Il Tufo Giallo Napoletano (TGN) è stato messo in posto da un evento di tipo pliniano avvenuto ai Campi Flegrei e datato 14.9 ± 0.4 ka (Deino et alii, 2004). Il volume stimato dei depositi piroclastici emessi è di circa 45 km3 DRE (Dense Rock Equivalent) e tali depositi hanno ricoperto una superficie di circa 1000 km2. L'eruzione del TGN ha determinato la formazione di una caldera di circa 10 km di diametro (Scarpati et alii, 1993; Orsi et alii, 1995).Il Golfo di Gaeta, al margine settentrionale della Campania, si trova a nord dei Campi Flegrei e fa parte di un bacino plio-pleistocenico associato a faglie normali e trascorrenti legate all'evoluzione del Tirreno sud?orientale (Aiello et al., 2000). La sedimentazione in questo settore è stata notevolmente influenzata dall'intensa attività vulcanica dei Campi Flegrei durante il tardo Pleistocene-Olocene. In particolare, i prodotti legati all'eruzione del TGN sono stati correlati, attraverso la piattaforma continentale, ad un marker stratigrafico (V in Iorio et al., 2014). Analisi sismostratigrafiche e tefrostratigrafiche di dettaglio hanno consentito di caratterizzare il tefra in esame nel settore meridionale del bacino al largo di Cuma (Aiello et al., 2017). Nelle sezioni sismiche studiate, il TGN corrisponde a un riflettore continuo sulla piattaforma, ad alta intensità e piano-parallelo, intercalato ai depositi marini del System Tract trasgressivo. La profondità di V dal fondo è compresa tra da 10 a 30 ms (da 8 a circa 25 m). Il carotaggio C1161, eseguito alla profondità di 144 m, ha recuperato 2.62 m di depositi con una compattazione stimata di circa il 15%. I sedimenti sono rappresentati principalmente da fango e argilla. Dall'analisi sismostratigrafica si evidenzia come la base del carotaggio in esame corrisponda alla sommità di V. L'analisi tefrostratigrafica del campione prelevato alla base del carotaggio ha permesso di caratterizzare la parte sommitale del TGN, in termini di litologia e composizione chimica. Secondo la classificazione di Le Maitre (2005), la composizione dei frammenti di vetro vulcanico estratti dal campione ricade lungo il limite tra le trachiti e le fonoliti e quello tra le tefrifonoliti e le latiti. Tenendo conto dell'intervallo di età dedotto da datazioni al radiocarbonio è stata ipotizzata la correlazione tra i due carotaggi riportata in fig.1.

Il Tufo Giallo Napoletano nell'architettura stratigrafica del Golfo di Gaeta (Tirreno Meridionale): nuovi dati sismostratigrafici e tefrostratigrafici

Donatella Domenica Insinga;
2017

Abstract

Il Tufo Giallo Napoletano (TGN) è stato messo in posto da un evento di tipo pliniano avvenuto ai Campi Flegrei e datato 14.9 ± 0.4 ka (Deino et alii, 2004). Il volume stimato dei depositi piroclastici emessi è di circa 45 km3 DRE (Dense Rock Equivalent) e tali depositi hanno ricoperto una superficie di circa 1000 km2. L'eruzione del TGN ha determinato la formazione di una caldera di circa 10 km di diametro (Scarpati et alii, 1993; Orsi et alii, 1995).Il Golfo di Gaeta, al margine settentrionale della Campania, si trova a nord dei Campi Flegrei e fa parte di un bacino plio-pleistocenico associato a faglie normali e trascorrenti legate all'evoluzione del Tirreno sud?orientale (Aiello et al., 2000). La sedimentazione in questo settore è stata notevolmente influenzata dall'intensa attività vulcanica dei Campi Flegrei durante il tardo Pleistocene-Olocene. In particolare, i prodotti legati all'eruzione del TGN sono stati correlati, attraverso la piattaforma continentale, ad un marker stratigrafico (V in Iorio et al., 2014). Analisi sismostratigrafiche e tefrostratigrafiche di dettaglio hanno consentito di caratterizzare il tefra in esame nel settore meridionale del bacino al largo di Cuma (Aiello et al., 2017). Nelle sezioni sismiche studiate, il TGN corrisponde a un riflettore continuo sulla piattaforma, ad alta intensità e piano-parallelo, intercalato ai depositi marini del System Tract trasgressivo. La profondità di V dal fondo è compresa tra da 10 a 30 ms (da 8 a circa 25 m). Il carotaggio C1161, eseguito alla profondità di 144 m, ha recuperato 2.62 m di depositi con una compattazione stimata di circa il 15%. I sedimenti sono rappresentati principalmente da fango e argilla. Dall'analisi sismostratigrafica si evidenzia come la base del carotaggio in esame corrisponda alla sommità di V. L'analisi tefrostratigrafica del campione prelevato alla base del carotaggio ha permesso di caratterizzare la parte sommitale del TGN, in termini di litologia e composizione chimica. Secondo la classificazione di Le Maitre (2005), la composizione dei frammenti di vetro vulcanico estratti dal campione ricade lungo il limite tra le trachiti e le fonoliti e quello tra le tefrifonoliti e le latiti. Tenendo conto dell'intervallo di età dedotto da datazioni al radiocarbonio è stata ipotizzata la correlazione tra i due carotaggi riportata in fig.1.
2017
Istituto di Scienze Marine - ISMAR
sismostratigrafia
tefrostratigrafia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/329909
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