L'obiettivo di questa sessione è quello di ricostruire le linee di evoluzione dell'intervento pubblico in materia di sanità alimentare e d'igiene pubblica nel corso del XIX secolo cioè prima e dopo la realizzazione della "città sanitaria" negli stati italiani e europei. Con riferimento a soggetti pubblici ci si concentrerà sul dibattito, sulle capacità progettuali e di indirizzo e sui risultati dell'intervento legislativo, in aderenza o a dispetto delle abitudini e dei comportamenti delle popolazioni urbane. In un'epoca in cui non era ancora tramontata la teoria miasmatica e il dibattito igienista continuava a occuparsi della corruzione e dell'insalubrità dell'aria si avviano le prime riflessioni sul rapporto tra uomo e ambiente, sulla delocalizzazione delle arti insalubri, sul controllo della produzione e del consumo di cibi di "qualità", necessità questa legata anche all'insorgere di una nuova calamità europea: il colera. Siamo interessati a conoscere le ricadute di questi interventi, di questa nuova emergenza sui consumi alimentari; sulla qualità del cibo e sugli effetti che in concreto ebbero questi interventi sulle abitudini alimentari dei ceti popolari oltre che nelle diete di enti per l'istruzione e la cura (scuole, conservatori, ospedali, carceri). In definitiva in una società in cui era ancora forte il disagio sociale ci chiediamo quanto è permeabile il principio della qualità e dove invece rimane forte quello della quantità, della quotidianità e dell'emergenza fame.

Quantità e/o qualità? Modelli pubblici e privati di consumo alimentare in area urbana nell'Ottocento,

Raffaella Salvemini
2017

Abstract

L'obiettivo di questa sessione è quello di ricostruire le linee di evoluzione dell'intervento pubblico in materia di sanità alimentare e d'igiene pubblica nel corso del XIX secolo cioè prima e dopo la realizzazione della "città sanitaria" negli stati italiani e europei. Con riferimento a soggetti pubblici ci si concentrerà sul dibattito, sulle capacità progettuali e di indirizzo e sui risultati dell'intervento legislativo, in aderenza o a dispetto delle abitudini e dei comportamenti delle popolazioni urbane. In un'epoca in cui non era ancora tramontata la teoria miasmatica e il dibattito igienista continuava a occuparsi della corruzione e dell'insalubrità dell'aria si avviano le prime riflessioni sul rapporto tra uomo e ambiente, sulla delocalizzazione delle arti insalubri, sul controllo della produzione e del consumo di cibi di "qualità", necessità questa legata anche all'insorgere di una nuova calamità europea: il colera. Siamo interessati a conoscere le ricadute di questi interventi, di questa nuova emergenza sui consumi alimentari; sulla qualità del cibo e sugli effetti che in concreto ebbero questi interventi sulle abitudini alimentari dei ceti popolari oltre che nelle diete di enti per l'istruzione e la cura (scuole, conservatori, ospedali, carceri). In definitiva in una società in cui era ancora forte il disagio sociale ci chiediamo quanto è permeabile il principio della qualità e dove invece rimane forte quello della quantità, della quotidianità e dell'emergenza fame.
2017
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
978-88-317-2871-3
CIBO
ospedali
conservatori
età moderna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/336248
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