Le dimensioni canoniche di studio e ricerca delle Digital Humanities (DH) sono state fin qui prevalentemente di carattere tecnologico-applicativo e infrastrutturale, piuttosto che socio-politico. Ciò in linea con le "sorti" e le tendenze della ricerca nelle Scienze Umane in generale. A partire dal 2007, di contro, le politiche per la ricerca comunitarie hanno sistematicamente promosso l'impatto socio-economico della ricerca, in ogni area disciplinare, inclusa l'area umanistica e dunque incluso il settore delle Digital Humanities. Entro tale contesto, il contributo muove dalle seguenti ipotesi: -le Digital Humanities hanno un impatto diretto e rilevante all'interno della comunità scientifica, nella direzione della condivisione di risorse informative utili allo sviluppo di ulteriore ricerca, sebbene con i problemi ancora aperti connessi con le risorse informative elettroniche in generale; -l'impatto culturale ed intellettuale sulla società, di formazione delle coscienze, delle Scienze Umane, e dunque anche delle DH, è intuibilmente rilevante, ma difficilmente dimostrabile; -sussistono problemi di fruibilità, non soltanto in termini di criteri di facilità d'uso e di efficienza del prodotto digitale, ma anche di rispondenza alle esigenze e all'interesse di utenti non specialisti delle DH, intese come risorse informative; e intende dimostrare che: -l'impatto delle DH sulla società necessita di un processo di intermediazione, che coinvolga agenti con competenze culturali, metodologiche e comunicative di natura interdisciplinare; -la formazione degli insegnanti potrebbe costituire uno dei primi passi verso una migliore e più allargata fruizione delle DH e pertanto viene considerata come caso di studio; -saranno presentati quindi esempi di possibili scenari didattici, di ricerca strutturata o curiosity driven su una collezione di libri tecnici antichi digitalizzati nell'ambito del progetto CNR Science and Technology Digital Library. In particolare, si propone una riflessione su un case study rappresentato da un laboratorio CNR Macchine per fare il tempo. Antichi trattati di cronologia digitalizzati ideato in occasione del Festival della Scienza 2014. Durante il laboratorio, sono emersi da parte degli insegnanti numerosi spunti di riflessione sull'utilizzo di queste risorse per la didattica delle loro materie, sia scientifiche (matematica, fisica, geografia astronomica) sia umanistiche (storia, letteratura italiana, latino). Si è palesato così quanto le distanze fra discipline diverse e i settori di educazione e ricerca siano notevolmente diminuite con lo sviluppo delle tecnologie digitali, e quanto siano allo stesso tempo cresciuti il desiderio e la necessità di dialogo fra istituzioni culturali. Alla luce di quanto sopra, si propone di identificare nuove competenze volte a favorire questo scambio, indirizzare e coadiuvare i formatori a questo tipo di risorse, nel rispetto delle regole. Il profilo risultante dovrà comprendere sia la conoscenza di sistemi di consultazione facili, intuitivi e open access, sia la competenza storica e filologica.
Digital Humanities e Società: un impatto necessariamente "intermediato"
2015
Abstract
Le dimensioni canoniche di studio e ricerca delle Digital Humanities (DH) sono state fin qui prevalentemente di carattere tecnologico-applicativo e infrastrutturale, piuttosto che socio-politico. Ciò in linea con le "sorti" e le tendenze della ricerca nelle Scienze Umane in generale. A partire dal 2007, di contro, le politiche per la ricerca comunitarie hanno sistematicamente promosso l'impatto socio-economico della ricerca, in ogni area disciplinare, inclusa l'area umanistica e dunque incluso il settore delle Digital Humanities. Entro tale contesto, il contributo muove dalle seguenti ipotesi: -le Digital Humanities hanno un impatto diretto e rilevante all'interno della comunità scientifica, nella direzione della condivisione di risorse informative utili allo sviluppo di ulteriore ricerca, sebbene con i problemi ancora aperti connessi con le risorse informative elettroniche in generale; -l'impatto culturale ed intellettuale sulla società, di formazione delle coscienze, delle Scienze Umane, e dunque anche delle DH, è intuibilmente rilevante, ma difficilmente dimostrabile; -sussistono problemi di fruibilità, non soltanto in termini di criteri di facilità d'uso e di efficienza del prodotto digitale, ma anche di rispondenza alle esigenze e all'interesse di utenti non specialisti delle DH, intese come risorse informative; e intende dimostrare che: -l'impatto delle DH sulla società necessita di un processo di intermediazione, che coinvolga agenti con competenze culturali, metodologiche e comunicative di natura interdisciplinare; -la formazione degli insegnanti potrebbe costituire uno dei primi passi verso una migliore e più allargata fruizione delle DH e pertanto viene considerata come caso di studio; -saranno presentati quindi esempi di possibili scenari didattici, di ricerca strutturata o curiosity driven su una collezione di libri tecnici antichi digitalizzati nell'ambito del progetto CNR Science and Technology Digital Library. In particolare, si propone una riflessione su un case study rappresentato da un laboratorio CNR Macchine per fare il tempo. Antichi trattati di cronologia digitalizzati ideato in occasione del Festival della Scienza 2014. Durante il laboratorio, sono emersi da parte degli insegnanti numerosi spunti di riflessione sull'utilizzo di queste risorse per la didattica delle loro materie, sia scientifiche (matematica, fisica, geografia astronomica) sia umanistiche (storia, letteratura italiana, latino). Si è palesato così quanto le distanze fra discipline diverse e i settori di educazione e ricerca siano notevolmente diminuite con lo sviluppo delle tecnologie digitali, e quanto siano allo stesso tempo cresciuti il desiderio e la necessità di dialogo fra istituzioni culturali. Alla luce di quanto sopra, si propone di identificare nuove competenze volte a favorire questo scambio, indirizzare e coadiuvare i formatori a questo tipo di risorse, nel rispetto delle regole. Il profilo risultante dovrà comprendere sia la conoscenza di sistemi di consultazione facili, intuitivi e open access, sia la competenza storica e filologica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


