Il cimitero di San Felice era una vasta necropoli sotterranea della antica Roma, II-IV sec. AD. La catacomba cristiana era ubicata sulla Via Portuense, nel settore meridionale dell'area urbana romana. In particolare, tale cimitero si trovava, secondo fonti storiche, al terzo miglio dell'antica Via Portuense. Nel periodo medievale esso era una destinazione ben nota per il diffuso pellegrinaggio che si praticava alle spoglie del popolare Santo, ma, in seguito, l'ingresso e l'ubicazione della catacomba si è persa. L'accesso al cimitero era da una Chiesa, la Chiesa di San Felice appunto, anch'essa scomparsa. Nel corso dei secoli, molti Autori, hanno invano cercato l'esatta ubicazione di tale catacomba e gli eventuali ruderi della chiesa. Al fine di individuare con maggiore precisione l'esatta ubicazione di tale vasta area cimiteriale è stato compiuto uno studio del quartiere di Portuense di Roma, che mette a confronto i dati geologici con quelli storici, confrontando le cavità riscontrate in sondaggio, con i sinkholes antropogenici e con i dati da satellite (PSIInSar). I sinkholes antropogenici a Roma, infatti, sono strettamente connessi alla presenza della diffusa rete di cavità sotterranee (realizzata soprattutto nei terreni vulcanici), eredità dei più di 25 secoli di storia. Tale rete di gallerie sotterranee è spesso sottoposta al crollo delle volte originando sinkholes in superficie, soprattutto lungo la rete stradale. Questo fenomeno è diventato più frequente negli ultimi venti anni e rappresenta un rischio crescente per la città. Recentemente sono stati condotti studi di suscettibilità, prendendo in considerazione alcuni fattori predisponenti (cioè geologici, morfologici, idrologici; Ciotoli et al., 2013, 2015) che hanno permesso di realizzare una prima cartografia tematica. Al fine di definire, poi, un modello previsionale per gli sprofondamenti, gli eventi di sinkholes raccolti e le cavità sotterranee censite sono stati confrontati con i dati di subsidenza del suolo PSInSAR. Le osservazioni ottenute sono state, poi, dettagliate nel quartiere Portuense, al fine, questa volta, di individuare un'area che potesse nascondere in sotterraneo un cimitero tanto vasto (sembra fosse pari per estensione al cimitero di San Callisto). Realizzando una serie di mappe di densità di cavità è stato possibile identificare alcune aree maggiormente suscettibili al dissesto e con alta probabilità di presenza di cavità sotterranee. Sono stati confrontati, dunque, dati geologici con i dati storici ed è stato possibile ipotizzare, con maggior esattezza, la possibile ubicazione della catacomba scomparsa.

ROMA, VASTE AREE DI CAVITÀ SOTTERRANEE SCOMPARSE. IL CASO DELLA CATACOMBA DI SAN FELICE SULLA VIA PORTUENSE

G CIotoli;
2017

Abstract

Il cimitero di San Felice era una vasta necropoli sotterranea della antica Roma, II-IV sec. AD. La catacomba cristiana era ubicata sulla Via Portuense, nel settore meridionale dell'area urbana romana. In particolare, tale cimitero si trovava, secondo fonti storiche, al terzo miglio dell'antica Via Portuense. Nel periodo medievale esso era una destinazione ben nota per il diffuso pellegrinaggio che si praticava alle spoglie del popolare Santo, ma, in seguito, l'ingresso e l'ubicazione della catacomba si è persa. L'accesso al cimitero era da una Chiesa, la Chiesa di San Felice appunto, anch'essa scomparsa. Nel corso dei secoli, molti Autori, hanno invano cercato l'esatta ubicazione di tale catacomba e gli eventuali ruderi della chiesa. Al fine di individuare con maggiore precisione l'esatta ubicazione di tale vasta area cimiteriale è stato compiuto uno studio del quartiere di Portuense di Roma, che mette a confronto i dati geologici con quelli storici, confrontando le cavità riscontrate in sondaggio, con i sinkholes antropogenici e con i dati da satellite (PSIInSar). I sinkholes antropogenici a Roma, infatti, sono strettamente connessi alla presenza della diffusa rete di cavità sotterranee (realizzata soprattutto nei terreni vulcanici), eredità dei più di 25 secoli di storia. Tale rete di gallerie sotterranee è spesso sottoposta al crollo delle volte originando sinkholes in superficie, soprattutto lungo la rete stradale. Questo fenomeno è diventato più frequente negli ultimi venti anni e rappresenta un rischio crescente per la città. Recentemente sono stati condotti studi di suscettibilità, prendendo in considerazione alcuni fattori predisponenti (cioè geologici, morfologici, idrologici; Ciotoli et al., 2013, 2015) che hanno permesso di realizzare una prima cartografia tematica. Al fine di definire, poi, un modello previsionale per gli sprofondamenti, gli eventi di sinkholes raccolti e le cavità sotterranee censite sono stati confrontati con i dati di subsidenza del suolo PSInSAR. Le osservazioni ottenute sono state, poi, dettagliate nel quartiere Portuense, al fine, questa volta, di individuare un'area che potesse nascondere in sotterraneo un cimitero tanto vasto (sembra fosse pari per estensione al cimitero di San Callisto). Realizzando una serie di mappe di densità di cavità è stato possibile identificare alcune aree maggiormente suscettibili al dissesto e con alta probabilità di presenza di cavità sotterranee. Sono stati confrontati, dunque, dati geologici con i dati storici ed è stato possibile ipotizzare, con maggior esattezza, la possibile ubicazione della catacomba scomparsa.
2017
Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - IGAG
Catacombe
San Felice
Roma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/329172
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