Il Mar Mediterraneo è di particolare interesse sotto vari punti di vista poiché è un unico bacino che gode della combinazione di diverse caratteristiche meteorologiche, climatologiche e geografiche [1]. L'atmosfera del Mediterraneo è a sua volta influenzata da masse d'aria, e dalle emissioni in esse contenute, che hanno origine non solo nell'Europa Centrale e nel Nord Africa, ma anche nell'Europa orientale e in casi eccezionali persino nel Sud Est Asiatico; a tal motivo, il Mediterraneo viene descritto come un "crocevia" di masse d'arie inquinate [2]. Dal 2003, l'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), nell'ambito del progetto MEDOCEANOR, sta conducendo regolari campagne di misura, al fine di monitorare diversi inquinanti sul Mar Mediterraneo, incluso il particolato atmosferico [3,4]. In questo lavoro, verranno presentati i dati relativi a 10 campagne oceanografiche condotte dal 2003 al 2015. Nello specifico, si tratta di 150 giorni complessivi di osservazione, durante i quali, insieme ad altri inquinanti atmosferici, sono state rilevate le concentrazioni di particolato fine e grossolano. I risultati mostrano un'ampia variabilità in entrambe le frazioni con un intervallo di valori misurati da 1.8 a 51.9 ?g m-3 per le concentrazioni di particolato fine, e da 1.6 a 34.0 ?g m-3 per quelle del particolato grossolano. I valori mediati su tutte le osservazioni svolte risultano simili e pari rispettivamente a 13.7 ±7.9 ?g m-3 e a 13.6±6.8 ?g m-3, per la frazione fine e per quella grossolana. La variabilità delle concentrazioni delle due frazioni di particolato campionate è risultata legata soprattutto alla distribuzione spaziale. Infatti, i livelli più alti di particolato grossolano sono stati registrati alle estremità del bacino, dove si verificano in particolar modo le intrusioni delle sabbie del Nord Africa e quelle derivanti dalla combustione di biomasse nell'Africa Subsahariana ed in Grecia. I livelli più alti di particolato fine, invece, sono stati osservati vicino le coste, dove maggiore è l'influenza dei poli industriali e delle aree portuali. Inoltre, il particolato fine ha mostrato un'ulteriore variabilità spaziale con valori più alti nel settore orientale del Mediterraneo, per via dei maggiori contributi delle numerose sorgenti antropogeniche ivi presenti. I risultati saranno analizzati tenendo conto della composizione chimica delle due frazioni di particolato rilevate, delle possibili sorgenti di emissione e dell'influenza delle varie condizioni meteorologiche.

Caratterizzazione del particolato atmosferico rilevato nel corso di 10 campagne di misura off-shore nel Mar Mediterraneo

Mariantonia Bencardino;Attilio Naccarato;Valentino Mannarino;Francesco D'Amore;Francesca Sprovieri;Nicola Pirrone
2016

Abstract

Il Mar Mediterraneo è di particolare interesse sotto vari punti di vista poiché è un unico bacino che gode della combinazione di diverse caratteristiche meteorologiche, climatologiche e geografiche [1]. L'atmosfera del Mediterraneo è a sua volta influenzata da masse d'aria, e dalle emissioni in esse contenute, che hanno origine non solo nell'Europa Centrale e nel Nord Africa, ma anche nell'Europa orientale e in casi eccezionali persino nel Sud Est Asiatico; a tal motivo, il Mediterraneo viene descritto come un "crocevia" di masse d'arie inquinate [2]. Dal 2003, l'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IIA), nell'ambito del progetto MEDOCEANOR, sta conducendo regolari campagne di misura, al fine di monitorare diversi inquinanti sul Mar Mediterraneo, incluso il particolato atmosferico [3,4]. In questo lavoro, verranno presentati i dati relativi a 10 campagne oceanografiche condotte dal 2003 al 2015. Nello specifico, si tratta di 150 giorni complessivi di osservazione, durante i quali, insieme ad altri inquinanti atmosferici, sono state rilevate le concentrazioni di particolato fine e grossolano. I risultati mostrano un'ampia variabilità in entrambe le frazioni con un intervallo di valori misurati da 1.8 a 51.9 ?g m-3 per le concentrazioni di particolato fine, e da 1.6 a 34.0 ?g m-3 per quelle del particolato grossolano. I valori mediati su tutte le osservazioni svolte risultano simili e pari rispettivamente a 13.7 ±7.9 ?g m-3 e a 13.6±6.8 ?g m-3, per la frazione fine e per quella grossolana. La variabilità delle concentrazioni delle due frazioni di particolato campionate è risultata legata soprattutto alla distribuzione spaziale. Infatti, i livelli più alti di particolato grossolano sono stati registrati alle estremità del bacino, dove si verificano in particolar modo le intrusioni delle sabbie del Nord Africa e quelle derivanti dalla combustione di biomasse nell'Africa Subsahariana ed in Grecia. I livelli più alti di particolato fine, invece, sono stati osservati vicino le coste, dove maggiore è l'influenza dei poli industriali e delle aree portuali. Inoltre, il particolato fine ha mostrato un'ulteriore variabilità spaziale con valori più alti nel settore orientale del Mediterraneo, per via dei maggiori contributi delle numerose sorgenti antropogeniche ivi presenti. I risultati saranno analizzati tenendo conto della composizione chimica delle due frazioni di particolato rilevate, delle possibili sorgenti di emissione e dell'influenza delle varie condizioni meteorologiche.
2016
Mediterraneo
particolato
frazione fine
frazione grossolana
variabilità spaziale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/328469
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