L'era attuale, quella «tardo-capitalismo» è essenzialmente caratterizzata dall'«esagerazione» dei consumi. Ciò significa che oggi, come mai nei secoli passati, il consumo si dispone al centro delle attenzioni della comunità. Dal consumo dipende, infatti, la produzione; dalla produzione il lavoro e dal lavoro il benessere che declinato nelle fattispecie dei servizi, delle assistenze e delle tutele dà la misura del funzionamento e della superiorità del sistema democratico. Per mantenere in vita questo sistema siamo, dunque, tenuti a consumare. Ma se il consumo - e, cioè, il distruggere, il dissipare - diviene, oggi, un'impresa propedeutica alla salvezza a del nostro mondo, come potremmo coniugare la ricerca di questa salvezza con la pratica che del consumo rappresenta proprio il contraltare e, cioè, la pratica del costruire, del pianificare, del progettare? In senso più specifico, anche la difficile sfida di dare forma a nuovi ambienti urbani si scontra oggi con l'inesorabile tendenza a consumarli dall'interno. Le nostre città, sottoposte alla pressione del consumo, tendono ad esser concepite sempre più come destinazioni di un turismo orientato all'esperienza e sempre meno come depositarie di valori identitari. Inoltre le innovazioni che a ritmi sempre più serrati trasfigurano il loro volto tendono trasformarle in «gigantesche officine di forme» che, però, «in quanto città non possiedono alcuna forma». Come preservare allora la forma della città? E soprattutto come farlo senza porre anche in questione le tendenze generali del nostro tempo? Come, insomma, produrre; come conservare; dove e perché innovare affinché il consumo non abbia come effetto estremo la consumazione di tutto e, cioè, la prospettiva della fine? È all'interno di questo quadro teorico che si sviluppa la nostra riflessione sul destino della città nell'era del tardo capitalismo. Centrale sarà il concetto di esperienza.

Nuovi orizzonti del consumo e fine dell'autenticità. Prospettive di sviluppo urbano sostenibile nell'era della customer e tourism experience

Daniele Demarco
2017-01-01

Abstract

L'era attuale, quella «tardo-capitalismo» è essenzialmente caratterizzata dall'«esagerazione» dei consumi. Ciò significa che oggi, come mai nei secoli passati, il consumo si dispone al centro delle attenzioni della comunità. Dal consumo dipende, infatti, la produzione; dalla produzione il lavoro e dal lavoro il benessere che declinato nelle fattispecie dei servizi, delle assistenze e delle tutele dà la misura del funzionamento e della superiorità del sistema democratico. Per mantenere in vita questo sistema siamo, dunque, tenuti a consumare. Ma se il consumo - e, cioè, il distruggere, il dissipare - diviene, oggi, un'impresa propedeutica alla salvezza a del nostro mondo, come potremmo coniugare la ricerca di questa salvezza con la pratica che del consumo rappresenta proprio il contraltare e, cioè, la pratica del costruire, del pianificare, del progettare? In senso più specifico, anche la difficile sfida di dare forma a nuovi ambienti urbani si scontra oggi con l'inesorabile tendenza a consumarli dall'interno. Le nostre città, sottoposte alla pressione del consumo, tendono ad esser concepite sempre più come destinazioni di un turismo orientato all'esperienza e sempre meno come depositarie di valori identitari. Inoltre le innovazioni che a ritmi sempre più serrati trasfigurano il loro volto tendono trasformarle in «gigantesche officine di forme» che, però, «in quanto città non possiedono alcuna forma». Come preservare allora la forma della città? E soprattutto come farlo senza porre anche in questione le tendenze generali del nostro tempo? Come, insomma, produrre; come conservare; dove e perché innovare affinché il consumo non abbia come effetto estremo la consumazione di tutto e, cioè, la prospettiva della fine? È all'interno di questo quadro teorico che si sviluppa la nostra riflessione sul destino della città nell'era del tardo capitalismo. Centrale sarà il concetto di esperienza.
2017
Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo - IRISS
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
9788899237080
Sostenibilità
turismo
idenità
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/330000
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