La riflessione proposta in questo lavoro muove da un interrogativo antico oramai, ma tuttora insistente in questo tempo e in questo mondo sempre più digitalizzati. Ci si è chiesti cioè se le istituzioni pubbliche abbiano saputo utilizzare con finalità inclusiva i nuovi strumenti comunicativi offerti dall'informatica e dalla telematica, ai quali da tempo ricorrono. Osservando in particolare proprio l'attività di comunicazione pubblica svolta sul web e in essa l'attitudine e la capacità delle amministrazioni di scegliere registri linguistici inclusivi, vale a dire funzionali ad ampliare la sfera dei destinatari dei messaggi. Insomma, se la comunicazione telematica abbia contribuito ad accogliere - anche attraverso la lingua e i linguaggi - vecchi e nuovi interlocutori di un'amministrazione apparentemente rinnovata grazie proprio al nuovo strumentario tecnologico. Come ci ricorda una nota dottrina, infatti, gli strumenti informatici e telematici (strumenti, per l'appunto) non sono di per sé inclusivi, ma a tal fine possono essere utilizzati anche in ambito pubblico; anzi, essi più di altri potrebbero contribuire a riavvicinare le amministrazioni alle proprie comunità, purché la digitalizzazione pubblica resti ancorata alla tutela dei diritti individuali e collettivi, inevitabilmente compressi se essa persegue unicamente l'efficienza dell'agire pubblico. Ecco, dunque, perché un'indagine sugli strumenti, le forme e i metodi dell'attività informativa e comunicativa delle amministrazioni pubbliche contemporanee, che guardi anzitutto allo strumento (specialmente ad alcune applicazioni web, quali i siti e i social) e alla lingua dei testi pubblicati online.
Lingua istituzionale e applicazioni web per una comunicazione pubblica inclusiva. Considerazioni introduttive
Marina Pietrangelo
2016
Abstract
La riflessione proposta in questo lavoro muove da un interrogativo antico oramai, ma tuttora insistente in questo tempo e in questo mondo sempre più digitalizzati. Ci si è chiesti cioè se le istituzioni pubbliche abbiano saputo utilizzare con finalità inclusiva i nuovi strumenti comunicativi offerti dall'informatica e dalla telematica, ai quali da tempo ricorrono. Osservando in particolare proprio l'attività di comunicazione pubblica svolta sul web e in essa l'attitudine e la capacità delle amministrazioni di scegliere registri linguistici inclusivi, vale a dire funzionali ad ampliare la sfera dei destinatari dei messaggi. Insomma, se la comunicazione telematica abbia contribuito ad accogliere - anche attraverso la lingua e i linguaggi - vecchi e nuovi interlocutori di un'amministrazione apparentemente rinnovata grazie proprio al nuovo strumentario tecnologico. Come ci ricorda una nota dottrina, infatti, gli strumenti informatici e telematici (strumenti, per l'appunto) non sono di per sé inclusivi, ma a tal fine possono essere utilizzati anche in ambito pubblico; anzi, essi più di altri potrebbero contribuire a riavvicinare le amministrazioni alle proprie comunità, purché la digitalizzazione pubblica resti ancorata alla tutela dei diritti individuali e collettivi, inevitabilmente compressi se essa persegue unicamente l'efficienza dell'agire pubblico. Ecco, dunque, perché un'indagine sugli strumenti, le forme e i metodi dell'attività informativa e comunicativa delle amministrazioni pubbliche contemporanee, che guardi anzitutto allo strumento (specialmente ad alcune applicazioni web, quali i siti e i social) e alla lingua dei testi pubblicati online.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.