QANAT PROJECT I qanat sono antichi sistemi idraulici che, attraverso gallerie artificiali lunghe decine di chilometri, trasportano per gravità l'acqua dalle falde sotterranee ai terreni coltivabili. Concepiti oltre 2.500 anni fa in Iran, dove sono numerosissimi, si sono diffusi in tutto il Medio Oriente, in Asia centrale e nell'Africa a nord del Sahara, con casi sporadici in Sicilia, in Andalusia e sugli altopiani Messicani. L'interesse per lo studio dei qanat deriva dal fatto che queste imponenti opere di ingegneria idraulica, le quali nel corso dei secoli hanno svolto una rilevante funzione sociale ed economica nelle regioni aride, attualmente sono entrate in crisi per due motivazioni principali: l'incremento demografico vertiginoso dei Paesi interessati e gli effetti climatici derivanti dall'eccessivo riscaldamento del Pianeta. Per quanto riguarda i sistemi idraulici dell'Iran centrale sono stati individuati, in accordo con il Centro Internazionale dell'Unesco di Yazd, il qanat di Zarch e il qanat di Gonabad, lunghi diverse decine di chilometri. Il progetto prevede lo studio dei parametri delle acque dei qanat nel sottosuolo della città di Yazd e contemporaneamente il rilevamento dei parametri ambientali riscontrati sui monti a sud della città a circa 50 chilometri di distanza. E' prevista la misurazione periodica dei fattori meteorologici e la correlazione con le variazioni delle caratteristiche chimiche e fisiche dell'acqua dei qanat che attraversano la città di Yazd. Questo progetto ha l'obiettivo di monitorare le variazioni di portata e di qualità dell'acqua del qanat in relazione alle variazioni climatiche, in particolare le precipitazioni, in atto sulle montagne dove sono presenti le falde acquifere. Lo scopo è quello di definire un modello, esportabile a situazioni ambientali analoghe, che aiuti a conoscere preventivamente le variazioni relative alla portata e alla qualità delle acque dei qanat. Nel corso della realizzazione del Progetto sono state effettuate le seguenti indagini: valutazione dei parametri chimico/fisici delle acque; presenza di gas radon nelle acque e nelle gallerie; analisi dei manufatti e dei materiali costitutivi; datazione dei reperti archeologici dei qanat; esplorazione e rilievo di tratti ipogei significativi; connotazione strutturale/topografica superficiale; misurazione delle portate e caratterizzazione idrogeologica dell'area; Durante le missioni in territorio iraniano sono state posizionate sia all'esterno che in profondità (oltre 100 m.) diverse apparecchiature, con più di un anno di autonomia, per rilevare numerosi dati utili. Gli strumenti sono stati collocati in tre località precedentemente concordate con gli studiosi iraniani dell'Università di Shahrood: la città Shahrood, la cittadina di Bear Jomand ai margini del deserto e l'oasi di Torud in pieno deserto del Kavir. Nei tre siti selezionati sono state posizionate strumentazioni, le quali hanno rilevato dati per sei mesi all'interno dei pozzi dei qanat, alcuni dei quali superiori ai duecento metri di profondità. Sono stati esplorati i qanat, in particolare i pozzi-madre e le gallerie sotterranee, e realizzati i rilievi topografici dell'area, con il relativo studio dei materiali utilizzati, in particolare per ciò che si riferisce alle tecniche di costruzione risalenti ai diversi periodi storici (persiano, greco, islamico, turco, ecc). Un contributo importante al riguardo è stato fornito dalla Università di Milano Bicocca per quanto si riferisce alla datazione dei materiali archeologici attraverso le tecniche della termoluminescenza. L'iniziativa nell'Iran nord orientale, in accordo con gli studiosi di Shahrood e con il supporto del Prefetto e del sindaco della città oltre che dell'Ambasciata italiana a Teheran, si è posta due obiettivi di studio: uno di tipo ambientale e uno di tipo archeologico culturale. I dati relativi alle acque risultano fondamentali per l'utilizzo che di esse viene fatto, sia domestico che irriguo, infatti in molte oasi spesso non è presente l'acqua corrente nelle singole abitazioni, i bagni sono pubblici e in alcuni casi mancano le fognature. Per quanto si riferisce alla presenza del gas radon negli ambienti ipogei dei qanat, in alcuni casi la concentrazione è risultata decisamente rilevante per gli operai che periodicamente lavorano nelle gallerie come addetti alla manutenzione dei canali.

Beni culturali e territorio: analisi ambientali e datazioni nei qanat delle oasi del deserto del Kavir (Iran)

Angelo FERRARI
2017

Abstract

QANAT PROJECT I qanat sono antichi sistemi idraulici che, attraverso gallerie artificiali lunghe decine di chilometri, trasportano per gravità l'acqua dalle falde sotterranee ai terreni coltivabili. Concepiti oltre 2.500 anni fa in Iran, dove sono numerosissimi, si sono diffusi in tutto il Medio Oriente, in Asia centrale e nell'Africa a nord del Sahara, con casi sporadici in Sicilia, in Andalusia e sugli altopiani Messicani. L'interesse per lo studio dei qanat deriva dal fatto che queste imponenti opere di ingegneria idraulica, le quali nel corso dei secoli hanno svolto una rilevante funzione sociale ed economica nelle regioni aride, attualmente sono entrate in crisi per due motivazioni principali: l'incremento demografico vertiginoso dei Paesi interessati e gli effetti climatici derivanti dall'eccessivo riscaldamento del Pianeta. Per quanto riguarda i sistemi idraulici dell'Iran centrale sono stati individuati, in accordo con il Centro Internazionale dell'Unesco di Yazd, il qanat di Zarch e il qanat di Gonabad, lunghi diverse decine di chilometri. Il progetto prevede lo studio dei parametri delle acque dei qanat nel sottosuolo della città di Yazd e contemporaneamente il rilevamento dei parametri ambientali riscontrati sui monti a sud della città a circa 50 chilometri di distanza. E' prevista la misurazione periodica dei fattori meteorologici e la correlazione con le variazioni delle caratteristiche chimiche e fisiche dell'acqua dei qanat che attraversano la città di Yazd. Questo progetto ha l'obiettivo di monitorare le variazioni di portata e di qualità dell'acqua del qanat in relazione alle variazioni climatiche, in particolare le precipitazioni, in atto sulle montagne dove sono presenti le falde acquifere. Lo scopo è quello di definire un modello, esportabile a situazioni ambientali analoghe, che aiuti a conoscere preventivamente le variazioni relative alla portata e alla qualità delle acque dei qanat. Nel corso della realizzazione del Progetto sono state effettuate le seguenti indagini: valutazione dei parametri chimico/fisici delle acque; presenza di gas radon nelle acque e nelle gallerie; analisi dei manufatti e dei materiali costitutivi; datazione dei reperti archeologici dei qanat; esplorazione e rilievo di tratti ipogei significativi; connotazione strutturale/topografica superficiale; misurazione delle portate e caratterizzazione idrogeologica dell'area; Durante le missioni in territorio iraniano sono state posizionate sia all'esterno che in profondità (oltre 100 m.) diverse apparecchiature, con più di un anno di autonomia, per rilevare numerosi dati utili. Gli strumenti sono stati collocati in tre località precedentemente concordate con gli studiosi iraniani dell'Università di Shahrood: la città Shahrood, la cittadina di Bear Jomand ai margini del deserto e l'oasi di Torud in pieno deserto del Kavir. Nei tre siti selezionati sono state posizionate strumentazioni, le quali hanno rilevato dati per sei mesi all'interno dei pozzi dei qanat, alcuni dei quali superiori ai duecento metri di profondità. Sono stati esplorati i qanat, in particolare i pozzi-madre e le gallerie sotterranee, e realizzati i rilievi topografici dell'area, con il relativo studio dei materiali utilizzati, in particolare per ciò che si riferisce alle tecniche di costruzione risalenti ai diversi periodi storici (persiano, greco, islamico, turco, ecc). Un contributo importante al riguardo è stato fornito dalla Università di Milano Bicocca per quanto si riferisce alla datazione dei materiali archeologici attraverso le tecniche della termoluminescenza. L'iniziativa nell'Iran nord orientale, in accordo con gli studiosi di Shahrood e con il supporto del Prefetto e del sindaco della città oltre che dell'Ambasciata italiana a Teheran, si è posta due obiettivi di studio: uno di tipo ambientale e uno di tipo archeologico culturale. I dati relativi alle acque risultano fondamentali per l'utilizzo che di esse viene fatto, sia domestico che irriguo, infatti in molte oasi spesso non è presente l'acqua corrente nelle singole abitazioni, i bagni sono pubblici e in alcuni casi mancano le fognature. Per quanto si riferisce alla presenza del gas radon negli ambienti ipogei dei qanat, in alcuni casi la concentrazione è risultata decisamente rilevante per gli operai che periodicamente lavorano nelle gallerie come addetti alla manutenzione dei canali.
2017
Istituto per i Sistemi Biologici - ISB (ex IMC)
Qanat
Datazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/334597
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