La prima parte del saggio approfondisce il contesto, illustrando come le politiche europee (italiane e non solo: i dati della Svezia, per esempio sono significativi) di cooperazione allo sviluppo si stiano sempre più orientando a dare risposte al nesso migrazione e sviluppo. Lo confermano i dati più recenti degli Aiuti pubblici allo sviluppo (la presentazione delle voci aggregati degli Aiuti dei principali donors europei e la legge di bilancio 2017 dell'Italia), ma anche le nuove strategie di policy, primo fra tutti il piano dei Migration Compact lanciati quest'anno dalla Commissione Europea, con un forte input italiano. In questo senso il saggio combina un'analisi dei dati e un approfondimento delle politiche. Il capitolo passa poi in rassegna esperienze concrete di approcci della cooperazione allo sviluppo (bilaterale e multilaterale) nella regione del Nord Africa e del Sahel per promuovere occupazione stabile, con l'obiettivo di fondo di gestire al meglio i processi migratori in corso indotti dalla mancanza di opportunità di impiego. Si tratta di una rassegna che permette di capire quanto si stia facendo in termini operativi sul tema e con quali lezioni per il futuro. Dopo la presentazione del contesto di policy e di una rassegna di alcune esperienze interessanti, coi punti di forza e debolezza emersi e la sottolineatura degli elementi che richiederebbero approfondimenti e valutazioni di dettaglio, le considerazioni finali del saggio si sviluppano come riflessione sulla pertinenza o meno di strumenti come la cooperazione allo sviluppo e dell'orientamento eventualmente più opportuno che dovrebbe avere per affrontare il tema delle creazione di occupazione che l'agenda ambiziosa di oggi pone come prima priorità.
Sviluppo, migrazioni, sostenibilità (Sms) al centro della globalizzazione e del Mediterraneo. Dati e orientamenti politici internazionali su cooperazione allo sviluppo, migrazioni e sostenibilità ambientale
2017
Abstract
La prima parte del saggio approfondisce il contesto, illustrando come le politiche europee (italiane e non solo: i dati della Svezia, per esempio sono significativi) di cooperazione allo sviluppo si stiano sempre più orientando a dare risposte al nesso migrazione e sviluppo. Lo confermano i dati più recenti degli Aiuti pubblici allo sviluppo (la presentazione delle voci aggregati degli Aiuti dei principali donors europei e la legge di bilancio 2017 dell'Italia), ma anche le nuove strategie di policy, primo fra tutti il piano dei Migration Compact lanciati quest'anno dalla Commissione Europea, con un forte input italiano. In questo senso il saggio combina un'analisi dei dati e un approfondimento delle politiche. Il capitolo passa poi in rassegna esperienze concrete di approcci della cooperazione allo sviluppo (bilaterale e multilaterale) nella regione del Nord Africa e del Sahel per promuovere occupazione stabile, con l'obiettivo di fondo di gestire al meglio i processi migratori in corso indotti dalla mancanza di opportunità di impiego. Si tratta di una rassegna che permette di capire quanto si stia facendo in termini operativi sul tema e con quali lezioni per il futuro. Dopo la presentazione del contesto di policy e di una rassegna di alcune esperienze interessanti, coi punti di forza e debolezza emersi e la sottolineatura degli elementi che richiederebbero approfondimenti e valutazioni di dettaglio, le considerazioni finali del saggio si sviluppano come riflessione sulla pertinenza o meno di strumenti come la cooperazione allo sviluppo e dell'orientamento eventualmente più opportuno che dovrebbe avere per affrontare il tema delle creazione di occupazione che l'agenda ambiziosa di oggi pone come prima priorità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


