Il tema della rigenerazione urbana assume particolari caratteristiche nelle aree urbane costiere, sia per la concentrazione di popolazione, funzioni e attività, sia per l'identità marittima che deriva dalla posizione geografica e dalla storia della comunità. La rigenerazione dei waterfront urbani (Smith e Garcia Ferrari, 2013; Pavia e di Venosa, 2012; Hein, 2011; Savino, 2010; Fonti, 2010; Carta, 2010; Pavia, 2005; Marshall, 2001; Bruttomesso, 2003; Hoyle, 1996; Malone, 1996) è stato uno dei temi emergenti e una delle maggiori opportunità di sviluppo urbano (Dündar et al., 2014; Gu, 2013; Giovinazzi, 2008; Bradaschia, 2003) delle città di mare del XX secolo (New York, Sidney, Marsiglia, ecc.). Per non correre il rischio della globalizzazione e dell'omologazione degli spazi e delle forme urbane, la rigenerazione deve essere perseguita individuando e valorizzando le potenzialità e le identità locali, evitando interventi standardizzati, ripartendo dalla propria specifica "urban marittime culture" (Konvitz, 1992). Già da molti anni, nei processi di rigenerazione urbana, la componente della dimensione sociale, intesa in relazione alla sostenibilità e in modo complementare alle dimensioni economica e ambientale, è un fattore considerato importante e decisivo. In questo contesto si stanno affermando nel mondo nuovi metodi collaborativi (Rifkin, 2014; Ostrom, 2006; Ostrom et al., 1994) di partecipazione laterale - in alternativa ai modelli verticali - attraverso cui realizzare le trasformazioni del territorio. Un'innovazione di processo che può rappresentare un laboratorio di sperimentazione per realizzare strategie più efficaci e riattivare le potenzialità degli spazi urbani attraverso nuove funzioni che siano rispondenti ai fabbisogni di società evolute. Il paper affronta il tema della rigenerazione delle aree urbane costiere, in cui emerge la necessità della collaborazione ampia e trasversale di tutti quei soggetti (Istituzioni, cittadini, stakeholders, privati, organizzazioni, associazioni, ecc.), pur molto diversi tra loro, accomunati nel riconoscere il mare come elemento significativo della propria cultura, come bene comune e quindi risorsa. Il gruppo di ricerca "Città e Architettura", coordinato da Massimo Clemente - che porta avanti, da alcuni anni, ricerche sulle città di mare - e il gruppo di ricerca communitypsychologylab dell'Università Federico II, coordinato da Caterina Arcidiacono - che lavora sulla costruzione di comunità facendo leva sui punti di forza individuali e sociali per il cambiamento sociale - stanno conducendo studi per definire e sperimentare una metodologia progettuale collaborativa per la rigenerazione nelle città di mare. La verifica è in corso di realizzazione, nel contesto molto frazionato e poco collaborativo qual è quello napoletano, promuovendo e partecipando alla rigenerazione del Molo San Vincenzo, principale difesa foranea del Porto di Napoli, che, a dispetto del suo valore storico-culturale e paesaggistico-architettonico, risulta in uno stato di generale abbandono e inaccessibilità. Il fine è la generazione di uno spazio pubblico sul mare, attraverso la sua riattivazione e riqualificazione facilitando il dialogo tra le Istituzioni, la comunità urbana, gli stakeholders. Il gruppo multidisciplinare si pone come cerniera per accogliere tutte le proposte e le istanze per la rigenerazione del molo, mettendole a sistema in una visione complessiva e integrata.

Identità marittima e dimensione collaborativa per la rigenerazione e valorizzazione della costa metropolitana di Napoli

Clemente M;Giovene di Girasole E;
2015

Abstract

Il tema della rigenerazione urbana assume particolari caratteristiche nelle aree urbane costiere, sia per la concentrazione di popolazione, funzioni e attività, sia per l'identità marittima che deriva dalla posizione geografica e dalla storia della comunità. La rigenerazione dei waterfront urbani (Smith e Garcia Ferrari, 2013; Pavia e di Venosa, 2012; Hein, 2011; Savino, 2010; Fonti, 2010; Carta, 2010; Pavia, 2005; Marshall, 2001; Bruttomesso, 2003; Hoyle, 1996; Malone, 1996) è stato uno dei temi emergenti e una delle maggiori opportunità di sviluppo urbano (Dündar et al., 2014; Gu, 2013; Giovinazzi, 2008; Bradaschia, 2003) delle città di mare del XX secolo (New York, Sidney, Marsiglia, ecc.). Per non correre il rischio della globalizzazione e dell'omologazione degli spazi e delle forme urbane, la rigenerazione deve essere perseguita individuando e valorizzando le potenzialità e le identità locali, evitando interventi standardizzati, ripartendo dalla propria specifica "urban marittime culture" (Konvitz, 1992). Già da molti anni, nei processi di rigenerazione urbana, la componente della dimensione sociale, intesa in relazione alla sostenibilità e in modo complementare alle dimensioni economica e ambientale, è un fattore considerato importante e decisivo. In questo contesto si stanno affermando nel mondo nuovi metodi collaborativi (Rifkin, 2014; Ostrom, 2006; Ostrom et al., 1994) di partecipazione laterale - in alternativa ai modelli verticali - attraverso cui realizzare le trasformazioni del territorio. Un'innovazione di processo che può rappresentare un laboratorio di sperimentazione per realizzare strategie più efficaci e riattivare le potenzialità degli spazi urbani attraverso nuove funzioni che siano rispondenti ai fabbisogni di società evolute. Il paper affronta il tema della rigenerazione delle aree urbane costiere, in cui emerge la necessità della collaborazione ampia e trasversale di tutti quei soggetti (Istituzioni, cittadini, stakeholders, privati, organizzazioni, associazioni, ecc.), pur molto diversi tra loro, accomunati nel riconoscere il mare come elemento significativo della propria cultura, come bene comune e quindi risorsa. Il gruppo di ricerca "Città e Architettura", coordinato da Massimo Clemente - che porta avanti, da alcuni anni, ricerche sulle città di mare - e il gruppo di ricerca communitypsychologylab dell'Università Federico II, coordinato da Caterina Arcidiacono - che lavora sulla costruzione di comunità facendo leva sui punti di forza individuali e sociali per il cambiamento sociale - stanno conducendo studi per definire e sperimentare una metodologia progettuale collaborativa per la rigenerazione nelle città di mare. La verifica è in corso di realizzazione, nel contesto molto frazionato e poco collaborativo qual è quello napoletano, promuovendo e partecipando alla rigenerazione del Molo San Vincenzo, principale difesa foranea del Porto di Napoli, che, a dispetto del suo valore storico-culturale e paesaggistico-architettonico, risulta in uno stato di generale abbandono e inaccessibilità. Il fine è la generazione di uno spazio pubblico sul mare, attraverso la sua riattivazione e riqualificazione facilitando il dialogo tra le Istituzioni, la comunità urbana, gli stakeholders. Il gruppo multidisciplinare si pone come cerniera per accogliere tutte le proposte e le istanze per la rigenerazione del molo, mettendole a sistema in una visione complessiva e integrata.
2015
rigenerazione collaborativa
costa metropolitana
mare bene comune
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/334396
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