Una buona programmazione degli interventi sul territorio, sia per promuoverne lo sviluppo, sia per favorire migliori condizioni di vita ai suoi cittadini, non può esimersi dalla considerazione preliminare dei bisogni che esso esprime. Molto spesso, però, i policy-maker non dispongono degli strumenti necessari per cogliere in tempo reale il cambiamento nel clima sociale sul quale si intende intervenire. Al contrario, gli operatori economici e sociali dispongono di segnali immediati sulla situazione e sull'evoluzione del territorio, ma non sempre sono in grado di trasformarli in informazioni, cioè in giudizi di valore generale e, soprattutto, hanno generalmente una visione solo parziale dei fenomeni, connessa alla specificità della propria azione. Il trade-off fra tempestività e precisione dell'informazione da un lato, e ampiezza e completezza dall'altro, è prerogativa di tutte le organizzazioni complesse e vi si deve porre rimedio con adeguati strumenti di raccolta e circolazione delle informazioni. La progettazione e sistematizzazione di tali strumenti richiede, però, un approfondito studio preliminare del contesto su cui si intende operare a fini di programmazione di policy. Pertanto, il caso di studio presentato in questo contributo intende aprire una riflessione sull'importanza del contesto di riferimento, partendo dal caso specifico dell'individuazione dei fabbisogni dell'utenza in formazione iniziale di un ente di formazione professionale piemontese. L'esperienza di ricerca, avviata negli anni 2014 e 2015, ha permesso la progettazione di un sistema di rilevazione (antenna sociale) finalizzato all'individuazione sistemica dei bisogni degli studenti e delle loro famiglie, per fornire ai decisori politici adeguati strumenti per orientare le proprie scelte. Nello specifico, affinché le azioni formative dirette a soggetti in Obbligo di Istruzione siano pienamente efficaci, è fondamentale riuscire a cogliere i molteplici aspetti dello svantaggio socio-economico che molto spesso caratterizzano i beneficiari di questo specifico percorso educativo. Il progetto mira a tracciare delle linee guida per la creazione di osservatori che utilizzino, in una visione sistemica, le informazioni e i dati capillari forniti dagli operatori economici e sociali sul territorio, per monitorare in tempo praticamente reale l'evoluzione dei bisogni sociali. Uno degli elementi innovativi di questo contributo concerne la scelta metodologica. Infatti, per rilevare la multidimensionalità dello svantaggio iniziale dei giovani in formazione, non ci si limiterà all'analisi più o meno sistematica di alcuni indicatori di interesse, bensì si proporrà l'utilizzo della cosiddetta modellistica ad equazioni strutturali (Tenenhaus et al., 2005). Tali modelli si rivelano particolarmente adatti all'architettura delle antenne sociali, poiché sono in grado di identificare fenomeni multidimensionali (variabili latenti) per mezzo di indicatori compositi, che sintetizzano le diverse dimensioni del fenomeno in oggetto. Esse vengono a loro volta descritte e misurate tramite combinazioni di indicatori di base rilevabili semplicemente (variabili manifeste). In pratica, un indicatore composito rappresenta una variabile latente, cioè un concetto che si riesce a identificare sul piano teorico, ma che non può essere misurato direttamente (ad es. l'occupabilità di un individuo oppure l'atteggiamento di fiducia verso la società). La variabile latente è legata a diversi indicatori elementari, che ne rappresentano in un certo senso il sintomo esterno osservabile (modello di misurazione). L'indicatore composito così definito può essere collegato, a sua volta, ad altri indicatori compositi, in una visione sistemica (modello strutturale), rappresentata da un insieme di regressioni lineari (semplici o multiple) interdipendenti. Nel contesto specifico della formazione iniziale, tale impianto modellistico consente sia di descrivere in modo completo le caratteristiche dello svantaggio dei suoi beneficiari, sia di osservare in modo sistemico come tali caratteristiche influiscano sull'obiettivo finale (sia esso il completamento degli studi, oppure l'integrazione socio-lavorativa) e quali servizi e interventi siano maggiormente in grado di arginarne l'effetto negativo. In conclusione, quest'antenna sociale è stata specificamente progettata per individuare il mutamento dei fabbisogni dei beneficiari della formazione iniziale, ma la sistematizzazione di questo approccio metodologico potrà permettere l'applicazione degli stessi strumenti per rilevare i mutamenti del contesto anche in ambiti differenti. Il fil rouge è dato dalla capacità di fornire indicazioni di policy tempestive, affinché gli attori politici, in differenti contesti, possano agire per (ri)orientare gli interventi, a seconda dei mutamenti rilevati.

Antenne sociali per la formazione iniziale: un approccio strutturale per la rilevazione dei bisogni

Lamonica V;Ragazzi E;Sella L
2016

Abstract

Una buona programmazione degli interventi sul territorio, sia per promuoverne lo sviluppo, sia per favorire migliori condizioni di vita ai suoi cittadini, non può esimersi dalla considerazione preliminare dei bisogni che esso esprime. Molto spesso, però, i policy-maker non dispongono degli strumenti necessari per cogliere in tempo reale il cambiamento nel clima sociale sul quale si intende intervenire. Al contrario, gli operatori economici e sociali dispongono di segnali immediati sulla situazione e sull'evoluzione del territorio, ma non sempre sono in grado di trasformarli in informazioni, cioè in giudizi di valore generale e, soprattutto, hanno generalmente una visione solo parziale dei fenomeni, connessa alla specificità della propria azione. Il trade-off fra tempestività e precisione dell'informazione da un lato, e ampiezza e completezza dall'altro, è prerogativa di tutte le organizzazioni complesse e vi si deve porre rimedio con adeguati strumenti di raccolta e circolazione delle informazioni. La progettazione e sistematizzazione di tali strumenti richiede, però, un approfondito studio preliminare del contesto su cui si intende operare a fini di programmazione di policy. Pertanto, il caso di studio presentato in questo contributo intende aprire una riflessione sull'importanza del contesto di riferimento, partendo dal caso specifico dell'individuazione dei fabbisogni dell'utenza in formazione iniziale di un ente di formazione professionale piemontese. L'esperienza di ricerca, avviata negli anni 2014 e 2015, ha permesso la progettazione di un sistema di rilevazione (antenna sociale) finalizzato all'individuazione sistemica dei bisogni degli studenti e delle loro famiglie, per fornire ai decisori politici adeguati strumenti per orientare le proprie scelte. Nello specifico, affinché le azioni formative dirette a soggetti in Obbligo di Istruzione siano pienamente efficaci, è fondamentale riuscire a cogliere i molteplici aspetti dello svantaggio socio-economico che molto spesso caratterizzano i beneficiari di questo specifico percorso educativo. Il progetto mira a tracciare delle linee guida per la creazione di osservatori che utilizzino, in una visione sistemica, le informazioni e i dati capillari forniti dagli operatori economici e sociali sul territorio, per monitorare in tempo praticamente reale l'evoluzione dei bisogni sociali. Uno degli elementi innovativi di questo contributo concerne la scelta metodologica. Infatti, per rilevare la multidimensionalità dello svantaggio iniziale dei giovani in formazione, non ci si limiterà all'analisi più o meno sistematica di alcuni indicatori di interesse, bensì si proporrà l'utilizzo della cosiddetta modellistica ad equazioni strutturali (Tenenhaus et al., 2005). Tali modelli si rivelano particolarmente adatti all'architettura delle antenne sociali, poiché sono in grado di identificare fenomeni multidimensionali (variabili latenti) per mezzo di indicatori compositi, che sintetizzano le diverse dimensioni del fenomeno in oggetto. Esse vengono a loro volta descritte e misurate tramite combinazioni di indicatori di base rilevabili semplicemente (variabili manifeste). In pratica, un indicatore composito rappresenta una variabile latente, cioè un concetto che si riesce a identificare sul piano teorico, ma che non può essere misurato direttamente (ad es. l'occupabilità di un individuo oppure l'atteggiamento di fiducia verso la società). La variabile latente è legata a diversi indicatori elementari, che ne rappresentano in un certo senso il sintomo esterno osservabile (modello di misurazione). L'indicatore composito così definito può essere collegato, a sua volta, ad altri indicatori compositi, in una visione sistemica (modello strutturale), rappresentata da un insieme di regressioni lineari (semplici o multiple) interdipendenti. Nel contesto specifico della formazione iniziale, tale impianto modellistico consente sia di descrivere in modo completo le caratteristiche dello svantaggio dei suoi beneficiari, sia di osservare in modo sistemico come tali caratteristiche influiscano sull'obiettivo finale (sia esso il completamento degli studi, oppure l'integrazione socio-lavorativa) e quali servizi e interventi siano maggiormente in grado di arginarne l'effetto negativo. In conclusione, quest'antenna sociale è stata specificamente progettata per individuare il mutamento dei fabbisogni dei beneficiari della formazione iniziale, ma la sistematizzazione di questo approccio metodologico potrà permettere l'applicazione degli stessi strumenti per rilevare i mutamenti del contesto anche in ambiti differenti. Il fil rouge è dato dalla capacità di fornire indicazioni di policy tempestive, affinché gli attori politici, in differenti contesti, possano agire per (ri)orientare gli interventi, a seconda dei mutamenti rilevati.
2016
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
formazione iniziale
modelli ad equazioni strutturali
rilevazione dei bisogni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/324452
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