Il lavoro presenta uno studio multi-disciplinare effettuato su alcuni dipinti italiani appartenenti alla collezione permanente del North Carolina Museum of Art (NCMA). Le indagini diagnostiche sono state eseguite dal CNR-ICVBC (Firenze, IT) in collaborazione con la Duke University (Durham, Stati Uniti) e lo Smithsonian Institution (Washington D.C., Stati Uniti). La finalità principale dell'attività era quella di definire lo stato di conservazione e di identificare i materiali originali e di restauro, consentendo parallelismi e differenze tra i dipinti e le tecniche pittoriche distintive dei diversi artisti. Il servizio ICVBC-mobile ha permesso di realizzare la campagna diagnostica multi-analitica in situ, direttamente all'interno dei locali del Museo dove i dipinti sono esposti. È stato messo a punto un programma diagnostico mirato che ha previsto inizialmente l'impiego di tecniche fotografiche di imaging (visibile (VIS), infrarosso (IR), fluorescenza indotta da ultravioletto (UVf) e infrarosso falso colore (IRFC)) in modo da evidenziare l'eventuale presenza di disegno preparatorio, avere una prima indicazione sulla tipologia di pigmenti presenti, evidenziare le aree di ritocco ed infine indirizzare la scelta dei punti di misura con le tecniche puntuali. Sono state quindi eseguite analisi con tecniche di tipo non invasivo, mediante l'impiego di strumentazione portatile. In particolare sono state applicate: i) microscopia ottica digitale portatile, ii) spettroscopia di riflettanza a fibre ottiche nella regione del visibile (FORS), iii) spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR) in riflettanza totale, iv) spettroscopia di fluorescenza a raggi X (XRF). Per rispondere a quesiti ai quali le metodologie non-invasive non hanno fornito una risposta (es. stratigrafia, spessori degli strati pittorici, morfologia dei pigmenti), si è ricorsi ad un'integrazione dei risultati tramite l'analisi di micro prelievi. L'applicazione di questo protocollo ha fornito informazioni dettagliate sugli oggetti esaminati offrendo una panoramica sui dipinti e nuove informazioni in un momento importante di questa produzione artistica. Il caso studio presentato è una tempera su tavola attribuito alla Scuola pavese raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista, Sant'Antonio e il Donatore. Sul dipinto erano presenti pesanti ridipinture, in particolare sul donatore e sullo stemma di famiglia, che impedivano una corretta identificazione dei committenti del dipinto. Il mapping XRF, unitamente ai risultati delle altre indagini effettuate in situ, ha permesso di ricostruire lo stemma originale sottostante la ridipintura, senza bisogno di alcun campionamento, rispondendo in questo modo ad un dibattito che si era istaurato tra gli storici da tempo.

Attività del laboratorio ICVBC-Mobile al North Carolina Museum of Art, Raleigh, USA

Magrini D;Bracci S;
2017

Abstract

Il lavoro presenta uno studio multi-disciplinare effettuato su alcuni dipinti italiani appartenenti alla collezione permanente del North Carolina Museum of Art (NCMA). Le indagini diagnostiche sono state eseguite dal CNR-ICVBC (Firenze, IT) in collaborazione con la Duke University (Durham, Stati Uniti) e lo Smithsonian Institution (Washington D.C., Stati Uniti). La finalità principale dell'attività era quella di definire lo stato di conservazione e di identificare i materiali originali e di restauro, consentendo parallelismi e differenze tra i dipinti e le tecniche pittoriche distintive dei diversi artisti. Il servizio ICVBC-mobile ha permesso di realizzare la campagna diagnostica multi-analitica in situ, direttamente all'interno dei locali del Museo dove i dipinti sono esposti. È stato messo a punto un programma diagnostico mirato che ha previsto inizialmente l'impiego di tecniche fotografiche di imaging (visibile (VIS), infrarosso (IR), fluorescenza indotta da ultravioletto (UVf) e infrarosso falso colore (IRFC)) in modo da evidenziare l'eventuale presenza di disegno preparatorio, avere una prima indicazione sulla tipologia di pigmenti presenti, evidenziare le aree di ritocco ed infine indirizzare la scelta dei punti di misura con le tecniche puntuali. Sono state quindi eseguite analisi con tecniche di tipo non invasivo, mediante l'impiego di strumentazione portatile. In particolare sono state applicate: i) microscopia ottica digitale portatile, ii) spettroscopia di riflettanza a fibre ottiche nella regione del visibile (FORS), iii) spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR) in riflettanza totale, iv) spettroscopia di fluorescenza a raggi X (XRF). Per rispondere a quesiti ai quali le metodologie non-invasive non hanno fornito una risposta (es. stratigrafia, spessori degli strati pittorici, morfologia dei pigmenti), si è ricorsi ad un'integrazione dei risultati tramite l'analisi di micro prelievi. L'applicazione di questo protocollo ha fornito informazioni dettagliate sugli oggetti esaminati offrendo una panoramica sui dipinti e nuove informazioni in un momento importante di questa produzione artistica. Il caso studio presentato è una tempera su tavola attribuito alla Scuola pavese raffigurante la Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista, Sant'Antonio e il Donatore. Sul dipinto erano presenti pesanti ridipinture, in particolare sul donatore e sullo stemma di famiglia, che impedivano una corretta identificazione dei committenti del dipinto. Il mapping XRF, unitamente ai risultati delle altre indagini effettuate in situ, ha permesso di ricostruire lo stemma originale sottostante la ridipintura, senza bisogno di alcun campionamento, rispondendo in questo modo ad un dibattito che si era istaurato tra gli storici da tempo.
2017
Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali - ICVBC - Sede Sesto Fiorentino
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
tecniche non-invasive
dipinti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/337756
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