Il progetto DiVo (Dizionario dei volgarizzamenti), ideato e diretto da Elisa Guadagnini e Giulio Vaccaro, è ospitato dall'Istituto Opera del Vocabolario Italiano (CNR Firenze) e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa ed è finanziato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca italiano all'interno del programma FIRB - Futuro in Ricerca 2010. Il DiVo ha per oggetto l'insieme dei volgarizzamenti italoromanzi di opere classiche, composti in epoca medievale. Sono stati considerati volgarizzamenti tutti i testi che propongono una resa volgare puntuale della fonte latina, eventualmente anche attraverso un tramite francese o toscano (come è il caso rispettivamente del Seneca fiorentino e dell'Eneide siciliana). Per quanto riguarda l'epoca degli autori volgarizzati, i limiti cronologici fissati per il rilevamento vanno dall'Antichità a Boezio. Si tratta dunque in prevalenza di classici latini e Padri della Chiesa, ma in qualche caso anche di classici greci noti attraverso la mediazione del latino e fondamentali per lo sviluppo della cultura medioevale in volgare: basti ricordare, a diverso titolo, i nomi di Aristotele e di Esopo. Si sono così individuati 125 testi, che traducono 65 opere latine. Il progetto sta approntando due strumenti di studio liberamente accessibili online, completi e scientificamente affidabili che forniscano da un lato dati bibliografici e filologici esaurienti e dall'altro i dati testuali organizzati in un corpus lemmatizzato e bilingue. Dopo aver costituito gli strumenti, il progetto intende sfruttarli per uno studio complessivo dei dati lessicali estrapolabili. Il progetto si articola dunque in tre punti: la compilazione di una bibliografia filologica secondo il modello TLIon, la costituzione di un corpus testuale lemmatizzato e bilingue (in cui ogni testo sia associato paragrafo per paragrafo all'originale latino), lo studio del lessico di traduzione dal latino. La bibliografia filologica (DiVo - Bibliografia filologica) dà conto del fatto che il testo e la sua trasmissione sono elementi non dissociabili né in una visione strettamente filologica né in una visione lessicografica. Per le opere latine sono state compilate delle schede brevi, che contengono informazioni sull'autore, sulla compilazione e sul genere dell'opera, nonché l'identificazione dell'edizione di riferimento (quella inclusa nel corpus). Le schede dei testi volgari contengono invece cenni biografici sull'autore del volgarizzamento (ove noto), la datazione dell'opera, l'identificazione della coloritura linguistica del testo, l'indicazione della tipologia testuale e del genere dell'opera, la catalogazione della tradizione diretta dell'opera mediante l'elencazione dei testimoni manoscritti e delle stampe antiche, una trattazione filologica della storia della tradizione, l'identificazione dell'edizione di riferimento, un panorama bibliografico sull'opera articolato per punti (oltre la già citata edizione di riferimento, le edizioni significative, altre edizioni, una bibliografia filologica e altra bibliografia). Si indicheranno inoltre (ove attingibili) gli incipit e gli explicit di ciascun manoscritto, le carte in cui l'opera è contenuta, eventuali note e l'informazione sulla visione diretta del manufatto. In base alle risultanze delle schede filologiche si deciderà anche se provvedere a controlli più approfonditi della lezione del testo a stampa sulla tradizione manoscritta: gli esiti di tali controlli costituiranno il sistema di note filologiche che sarà associato al Corpus DiVo. Il secondo strumento è il Corpus DiVo: esso contiene tutti i testi, ricercabili per capitolo e paragrafo, per forme e per lemmi (tenendo conto che la lemmatizzazione interesserà sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi). A differenza degli altri corpora attualmente disponibili, ai volgarizzamenti è associato il testo latino volgarizzato, paragrafo per paragrafo. Sono presenti note che visualizzano gli interventi filologici effettuati sul testo critico di riferimento e dànno conto dei loci critici potenzialmente significativi. La terza fase prevede il reperimento, la descrizione e l'analisi di quella parte del lessico italiano antico definibile come "di traduzione dal latino": quello che interessa è ciò che diverge dal caso usuale della derivazione in diacronia e rappresenta invece una derivazione in sincronia, secondo i modi e le forme del prestito linguistico. Il "lessico di traduzione" dovrebbe distinguersi da un lato per caratteristiche di omogeneità interna, dall'altro -- contrastivamente -- per lo scarto dalle altre componenti lessicali. La prima condizione, oggettiva, è che esso costituisca la resa di un testo latino determinato, riproposto in un volgare italoromanzo. La seconda condizione, che deriva da una valutazione critica, è che esso dipenda direttamente dal latino, vale a dire che in qualche modo risulti marcato -- anche a livello formale o soltanto sul piano semantico -- e produca un'innovazione o una deviazione rispetto alla lingua, che si assume possa essere rappresentata dal Corpus OVI dell'italiano antico. L'individuazione e la mappatura del lessico di traduzione consentiranno due tipi di analisi: da un punto di vista filologico, serviranno a descrivere le scelte dei diversi traduttori e l'evoluzione in diacronia della posizione mentale e della prassi traduttiva nei confronti del testo latino. Dal punto di vista lessicografico, ci aspettiamo l'individuazione delle zone semasiologiche in cui il contatto è stato particolarmente fecondo, introducendo lemmi entrati nell'uso ancora vivo dell'italiano. Oltre al caso ovvio del lessico materiale e degli etnici, di natura archeologico-erudita già in epoca medievale, si dovrebbe verificare l'apporto lessicale in ambito specialistico (medicina, botanica) e non solo. In molti altri casi, il lessico di traduzione mostrerà di testimoniare più delle "possibilità linguistiche" che dei lemmi veri e propri: esso consentirà comunque di ricostruire il quadro complesso delle soluzioni che l'antico italiano adottò per adattarsi alla duttile varietà delle auctoritates latine.

Il DiVo (Dizionario dei Volgarizzamenti). Nuovi strumenti per lo studio delle traduzioni dal latino nell'italiano delle origini

Dotto;
2016

Abstract

Il progetto DiVo (Dizionario dei volgarizzamenti), ideato e diretto da Elisa Guadagnini e Giulio Vaccaro, è ospitato dall'Istituto Opera del Vocabolario Italiano (CNR Firenze) e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa ed è finanziato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca italiano all'interno del programma FIRB - Futuro in Ricerca 2010. Il DiVo ha per oggetto l'insieme dei volgarizzamenti italoromanzi di opere classiche, composti in epoca medievale. Sono stati considerati volgarizzamenti tutti i testi che propongono una resa volgare puntuale della fonte latina, eventualmente anche attraverso un tramite francese o toscano (come è il caso rispettivamente del Seneca fiorentino e dell'Eneide siciliana). Per quanto riguarda l'epoca degli autori volgarizzati, i limiti cronologici fissati per il rilevamento vanno dall'Antichità a Boezio. Si tratta dunque in prevalenza di classici latini e Padri della Chiesa, ma in qualche caso anche di classici greci noti attraverso la mediazione del latino e fondamentali per lo sviluppo della cultura medioevale in volgare: basti ricordare, a diverso titolo, i nomi di Aristotele e di Esopo. Si sono così individuati 125 testi, che traducono 65 opere latine. Il progetto sta approntando due strumenti di studio liberamente accessibili online, completi e scientificamente affidabili che forniscano da un lato dati bibliografici e filologici esaurienti e dall'altro i dati testuali organizzati in un corpus lemmatizzato e bilingue. Dopo aver costituito gli strumenti, il progetto intende sfruttarli per uno studio complessivo dei dati lessicali estrapolabili. Il progetto si articola dunque in tre punti: la compilazione di una bibliografia filologica secondo il modello TLIon, la costituzione di un corpus testuale lemmatizzato e bilingue (in cui ogni testo sia associato paragrafo per paragrafo all'originale latino), lo studio del lessico di traduzione dal latino. La bibliografia filologica (DiVo - Bibliografia filologica) dà conto del fatto che il testo e la sua trasmissione sono elementi non dissociabili né in una visione strettamente filologica né in una visione lessicografica. Per le opere latine sono state compilate delle schede brevi, che contengono informazioni sull'autore, sulla compilazione e sul genere dell'opera, nonché l'identificazione dell'edizione di riferimento (quella inclusa nel corpus). Le schede dei testi volgari contengono invece cenni biografici sull'autore del volgarizzamento (ove noto), la datazione dell'opera, l'identificazione della coloritura linguistica del testo, l'indicazione della tipologia testuale e del genere dell'opera, la catalogazione della tradizione diretta dell'opera mediante l'elencazione dei testimoni manoscritti e delle stampe antiche, una trattazione filologica della storia della tradizione, l'identificazione dell'edizione di riferimento, un panorama bibliografico sull'opera articolato per punti (oltre la già citata edizione di riferimento, le edizioni significative, altre edizioni, una bibliografia filologica e altra bibliografia). Si indicheranno inoltre (ove attingibili) gli incipit e gli explicit di ciascun manoscritto, le carte in cui l'opera è contenuta, eventuali note e l'informazione sulla visione diretta del manufatto. In base alle risultanze delle schede filologiche si deciderà anche se provvedere a controlli più approfonditi della lezione del testo a stampa sulla tradizione manoscritta: gli esiti di tali controlli costituiranno il sistema di note filologiche che sarà associato al Corpus DiVo. Il secondo strumento è il Corpus DiVo: esso contiene tutti i testi, ricercabili per capitolo e paragrafo, per forme e per lemmi (tenendo conto che la lemmatizzazione interesserà sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi). A differenza degli altri corpora attualmente disponibili, ai volgarizzamenti è associato il testo latino volgarizzato, paragrafo per paragrafo. Sono presenti note che visualizzano gli interventi filologici effettuati sul testo critico di riferimento e dànno conto dei loci critici potenzialmente significativi. La terza fase prevede il reperimento, la descrizione e l'analisi di quella parte del lessico italiano antico definibile come "di traduzione dal latino": quello che interessa è ciò che diverge dal caso usuale della derivazione in diacronia e rappresenta invece una derivazione in sincronia, secondo i modi e le forme del prestito linguistico. Il "lessico di traduzione" dovrebbe distinguersi da un lato per caratteristiche di omogeneità interna, dall'altro -- contrastivamente -- per lo scarto dalle altre componenti lessicali. La prima condizione, oggettiva, è che esso costituisca la resa di un testo latino determinato, riproposto in un volgare italoromanzo. La seconda condizione, che deriva da una valutazione critica, è che esso dipenda direttamente dal latino, vale a dire che in qualche modo risulti marcato -- anche a livello formale o soltanto sul piano semantico -- e produca un'innovazione o una deviazione rispetto alla lingua, che si assume possa essere rappresentata dal Corpus OVI dell'italiano antico. L'individuazione e la mappatura del lessico di traduzione consentiranno due tipi di analisi: da un punto di vista filologico, serviranno a descrivere le scelte dei diversi traduttori e l'evoluzione in diacronia della posizione mentale e della prassi traduttiva nei confronti del testo latino. Dal punto di vista lessicografico, ci aspettiamo l'individuazione delle zone semasiologiche in cui il contatto è stato particolarmente fecondo, introducendo lemmi entrati nell'uso ancora vivo dell'italiano. Oltre al caso ovvio del lessico materiale e degli etnici, di natura archeologico-erudita già in epoca medievale, si dovrebbe verificare l'apporto lessicale in ambito specialistico (medicina, botanica) e non solo. In molti altri casi, il lessico di traduzione mostrerà di testimoniare più delle "possibilità linguistiche" che dei lemmi veri e propri: esso consentirà comunque di ricostruire il quadro complesso delle soluzioni che l'antico italiano adottò per adattarsi alla duttile varietà delle auctoritates latine.
2016
Istituto Opera del Vocabolario Italiano - OVI
Digital Humanities
Lexicography and Corpus Studies
Medieval vernacular translations (volgarizzamenti)
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/331128
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