Pacchetto igiene" (2004). Altre novità introdotte a livello normativo dal White Paper sono la tracciabilità from farm to fork e la prevenzione dei rischi per la vita in utero e l'infanzia, ovvero la Sicurezza Alimentare Sostenibile . Le priorità di controllo vanno quindi progressivamente ed inevitabilmente incontro ad un ampliamento, dal prodotto al processo. Per tale ragione, fornire sistemi, approcci e tecnologie valide ed aggiornate per lo sviluppo del from farm to fork e del Pacchetto Igiene, che coprano efficacia (prevenzione precoce dei rischi) ed efficienza (ottimizzazione dell'uso delle risorse), diventa dovere scientifico, istituzionale ed etico della ricerca pubblica. Tramite l'autocontrollo, i regolamenti comunitari attribuiscono agli operatori del settore un ruolo centrale nella tutela della qualità e salubrità del prodotto, a partire dalla produzione primaria, per controllare e prevenire le contaminazioni all'origine. In particolare, contribuire a colmare l'attuale limitatezza di disponibilità di tecnologia diagnostica da campo è responsabilità della ricerca pubblica per la prevenzione, con l'obiettivo della innovazione, qualificazione, e competitività di tutta la filiera lattiero casearia Made in Italy. La necessità di indicatori precoci e relativa tecnologia diagnostica era già stata manifestata nel 2005 come priorità dai produttori primari di diversi settori alimentari ai ricercatori ISS del Dip.to SPVSA, grazie alla mediazione del Centro di partecipazione OMS al programma mediterraneo delle zoonosi dell'OMS presso il Centro Studi "Città di Orvieto". In particolare, la necessità emersa riguardava la progettazione, il trasferimento ed il collaudo di piani di autocontrollo e tracciabilità che amplino gli attuali sistemi HACCP agli aspetti di qualità e salubrità chimico-tossicologica nei punti "di particolare attenzione" ed i "passaggi di staffetta" della responsabilità sul prodotto dell'intera filiera del latte bovino, nella quale il latte, oltre ad essere un alimento primario, è un importante bioindicatore dello stato di salute dell'animale e, più in generale, delle Buone Pratiche.
Piattaforma di (tele)diagnostica innovativa e automatizzata per la sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare
Gerardo Grasso;Roberto Dragone
2012
Abstract
Il comparto lattiero caseario italiano rappresenta il primo comparto alimentare nazionale, dominato da consorzi di fondamentale importanza per il marchio Made in Italy: Mozzarella di Bufala DOP, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Nonostante questo, la produzione del latte in Italia attraversa una fase di grave crisi dovuta in gran parte ai minori costi negli altri Paesi dell'UE, per cui l'industria lattiero-casearia nazionale si rivolge sempre più all'importazione. Per fronteggiare la crisi è necessario apportare nuove conoscenze e tecnologie innovative puntando sulle produzioni lattiero- casearie di elevata qualità come la varietà di formaggi tradizionali e tipici "Made in Italy" che, pur avendo costi maggiori, sono molto richiesti dai mercati internazionali, per non parlare delle nicchie di mercato come l'ovi-caprino. La progressiva ed inevitabile adozione dei sistemi basati sull'autocontrollo e l'analisi dei pericoli e punti critici di controllo (HACCP) sin dalla produzione primaria e dai mangimi ("from farm to fork"), nonché la responsabilità legale per la tutela e gestione della sicurezza dei prodotti a carico degli operatori economici lungo tutta la filiera, sono fra le novità introdotte dalla Strategia Europea per la Sicurezza Alimentare (White Paper, 2000) e applicate dal "Pacchetto igiene" (2004). Altre novità introdotte a livello normativo dal White Paper sono la tracciabilità from farm to fork e la prevenzione dei rischi per la vita in utero e l'infanzia, ovvero la Sicurezza Alimentare Sostenibile . Le priorità di controllo vanno quindi progressivamente ed inevitabilmente incontro ad un ampliamento, dal prodotto al processo. Per tale ragione, fornire sistemi, approcci e tecnologie valide ed aggiornate per lo sviluppo del from farm to fork e del Pacchetto Igiene, che coprano efficacia (prevenzione precoce dei rischi) ed efficienza (ottimizzazione dell'uso delle risorse), diventa dovere scientifico, istituzionale ed etico della ricerca pubblica. Tramite l'autocontrollo, i regolamenti comunitari attribuiscono agli operatori del settore un ruolo centrale nella tutela della qualità e salubrità del prodotto, a partire dalla produzione primaria, per controllare e prevenire le contaminazioni all'origine. In particolare, contribuire a colmare l'attuale limitatezza di disponibilità di tecnologia diagnostica da campo è responsabilità della ricerca pubblica per la prevenzione, con l'obiettivo della innovazione, qualificazione, e competitività di tutta la filiera lattiero casearia Made in Italy. La necessità di indicatori precoci e relativa tecnologia diagnostica era già stata manifestata nel 2005 come priorità dai produttori primari di diversi settori alimentari ai ricercatori ISS del Dip.to SPVSA, grazie alla mediazione del Centro di partecipazione OMS al programma mediterraneo delle zoonosi dell'OMS presso il Centro Studi "Città di Orvieto". In particolare, la necessità emersa riguardava la progettazione, il trasferimento ed il collaudo di piani di autocontrollo e tracciabilità che amplino gli attuali sistemi HACCP agli aspetti di qualità e salubrità chimico-tossicologica nei punti "di particolare attenzione" ed i "passaggi di staffetta" della responsabilità sul prodotto dell'intera filiera del latte bovino, nella quale il latte, oltre ad essere un alimento primario, è un importante bioindicatore dello stato di salute dell'animale e, più in generale, delle Buone Pratiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.